Periodico degli allievi dell’Istituto Tecnico per Geometri “L. Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni (SA)
Dirigente Scolastico Prof. Claudio Mazzotta
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Numero 2
Maggio 2003
Pag. 12

 

La violenza negli stadi

Fabio Del Regno
2^C

Lo sport nella nostra società acquisisce sempre più spazio, non solo sulle pagine dei giornali e in televisione, ma anche nella vita quotidiana dei tifosi, degli appassionati e dei simpatizzanti del mondo sportivo.

Ciò che lo sport ci offre, però, non è solamente spettacolo ed intrattenimento. Infatti, i principi su cui il basket, il calcio, la pallavolo ed altri si basano, sono rappresentati da sentimenti come la fratellanza, il gioco di squadra, l’amicizia, il divertimento. Sentimenti dunque che tendono a legare e a migliorare i rapporti umani in una società dove sono abbastanza diffusi fenomeni gravi come l’odio razziale e la violenza.. Fenomeni che, però, negli ultimi anni hanno raggiunto un livello allarmante e che purtroppo hanno interessato anche il mondo dello sport, in particolare il gioco più diffuso nel mondo, quale il calcio. Episodi di violenza sugli spalti, esposizione di striscioni che esibiscono scritte razziste e svastiche, odio tra le tifoserie rivali; questo è ciò a cui tutte le domeniche allo stadio si può assistere e su cui è necessario riflettere. Il fenomeno è sicuramente più grave di alcuni anni fa date le dimensioni e la frequenza con cui avvengono gli episodi, infatti il singolo gruppetto di “tifosi” di alcuni anni fa, intenzionato a creare scompiglio sugli spalti, si è allargato fino ad interessare intere curve.

Ma da cosa è causata questa violenza così diffusa negli stadi soprattutto in Italia?

Oltre alle immancabili teste calde che si recano allo stadio come se andassero alla guerra, le cause del fenomeno sono altre ed interessano non solo il mondo sportivo, ma anche l’intera società.

Infatti il clima infuocato che si crea intorno al mondo del calcio è causato, in parte, dalle continue critiche, a volte esasperanti, che lo rendono rigido e acceso. 

Secondo il mio parere, a mettere fine definitivamente a fenomeni di violenza gratuita non solo nel calcio, ma anche in tutti gli altri sport, potrebbe essere l’attivazione di un programma di rieducazione, in modo che la concezione di uno sport violento e la rivalità tra le tifoserie, che sfocia in un vero e proprio odio, siano estinte da quello che lo sport rappresenta davvero.

 

Sport senza droga

Giosuè Laudato
1^D

Pierre de Coubertin affermava che “L’importante non è vincere ma partecipare”.

Praticare un’attività sportiva significa, infatti, per un giovane, conquistare progressivamente l’equilibrio psico-fisico,imparare a dominare i propri istinti attraverso il rispetto delle regole, dei tempi e dei ritmi di allenamento

Recentemente qualcuno ha detto che se le palestre ed i centri sportivi fossero più frequentati dai giovani si svuoterebbero le galere.

Se ci pensiamo bene questa affermazione non è banale come sembra.

Infatti, chi impara a dominare il proprio corpo attraverso la mente diventa una persona dotata di equilibrio interiore.

Chi impara a condividere nel gioco di squadra gioie e dolori, attese e speranze, è poi capace di inserirsi proficuamente nella società, rispettando gli altri.

L’affermazione di de Coubertin però oggi non è più di moda, perché oggi si deve vincere costi quel che costi.

“Lo sport agonistico si è trasformato in un’arena mangia uomini”.

Infatti, è consentito fare di tutto pur di vincere, come ad esempio assumere sostanze dopanti.

Quanti personaggi del mondo sportivo, un tempo famosi, sono scomparsi in età giovane, o stanno lottando contro mali incurabili, provocati dall’abuso di sostanze dopanti?

“Ma lo sport spettacolo deve andare avanti, finito un eroe se ne crea un altro”.

Le nuove frontiere del doping vedono l’arrivo dell’uso di medicinali abitualmente in commercio, sapientemente miscelati o usati per modificare le prestazioni dell’atleta, migliorando il suo rendimento in gara e non facendogli avvertire la fatica.

Il nostro organismo ha come dei campanelli d’allarme che, quando il fisico non sopporta più la fatica, iniziano a suonare, facendo avvertire i primi segni di stanchezza.

Le sostanze dopanti tendono ad attenuare e a far tacere del tutto questi campanelli d’allarme per cui l’atleta continua a macinare a pieno ritmo fino al punto da rischiare il collasso, con gravissime conseguenze per la stessa vita. 

Per questi motivi, io credo, andrebbe riscoperto il valore formativo più che quello competitivo dello sport.

Per questo motivo, io credo, i ragazzi devono essere spinti verso la pratica sportiva più per lo svolgimento di una attività che faccia crescere mente e corpo e non, invece, per corrispondere ad una sfrenata competizione che conosca,ogni giorno, meno limiti.

 

La Cavese torna in C

Alfonso Pagano
1^C

Dopo le amarezze e le delusioni dell’anno scorso, la Cavese ha dato ai suoi tifosi una grandissima gioia, coronamento di tante emozioni che hanno fatto battere il cuore di giovani ed adulti per un intero campionato. La felicità più grande sicuramente è stata regalata il 27 aprile scorso quando nello stadio Simonetta Lamberti di Cava de’ Tirreni è stata scritta una pagina bellissima della storia calcistica Cavese, imponendosi sul Corigliano con un gol di Fabio Di Vito, laterale d’attacco.

La Cavese, con un grande passato anche in serie B, è rientrata meritatamente nel calcio professionistico della serie C2.

Nel momento in cui il pallone entrava in rete lo stadio è esploso in un boato, seguito da pianti, canti e cori, tenuti pronti per il momento tanto atteso. La tifoseria, memore delle passate ingiustizie, ha trattenuto la gioia fino a quando non è stata annunciato ufficialmente il risultato del Lamezia, unica squadra che poteva ancora contrastare il primato della Cavese.

Quando dagli altoparlanti è stata urlata la sconfitta del Lamezia, lo stadio ha tremato e la gioia più completa ha attraversato tutta la città. Sicuramente i tifosi non dimenticheranno questa vittoria e tutti insieme continueranno a seguire la squadra della loro città.

Grazie Cavese.

 

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 Webmaster: Prof. Michele Perone

 Ultimo aggiornamento..... martedì 26 agosto 2003