Rischi di incendio od esplosione

Notizie generali
La combustione di una sostanza è una reazione chimica di ossidazione che si verifica soltanto quando sono contemporaneamente presenti:

La reazione di combustione si mantiene solo se il rapporto fra le quantità di comburente e di combustibile è compreso entro certi limiti e se la temperatura della miscela rimane ad un livello opportuno; tali valori limite variano da sostanza a sostanza.
Si può dire che, praticamente, tutte le sostanze organiche (tranne poche eccezioni) sono combustibili, ma solo una parte di esse presenta caratteristiche tali da dover essere classificate come sostanze infiammabili e quindi pericolose. Le caratteristiche di infiammabilità di una sostanza chimica si esprimono mediante tre dati sperimentali:

Come evitare il rischio
Le sostanze infiammabili vanno conservate e maneggiate in modo che non si verifichino mai contemporaneamente tutte le condizioni che possono dare origine alla combustione. Tali sostanze si conservano in recipienti ben chiusi, riempiti per non più di 3/4 (per compensare le dilatazioni termiche), ed immagazzinati in luoghi ben ventilati e possibilmente isolati dal laboratorio. In laboratorio, la soluzione ideale e rappresentata dall'uso di armadi antincendio, perfettamente isolati dall'esterno, antifiamma e dotati di chiusure automatiche in corrispondenza di un innalzamento delle temperature dell'ambiente: ciò evita il rischio che incendi prodottisi per altre ragioni trovino facile alimentazione in solventi e prodotti infiammabili. La quantità di solventi o sostanze infiammabili presenti in laboratorio deve essere sempre la minima indispensabile.
Le bottiglie di vetro vanno trasportate in cassette con il fondo chiuso in modo da contenere eventuali travasi di liquido. Damigiane e fusti metallici devono essere spostati solo usando gli appositi carrelli; il travaso di liquidi infiammabili in recipienti più piccoli va effettuato per mezzo di sifoni, in ambienti isolati e lontani da sorgenti di calore. I fusti metallici vanno collegati elettricamente a terra durante l'apertura ed il travaso, per evitare le scariche elettrostatiche.
Le sostanze infiammabili devono essere scaldate o evaporate sempre sotto cappa e lontano da fiamme, resistenze elettriche scoperte, motori elettrici in funzione e superfici molto calde.
Solventi altamente infiammabili (etere, solfuro di carbonio, etc.) non vanno evaporati in recipienti aperti, ma preferibilmente distillati.
Alcune sostanze chimiche particolarmente reattive si ossidano spontaneamente a contatto dell'aria fino a raggiungere la temperatura di ignizione. Esempi comuni sono: fosforo bianco, alcuni composti metallorganici (metallo-alchili), metalli finemente suddivisi (piroforici) quali: magnesio, alluminio, nickel Raney, etc. Queste vanno sempre maneggiate in atmosfera di azoto o altro gas inerte, oppure protette dal contatto dell'aria con uno strato di liquido (ad esempio, il fosforo bianco si conserva sotto acqua). Altre, come i metalli alcalini e molti idruri metallici, reagiscono con l'acqua formando idrogeno che può incendiarsi per il calore di reazione. È necessario quindi evitarne assolutamente il contatto con l'acqua e l'esposizione prolungata all'aria e conservarli sotto petrolio in recipienti chiusi.
Per le sostanze esplosive e comburenti valgono le stesse norme di sicurezza esposte per le sostanze infiammabili. Devono essere conservate in locali esterni resistenti all'esplosione, e separati da quelli in cui sono conservate le sostanze infiammabili. Le sostanze esplosive vanno sempre maneggiate sotto cappa, con la massima attenzione e nella minima quantità possibile, usando adeguati mezzi di protezione (occhiali, guanti, schermi di sicurezza, etc.). Si ricordi che molte di queste sostanze sono assai sensibili ad urti, sfregamenti e surriscaldamenti, specialmente quando sono allo stato secco.
Particolarmente insidiosi sono i perossidi e gli idroperossidi organici che si formano in certi solventi (eteri alifatici, diossano, tetraidrofurano, etc.) per prolungata esposizione all'aria e alla luce. Quando questi solventi si distillano o si fanno evaporare, il perossido, eventualmente presente, si accumula in fondo al recipiente e può dar luogo ad una violenta esplosione se l'evaporazione è prolungata fin quasi a secchezza. Questi solventi vanno quindi conservati in bottiglie scure ben chiuse possibilmente in presenza di inibitori di ossidazione (difenilammina, naftoli, idrochinone, rame metallico, Ce(OH)3, etc.) o sotto atmosfera di gas inerte. Si devono anche eseguire dei saggi periodici per accertare la presenza dei perossidi e, in caso positivo, distruggerli con reagenti opportuni.
Molte sostanze di per se stabili possono dare origine a reazioni violente o a prodotti di reazione esplosivi o tossici quando vengono a contatto con altre sostanze «incompatibili». Di tali incompatibilità si deve sempre tenere conto quando si gettano via residui di sostanze diverse in un contenitore comune, nonché quando si deve stabilire la disposizione delle varie sostanze nei depositi o nei reagentari.

Come comportarsi in caso di incendio e/o esplosione
Vedere la sezione sulle norme di comportamento: incendio.