Periodico degli allievi dell’Istituto Tecnico per Geometri “L. Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni (SA)
Dirigente Scolastico Prof. Claudio Mazzotta
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Numero 2
Maggio 2003
Pag. 3

 

L'immigrazione

Giuseppe Squitieri
2^C

Stiamo vivendo un fenomeno ormai planetario: la globalizzazione che riguarda il mondo dell’economia, della finanza, del lavoro ecc… Questo fenomeno rappresenta un paradosso perché anziché unificare le risorse mondiali verso sbocchi positivi ed unitari, sta creando discriminazione, disparità e squilibri mai verificatisi prima. La povertà, anziché ridursi, si sta diffondendo; i consumi continuano a crescere in modo vertiginoso e sempre più squilibrato. Neanche il fenomeno dell’immigrazione sfugge alla globalizzazione. Nel passaggio dal vecchio al nuovo millennio grandi flussi immigratori si stanno spostando verso le zone più ricche.

L’Italia, che rappresenta il confine sud d’Europa, con la vicinanza agli inquieti stati Balcanici, è la porta di ingresso ideale al “vecchio continente”. Il nostro paese ha due milioni di immigrati, entrati come clandestini. Nella sola Milano vivono oltre duecentomila extracomunitari che formano una vera e propria città multietnica; senza contare quelli che vivono o si nascondono nelle altre città, rifugiandosi in baraccopoli.

La nascita dei figli di immigrati ha trasformato il saldo demografico italiano. Continue ondate provengono dalle coste albanesi. Individui senza scrupoli trasportano i profughi da costa a costa a bordo di gommoni, veloci motoscafi, che effettuano il percorso di notte eludendo la vigilanza. Il fenomeno dell’immigrazione non è un problema di ordine pubblico; dalle frontiere marittime passa un’umanità varia di persone oneste, avanzi di galera, non mancano tante ragazze, soprattutto minorenni, vendute per intraprendere la strada della prostituzione.

È un dovere morale offrire accoglienza ed ospitalità a chi desidera integrarsi e vivere onestamente, dall’altro, però non si può ignorare che la convivenza fra comunità tanto diverse di italiani ed extracomunitari può creare problemi di razzismo. Queste situazioni sono più probabili nelle zone meridionali in cui c’è disoccupazione e sottosviluppo, dove gli abitanti possono vedere nell’immigrato colui che è venuto a sottrarre loro le poche possibilità di lavoro.

Il nostro Paese, nonostante episodi di razzismo, ha dimostrato un atteggiamento di comprensione e di accoglienza. Questa constatazione non può farci dimenticare che non possiamo accogliere sempre e comunque gli extracomunitari; se è vero che l’Italia ha una grande tradizione di ospitalità è altrettanto chiaro che questa ha bisogno di regolamentazione per essere in grado di trattare gli extracomunitari come esseri umani.

Nel corso degli anni il nostro Paese ha emanato varie leggi in questa materia. Dobbiamo renderci conto che il nostro Paese è destinato ormai a diventare multirazziale come avviene per gli U.S.A. È un processo storico irreversibile, si deve riflettere però sui vantaggi che ne potremo trarre in termini di arricchimento culturale. Convivere, collaborare con persone di altre razze significa imparare a dialogare, ricercare i motivi ed i significati comuni dell’essere uomini nel rispetto reciproco.

Su queste basi sarà possibile avere una società plurietnica in cui le diversità non saranno motivo di divisione ma occasione di incontro. Secondo me il problema non si risolve continuando la raccolta dei profughi e degli immigrati nei campi di accoglienza per poi, magari, espellerli; molte volte accade che gli espulsi rientrano nel nostro Paese ma è anche diffusa la fuga dai centri di accoglienza di persone che fanno perdere le loro tracce, così si ha la diffusione del fenomeno dei clandestini. È sulla base delle conseguenti scelte che si giocherà il futuro del nostro Paese nel nuovo millennio.

 

Lotta allo spreco dell'acqua

Salvatore De Prisco 3^C

Grandi opere per portare l’acqua all’agricoltura, specialmente al sud. Sembrerebbe questo lo scopo per lo sviluppo e il miglioramento dell’irrigazione e del mantenimento degli equilibri fra territorio, produzione alimentare e risorse idriche. Alcuni chiedono molti investimenti anche dell’ordine di migliaia di milioni per questo settore; ma non tutti sono d’accordo o perlomeno chiedono di verificare i bisogni e distinguere a seconda delle situazioni.

Antonio Massarutto dell’Istituto di Economia delle Fonti di Energia e dell’ambiente dell’Università Boccali e docente di Economia del settore pubblico ad Udine riferisce che gli investimenti prioritari e portatori di maggiori benefici sono quelli atti a rendere più efficienti l’uso dell’acqua, sia nel senso di limitarne le perdite, sia nel senso di utilizzare le tecniche irrigue più efficienti, sia soprattutto nel concentrare l’acqua sulle colture sulle quali ricade il maggior valore aggiunto.

Per conoscere la situazione reale dell’economia dell’irrigazione in Italia, dobbiamo distinguere: l’irrigazione individuale basta su prelievi autonomi  dalla falda o da piccoli invasi, che di solito comporta maggiori problemi ambientali perché è localizzata in ore ristrette, in particolari nei periodi di siccità, difficile da controllare; e l’irrigazione collettiva che, al contrario, interessa il 90% degli usi irrigui in Italia.

Quest’ultima comporta problemi ambientali molto inferiori legati al deflusso superficiale ed agli aspetti paesistici comunque affrontabili con lo strumento del deflusso minimo vitale. Quindi, la strada migliore nella gestione dell’acqua è quella di promuovere accordi volontari fra gli utilizzatori, come accade sempre più spesso in Spagna e in Portogallo. Ma la condizione essenziale è la costituzione di soggetti gestori che si confrontino con un bilancio, le cui entrate dipendono dalle tariffe e delle rispettive realtà territoriali.

 

Acqua: benessere dell'umanità

Claudia Apuzzo
3^C

Bere molta acqua non è certo un errore, anzi è fondamentale per il benessere fisico a tutte le età ed in ogni stagione.

L’acqua è infatti la sostanza principale del corpo umano perché costituisce il 60-65% del peso di un adulto e fino al 75% di quello di un neonato. E’ inoltre il mezzo nel quale avvengono la reazioni metaboliche. Un litro e mezzo, due litri sono la razione quotidiana che bisogna assumere sempre, anche senza lo stimolo della sete. 

Negativo è lo spreco dell’acqua considerato un problema da risolvere assolutamente. Gli italiani consumano ogni giorno in media circa 155 litri di acqua a testa. Siamo i primi consumatori europei, superando paesi come Francia e Germania. Noi siamo fortunati ad avere questa risorsa perché è fondamentale per la vita e non solo non va sprecata ma soprattutto non va inquinata. Difendere questo bene equivale a salvaguardare anche la nostra vita e quella dell’intero pianeta.

 

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ITG "Vanvitelli" - Cava de' Tirreni (SA)

 Webmaster: Prof. Michele Perone

 Ultimo aggiornamento..... martedì 26 agosto 2003