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PAGINA TRATTA DA http://digilander.iol.it/giagia/cambia.htm



Il mondo che ci circonda cambia continuamente. Se ci guardiamo intorno vediamo cose che si muovono e si modificano. Gli esseri animati si spostano; nascono vivono e muoiono. Tutta la natura è percorsa da continui fremiti: le piante crescono lentamente; le acque dei fiumi scorrono, quelle dei mari sono increspate di onde. L'aria è mossa dal vento, in cielo corrono le nuvole. Cadono le piogge e poi si rasserena. Le stagioni si alternano.
Anche gli oggetti più statici e inanimati - un sasso o un grattacielo - cambiano lentamente: vengono corrosi dalla polvere e dal vento, gli spigoli si arrotondano, si deposita la patina del tempo. Tutto invecchia: più o meno lentamente, ma inarrestabilmente. Se un oggetto ci sembra statico e immobile, osserviamolo con maggiore cura: magari dovremo prendere un microscopio, oppure dovremo confrontare fra di loro due fotografie scattate a grande distanza di tempo; ma sotto la sua apparente immobilità, lo troveremo percorso da cambiamenti, troveremo che anch'esso invecchia.
Fin dai tempi più antichi, l'uomo è sempre andato alla ricerca di qualche elemento di stabilità e di sicurezza in mezzo a tutto questo cambiare. "Niente di nuovo sotto il Sole", diceva il saggio Salomone (960-927 a.C.). Con ciò voleva dire: tutto cambia, sì; ma non è niente di grave, niente di irreparabile. Perché in fondo, tutto si ripete. Ogni anno, torna la primavera. Qualcuno muore, ma qualcuno nasce. Le stelle in cielo cambiano posizione, ma è tutto un cronometrico meccanismo programmato. Là dove ognuna di esse si trova oggi, nello stesso posto ognuna di esse tornerà, in un futuro più o meno lontano; e nella stessa identica configurazione si sono già trovate in qualche momento del passato.
Se cosi fosse, se i cambiamenti della natura fossero un ripetersi di cicli sempre uguali fra di loro, allora il fatto di invecchiare sarebbe un dettaglio riguardante solo ogni singolo essere, ogni singolo oggetto: la natura nel suo complesso, il mondo, l'universo ne sarebbero immuni. Sul mondo il tempo scivolerebbe senza toccarlo. In un certo senso, si potrebbe dire che per l'universo nel suo insieme il tempo non avrebbe significato. Ma non è cosi. Anche l'universo invecchia. Lentamente, ma invecchia.
Le stelle si allontanano fra di loro, come i frammenti di una antica esplosione. Si muovono una rispetto all'altra a grandissima velocità: una velocità che arriva fino ad essere quasi un milione di volte più grande di quella del più veloce degli aerei. Solo il fatto che sono cosi lontane da noi, e cosi lontane l'una dall'altra, ce le fa sembrare immobili. I movimenti che vediamo nei corpi celesti non sono dunque solo movimenti circolari e ripetitivi; non è solo il ruotare dei pianeti e dei satelliti e lo stesso ruotare della Terra intorno a se stessa che da movimento al firmamento. Le stelle se ne vanno, e parrebbero destinate a sprofondare nello spazio senza fine. È un fatto, questo, che è stato senza alcun dubbio dimostrato da precise misure eseguite dagli astronomi negli ultimi decenni.
Ma c'è di più. Ogni singola stella invecchia; e, quando viene il suo turno, muore. Gli astronomi hanno potuto osservare la morte di molte stelle.
Anche il nostro Sole invecchia. Esso è nato molti miliardi di anni fa; e vivrà ancora per molti miliardi di anni. Ma anch'esso invecchia inesorabilmente, si consuma; ed anche per lui verrà puntuale la morte.
Niente dunque è lasciato intoccato dal passare del tempo. Rigoroso e imparziale, il tempo condanna ogni cosa a invecchiare. Qualunque cosa noi guardiamo oggi, la troveremo più vecchia di un giorno domani. Dire dunque che una cosa è più vecchia, significa che su di essa il tempo ha agito più a lungo. Ma più vecchio significa anche più deteriorato, più malandato. L'azione del tempo tende a peggiorare la qualità delle cose, non a migliorarla: il passare del tempo avvicina ogni cosa alla morte.

Qual è la causa che costringe le cose a cambiare? E che cosa significa, non solo per un essere vivo ma per un oggetto, invecchiare? L'invecchiamento è un processo senza speranza? Lo è certo per ciascuno di noi, inteso come individuo: ma lo è anche per l'universo nel suo insieme? Oppure l'universo nel suo insieme potrà ringiovanire, e ritornare così com'era quando è nato?

NOTA:
Sino alla frase "Dire dunque che una cosa ..." il ragionamento è oggettivo, cioè è una osservazione di fatti.
Le due frasi seguenti esprimono delle opinioni, rispettabili, ma anche non condivivisibili.
"più deteriorato, più malandato, peggiorare la qualità" per chi? La morte di un individuo è la vita per qualcun'altro: la morte di una carota, il suo deterioramento è la vita, il miglioramento del conoglio che l'ha mangiata e di me che ho mangiato il coniglio e dei vermi che mi mangeranno quando sarò morto. Come sempre (vedi il paragrafo ENERGIA E VAPORE alla voce "classificazione dell'energia" in questo capitolo) tutti i processi fisici (ma anche molti altri, anche quelli civili e religiosi) hanno almeno due aspetti ai quali si associano i giudizi di buono / cattivo a seconda della convenienza di chi giudica.