LA FISICA APPLICATA.

Nel linguaggio scolastico è invalso l'uso di distinguere la fisica su due livelli: fisica teorica e fisica applicata. La distinzione non ha molto significato intrinseco, ma può risultare utile per individuare in modo sommario un percorso puramente o quasi conoscitivo (fisica teorica) da un percorso funzionale e costruttivo (fisica applicata).
Per quanto riguarda ad esempio le macchine idrauliche la distinzione potrebbe essere del tipo: se il liquido fosse ideale (teoria) le cose(*) andrebbero in questo modo; in realtà invece accade in quest'altro modo perchè ..... (applicazione).
Un esempio potrà chiarire il problema: il motore a benzina si studia ammettendo che in esso agisca un gas, per cui si dovrebbe ottenere una certa potenza, per ipotesi 100 [W]. Al momento della realizzazione(**) si deve invece tener conto che nel motore la benzina deve vaporizzare, deve mescolarsi con l'ossigeno dell'aria, deve bruciare ad alta temperatura e in fretta, deve essere espulso a forza il gas prodotto, ecc. ecc. Il risultato finale non è più 100 [W] ma 70 o 60 o 50 [W] a seconda del "modo" con il quale la teoria è stata applicata in quel caso specifico.
Concludendo, la fisica applicata è una scienza dipendente dalla tecnologia costruttiva utilizzata, mentre la fisica teorica può discorrere dei problemi come se tutto fosse possibile.

(*) Vedi il paragrafo "Teorema di Bernoulli: la filosofia" in Elementi di idraulica.
(**) Vedi il paragrafo "Entropia" nello stesso programma.