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COMBUSTIBILE
(VEDI MAPPA)

La scelta del combustibile dipende da due fattori: la sua disponibilità, e quindi il costo, e il potere calorifico, cioè la quantità di calore che si ricava dalla combustione di un kg o di un m3. Ecco alcuni valori indicativi: metano 11.000 Cal/m3; nafta 10.000 Cal/kg; antracite 9.200 Cal/kg; coke 8.000 Cal/kg; legno 3.700 Cal/kg

5) IN PEZZI: si tratta di legna (ormai non più usata) oppure di carbone fossile per applicazioni in impianti molto piccoli. Si usa con caldaie a tubi di fumo essendo il focolare interno alla caldaia stessa, su griglie di ghisa e raccolta delle ceneri sotto il focolare. Il combustibile viene versato sulla griglia con sistemi manuali (pale o carriole) o con sistemi meccanici (nastri trasportatori oppure tramogge). L'aria per la combustione entra dal serbatoio delle ceneri, dove si riscalda completando anche la combustione del carbone caduto, e, passando attraverso i fori della griglia, attiva la combustione. La portata d'aria può essere aumentata usando dei ventilatori, migliorando anche il tiraggio e aumentando l'efficienza della combustione (l'aria in leggera sovrapressione fa aumentare la temperatura della fiamma). Richiede notevoli spazi per il deposito dei combustibili e nei fumi si trovano polveri di incombusti ed elementi pesanti fortemente inquinanti derivanti dalla natura delle miniere di provenienza del carbone.

6) IN POLVERE: il carbone fossile viene polverizzato finemente in un frantoio e inviato ai bruciatori insieme ad una parte di aria in pressione. Il mescolamento dell'aria e della polvere di carbone avviene in una macchina detta ciclone. Dal ciclone la miscela viene convogliata nei tubi che approvvigionano i bruciatori. Dosando opportunamente l'umidità della polvere, la miscela aria - carbone si comporta come un liquido e quindi può essere lavorata nell'impianto come se si trattasse di petrolio. Questa tecnologia è piuttosto costosa, per cui la polvere è utilizzata in grandi impianti nei quali non esiste quasi l'incombusto. Resta però il problema dell'inquinamento da parte degli elementi pesanti e delle anidridi di azoto e di zolfo.

7) PETROLIO: non è naturalmente il greggio estratto dai pozzi petroliferi, bensì una sua parte, che in commercio assume diversi nomi a seconda della sua composizione: gasolio, cherosene, ecc. In pratica è la parte centrale della serie di elementi che compongono il greggio, dopo aver separato la parte gassosa e le benzine e trascurato i residui più pesanti e catramosi.

8) OLIO PESANTE: è la frazione del greggio che segue il petrolio, escludendo solo le parti catramose. Presenta diverse difficoltà di utilizzo: è molto viscoso, per cui è necessario riscaldarlo (sino a più di 100 °C) per renderlo adatto ad essere messo in pressione nelle pompe e trasportato usando tubi, anche a distanze notevoli; contiene zolfo e metalli pesanti, che rendono inquinanti i fumi; ha un potere calorifico non molto alto.

9) GASSOSO: si tratta quasi esclusivamente di metano, estratto direttamente dagli appositi pozzi oppure sgorgante insieme al greggio. E' il combustibile migliore da tutti i punti di vista: ha il potere calorifico maggiore, non inquina, si trasporta facilmente, ecc. In piccolissimi impianti (stirerie, lavanderie industriali, industrie alimentari, ecc.) al posto del metano si può usare il GPL (gas di petrolio liquefatto) che ha proprietà del tutto comparabili con il metano stesso.


Principio di funzionamento di una centrale turbogas
FIGURA TRATTA DAL SITO http://www2.enel.it/home/enelandia/storia_nj/storia/termo.htm