Pierre
de Coubertin affermava che “L’importante non è vincere ma
partecipare”.
Praticare
un’attività sportiva significa, infatti, per un giovane,
conquistare progressivamente l’equilibrio
psico-fisico,imparare a dominare i propri istinti attraverso il
rispetto delle regole, dei tempi e dei ritmi di allenamento
Recentemente
qualcuno ha detto che se le palestre ed i centri sportivi
fossero più frequentati dai giovani si svuoterebbero le galere.
Se
ci pensiamo bene questa affermazione non è banale come sembra.
Infatti,
chi impara a dominare il proprio corpo attraverso la mente
diventa una persona dotata di equilibrio interiore.
Chi
impara a condividere nel gioco di squadra gioie e dolori, attese
e speranze, è poi capace di inserirsi proficuamente nella
società, rispettando gli altri.
L’affermazione
di de Coubertin però oggi non è più di moda, perché oggi si
deve vincere costi quel che costi.
“Lo
sport agonistico si è trasformato in un’arena mangia
uomini”.
Infatti,
è consentito fare di tutto pur di vincere, come ad esempio
assumere sostanze dopanti.
Quanti
personaggi del mondo sportivo, un tempo famosi, sono scomparsi
in età giovane, o stanno lottando contro mali incurabili,
provocati dall’abuso di sostanze dopanti?
“Ma
lo sport spettacolo deve andare avanti, finito un eroe se ne
crea un altro”.
Le
nuove frontiere del doping vedono l’arrivo dell’uso di
medicinali abitualmente in commercio, sapientemente miscelati o
usati per modificare le prestazioni dell’atleta, migliorando
il suo rendimento in gara e non facendogli avvertire la fatica.
Il
nostro organismo ha come dei campanelli d’allarme che, quando
il fisico non sopporta più la fatica, iniziano a suonare,
facendo avvertire i primi segni di stanchezza.
Le
sostanze dopanti tendono ad attenuare e a far tacere del tutto
questi campanelli d’allarme per cui l’atleta continua a
macinare a pieno ritmo fino al punto da rischiare il collasso,
con gravissime conseguenze per la stessa vita.
Per
questi motivi, io credo, andrebbe riscoperto il valore formativo
più che quello competitivo dello sport.
Per
questo motivo, io credo, i ragazzi devono essere spinti verso la
pratica sportiva più per lo svolgimento di una attività che
faccia crescere mente e corpo e non, invece, per corrispondere
ad una sfrenata competizione che conosca,ogni giorno, meno
limiti.
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