L’hip
hop è uno stile di vita, non solo un tipo di danza e di musica,
perciò non si presta ad essere imbrigliato nelle regole
schematiche tipiche delle discipline legate al fitness.
L’atteggiamento
hip hop che contraddistingue delle precise minoranze etniche
come neri, americani e portoricani, nasce in relazione ad uno
stile di vita, la mancanza di strutture nei quartieri popolari
delle grandi metropoli americane, favorisce l’avvento dei così
detti artisti di strada che, peraltro, sono sempre esistiti in
forme a noi più note: prestigiatori e cantastorie.
Il
fenomeno si sviluppa e progredisce nel clima di protesta e di
rinnovamento degli anni ’70.
Nascono
i Rockers (ballerini di strada), i graffisti (arte dello
bombolo), i rappers (cantanti e dj).
Come
ogni nascituro che ha un genitore, ognuna di queste ha un padre,
capostipite e leader, (James Brown è il re della musica di
allora).
Nell’hip
hop ci sono vari stili:
-hip
hop-
stile basato sul gioco delle gambe e delle braccia. L’accento
verso il basso, down beat, impegna gli arti inferiori che devono
mantenere un ritmo rapido ma fluido.
-roboting-
stile meccanico che riproduce i movimenti dei robot.
-smurf-
tecnica
in cui il corpo sembra attraversato da onde.
-elettric
boogie-
si ha l’illusione ottica che il corpo sia attraversato dalla
corrente elettrica.
-breakdance-
prevede delle acrobazie utilizzando il contatto del pavimento
con diverse parti del corpo e anche passi in piedi, ma data la
difficoltà e la pericolosità dei movimenti è praticata da un
ristretto numero di persone.
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