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la pagina di johannes carusus
----------------------------------------------------- MEMORIA, CULTURA, CONOSCENZA E COMPRENSIONE.

In oltre sessanta anni di vita, dei quali 25 passati ad insegnare a ragazzi non troppo giovani (triennio degli istituti tecnici) ho assistito a qualche variazione di significato e di valore delle quattro parole del titolo di questa piccola riflessione. In particolare a spese della parola "MEMORIA".
Eppure, devo confessare che ogni giorno di più mi convinco che alla base della cultura (che brutta parola negli ultimi anni!) e della conseguente possibile e auspicabile conoscenza c'è sempre e solo la memoria delle cose che si sono apprese in qualunque tempo, in qualunque luogo e da qualunque altro uomo. Perchè in verità non c'è uomo dal quale non si possa imparare qualcosa, per quanto piccola sia la sua cultura, per quanto umile sia il suo ruolo nella società, purchè la vita gli abbia insegnato, volente o nolente, qualcosa che si porta appresso.
Ho conosciuto persone che mi rimproveravano di parlare con spazzini (operatori ecologici si chiamano da alcuni anni!), con pescatori, con operai, persino con i bidelli (quale peccato per un insegnante!) delle scuole dove il caso mi ha portato! Poichè sono testardo come un mulo testardo, ho ignorato sempre il rimprovero e penso che quel poco o molto che valgo dipende anche da ciò che mi è stato detto da tutti quelli che ho avvicinato e ascoltato da almeno 50 anni ad oggi.
Ma tutto ciò ha valore e significato solo se si ascolta con vera attenzione e ci si sforza di ricordare, non solo di capire. Da anni ormai si sostiene che l'essenza della conoscenza è il capire. Io non credo che sia così.
Il capire viene dalla conoscenza, che viene dalla cultura, che viene dalla memoria. Se io ricordo che 1 + 1 fa due, posso capire perchè 1 + 1 + 1 fa tre e, imparato questo, posso passare a capire perchè 1 + 1 + 1 + 1 fa quattro e così via. Se non memorizzo, ogni volta è una cosa nuova e non accumulo nulla per il seguito. Così è troppo spesso per i miei alunni, per i quali l'alfabeto è ogni anno una perfetta novità e addossano ai loro insegnanti la responsabilità di non aver loro insegnato nulla! come se insegnare e imparare fossero sinonimi! e così capita che Giulio Cesare sia figlio di Napoleone! e l'America è stata scoperta nel 1942!
Ma capire è facile, se l'insegnante è appena capace di esprimersi con proprietà di linguaggio e con competenza (e ciò deriva dalla loro professionalità). Memorizzare invece è difficile perchè dipende da lavoro costante e impegnativo da parte di chi vuole imparare: i nostri alunni troppo spesso hanno paura della fatica e si nascondono dietro l'alibi di non aver capito. Per quanto mi riguarda io ho sempre invitato i miei alunni ad imparare a memoria, ad esempio le definizioni della fisica, talvolta costringendoli a scuola a ripetere con me gli enunciati con le parole e la sintassi in forma sintetica. Ma è stato quasi sempre tempo disutile, poichè per molti di loro le sequenze di parole hanno scarso valore: non conoscendo il significato di molte parole, esse vengono adoperate in modo improprio e quasi casuale attribuendo ad esse significati di fantasia.
Non è tuttavia tutta colpa degli alunni: per anni e anni si è ripetuto e sostenuto che il nozionismo è un danno mentale! E invece, a mio parere, avere in magazzino nozioni (date, numeri, nomi, definizioni, significati, ....) è essenziale per poter fare collegamenti, discriminazioni, deduzioni, induzioni, progressi, .... E' come avere una montagna di mattoni: senza di essi non si costruiscono muri, senza muri non si costruiscono case, senza case non si costruiscono città.

E LA CITTA' NEL NOSTRO APOLOGO E' LA COMPRENSIONE
DEL MONDO CHE CI CIRCONDA.