Periodico degli allievi dell’Istituto Tecnico per Geometri “L. Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni (SA) - 
Dirigente Scolastico Prof. Claudio Mazzotta
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Numero 2
Maggio 2003
Pag. 2

 

Guerra in Iraq

Aniello Petrosino
1^C

Gennaio, anno 1991, Bush senior, allora presidente degli Stati Uniti d’America, dà vita alla campagna militare che poi prese il nome di “Guerra del golfo”, obiettivo: liberare il Kuwait dalle milizie irachene che lo avevano invaso poco prima.

La realtà non seppe dare ragioni a chi affermava che quella sarebbe stata una guerra lampo. La storia ci insegna che le guerre non sono classificabili in brevi o durature, ce ne danno un esempio abbastanza prossimo il Vietnam, il secondo conflitto mondiale e le tante altre guerre che colpiscono le popolazioni africane e dell’America latina.

Marzo, anno 2003, Bush junior, figlio del precedente omonimo presidente, quasi a seguire le orme del padre, segna un’altra pagina di storia con un nuovo conflitto, gia chiamato dagli storici, “la seconda guerra del golfo".

L’obbiettivo delle truppe alleate, formate da americani, britannici e marginalmente da spagnoli, è di togliere il potere dalle mani del dittatore locale che da oltre vent’anni regna su un  popolo sottomesso e seviziato, obbligato a seguire le idee socialiste del governo. E’ passata così anche la seconda settimana di guerra mentre, in questo momento, migliaia di bombe continuano a cadere su Bagdhad, Bassora, Tikrit, Mosul, e su un grande centro petrolifero, Kirkuk.

L’Ansa ci riporta le notizie che il soldato – donna catturato dagli iracheni è stato liberato, intanto in Kuwait si stanno allestendo migliaia di prigioni per gli iracheni nello stesso momento la televisione araba Al – Jazera, ci fa sapere che ogni giorno cadono aerei e elicotteri alleati nelle mani dei fedelissimi di Saddam, la televisione americana Fox dice che è prossima l’entrata in Baghdad, ma gli stessi generali fanno sapere che la guerra si porterà avanti, quanto meno, fino all’inizio della nuova stagione. I giornalisti italiani fermati a Bassora saranno costretti a all’espatrio in Giordania. Le notizie continuano ad entrare nelle nostre case dove ci siamo noi inconsapevoli di ciò che avviene realmente.

Dopotutto la guerra è diventata anche questa falsa informazione. Perdite civili, kamikaze e tante altre cose dovrebbero farci capire come si sta trasformando.

 

I venti di guerra gonfiano i guadagni

Domenico Zuppetti
3^C

C'è chi fa soldi ammazzando la gente e c’è chi li fa aiutando i soldati americani a vivere nelle dure condizioni di guerra. La spesa militare statunitense sovrasta quella di ogni altro paese del mondo.

Non solo: è più alta della somma del budget dei potenziali nemici. Gli Stati Uniti spendono 465 miliardi all’anno in armamenti, assistenza militare all’estero, studi, aiuti. Vuol dire 1.2 miliardi di dollari ogni 24 ore. A questa cifra va aggiunta la spesa per la guerra in Iraq, che dovrebbe aggirarsi sui 100 miliardi di dollari. Il dopoguerra, invece, costerà tra i 10 e i 45 miliardi.

La pianificazione è già prevista per almeno cinque anni. Intanto, alcune industrie già stanno guadagnando, aumentando la loro produzione. C’è anche chi si riempie le tasche con le paure per la guerra batteriologica. L’ex presidente del Comitato dei capi di Stato Maggiore ha comperato, per due soldi, dallo stato del Michigan un’azienda di vaccini.

A questo punto mi pongo una domanda: a chi gioverà una guerra intrapresa in questo periodo?

 

L’attacco alle torri gemelle

Alfonso Pagano e Sabato Senatore
1^ C

Il giorno 11 Settembre 2001 è una data che il mondo non dimenticherà mai. In quel tragico giorno due aerei di linea, precisamente due Boeing 767, si schiantarono sulle due torri simbolo dell’economia e della ricchezza Americana. In quel giorno tutti i programmi televisivi mondiali diedero spazio alle prime immagini di quel tragico incidente. In quei minuti di panico rimasero tutti sbalorditi. All’inizio si pensava ad  un incidente mai poi,  dopo che anche il secondo aereo si schiantò contro la seconda torre, scattò subito l’allarme terrorismo. A dare la conferma di questo atto terroristico fu un comunicato del leader di Al - Qaida e cioè Bin Laden.

Da quel momento l’America non ha dimenticato quell’affronto. Per punire i colpevoli incominciarono i primi bombardamenti in Afganistan. In quella battaglia era impossibile attaccare obbiettivi militari perché i civili venivano messi a protezione dei bunker.

Dopo i primi giorni di bombardamenti cominciarono a giungere le prime immagini di distruzione e di morti, accompagnate da interviste a persone Americane. L’affermazione che mi colpì particolarmente fu quella di un anziano Americano che aveva detto di non aver paura della guerra, perché l’America aveva un enorme esercito e grandi basi missilistiche; gli facevano invece paura gli attentati perché non si sapeva né dove né quando sarebbero avvenuti. Quella guerra provocò solo molti morti ma non ha allontanato la paura del terrorismo. Speriamo di non assistere più ad attacchi terroristici perché è la cosa più brutta che ci sia.

 

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 Webmaster: Prof. Michele Perone

 Ultimo aggiornamento..... domenica 25 maggio 2003