Borgo Scacciaventi di Cava de' Tirreni

Il Weblog della 3^C dell'I.T.G. "L. Vanvitelli" di Cava de' Tirreni (SA)

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25 Nov. - Rabdomanzia: quando diventa impossibile sperimentare.
23 Nov. - La Radiestesia e la Geobiologia.
21 Nov - Salite in discesa.
10 Nov - Solo in caso di vicende catastrofiche...
9 Nov - Non si deve aspettare...
8 Nov - Una mappa della pericolosità per tutto il Paese.
5 Nov. - Cecchini Usa, forse 14 le vittime.
3 Nov - Rischio sismico, sappiamo molto ma facciamo poco.
Lunedì, 25 Novembre 2002

Rabdomanzia: quando diventa impossibile sperimentare.

A qualcuno in classe è venuta in mente la parola rabdomanzia. Cercando cercando è venuto fuori questo articolo, tratto ancora dal sito CICAP, che descrive le proprietà di questi rabdomanti vagliate dal Comitato che controlla le affermazioni sul paranormale. Mi è parsa una lettura interessante da mettere agli atti del WeBlog della nostra classe. Leggere per scoprirne i misteri.....

Rabdomanzia: quando diventa impossibile sperimentare

Il signor Maurizio Armanetti, rabdomante e geobiologo di Pontremoli (MS), da diversi anni chiede che il CICAP esamini le sue facoltà ma, ogni volta che si arriva al momento cruciale, per qualche motivo l'esperimento salta. Inizialmente, il CICAP aveva proposto al signor Armanetti di trovare una bottiglia d'acqua chiusa in una scatola e mescolata ad altre nove scatole in cui si trovava della sabbia. Se il signor Armanetti avesse individuato la scatola contenente l'acqua, grazie alle sue facoltà di rabdomante, un numero significativo di volte l'esperimento avrebbe potuto considerarsi un successo. Ma il signor Armanetti ha rifiutato questa prova perché, ci ha spiegato, lui ha bisogno di sentire l'acqua in movimento.

Allora, il CICAP ha proposto il seguente esperimento: in un campo delimitato (es. 10 metri per 10) vengono sotterrati dei tubi, disposti in maniera ignota all'Armanetti, dentro i quali scorre dell'acqua. Compito del signor Armanetti individuare il percorso esatto dei tubi. Ma nemmeno questa prova risultava gradita all'Armanetti: l'acqua, ci ha infatti spiegato, non deve essere costretta dentro dei tubi ma deve essere libera di scorrere.
Il CICAP, nelle sue sperimentazioni, cerca sempre di accogliere tutte le richieste dei soggetti in modo da metterli nelle condizioni migliori e facilitare così la riuscita degli esperimenti. Così, progettammo una nuova prova. Il signor Armanetti sarebbe stato portato su una zona delimitata di un campo sotto il quale era certo ci fosse dell'acqua. Il suo compito sarebbe stato quello di individuare il o i punti nel terreno sotto i quali si trovava l'acqua e altrettanti punti sotto i quali non c'era l'acqua: in corrispondenza di ogni punto sarebbe stata messa una bandierina di colore diverso: bianca = c'è l'acqua; rossa = non c'è. Dopo pochi minuti, l'Armanetti sarebbe stato riaccompagnato sullo stesso terreno bendato e, di fronte a ogni bandierina, gli sarebbe stato chiesto se si trattava di un punto sotto cui scorreva l'acqua o no. Se i responsi dati la seconda volta combaciavano con quelli dati la prima, l'esperimento avrebbe potuto considerarsi riuscito.

Ma per l'Armanetti anche questo esperimento non andava bene: non lavorava mai bendato, ci spiegò, e quindi non si poteva fare. Trovammo, allora, un modo alternativo per fare lo stesso esperimento senza bendatura: il campo (piano, di terra smossa, senza alberi o sassi) - o una o più parti dello stesso - avrebbe dovuto essere circondato da tende (anche sul tetto) in modo da non dare al soggetto alcun indizio ambientale sul suo orientamento. Armanetti a questo punto avrebbe dovuto entrare nelle tende, indicare i punti in cui sentiva l'acqua e quelli in cui non la sentiva poi uscire; un geometra avrebbe preso nota su una cartina dei punti esatti indicati. Per la seconda prova di controllo, l'orientamento delle tende sarebbe stato modificato e l'Armanetti riportato dentro: senza alcun punto di riferimento, avrebbe dovuto individuare gli stessi punti di prima: quelli con l'acqua e quelli senza. Dopodiché si sarebbe effettuato il confronto.
Non ci e' ancora chiaro il perché, ma nemmeno questa prova andava bene. Ecco invece cosa ci proponeva l'Armanetti: seguirlo in una delle sue ricerche e verificare se trovava o meno l'acqua. E' evidente che una prova di questo tipo non ha alcun valore scientifico. Non e' incontestato il fatto che una persona, con ormai una notevole conoscenza idro-geologica, possa, come del resto può anche un geologo, individuare le zone in cui si trova più probabilmente l'acqua (e il fatto e' che l'acqua si trova praticamente ovunque; il problema, se mai, e' a quale profondità). Ciò che va verificato e' se il signor Armanetti può trovare o meno l'acqua grazie alle sue facoltà di rabdomante. Per fare ciò, e' evidente che tutti gli indizi ambientali devono essere occultati e che il signor Armanetti deve ripetere la prova un numero significativo di volte (altrimenti, si potrebbe trattare di un caso). Inoltre, per avere un termine di paragone, la sua prestazione va confrontata con quella di un esperto geologo messo nelle stesse condizioni.
Quindi, in teoria, si potrebbe anche fare come dice il signor Armanetti: seguirlo su un campo, vederlo cercare l'acqua, sentire il parere di un geologo, quindi scavare e vedere se l'acqua c'é. Ma una prova simile andrebbe ripetuta per lo meno svariate decine di volte, perché altrimenti si rischierebbe di perdere del tempo e basta. Il problema, allora, diventa l'eccessiva onerosità di una simile prova: chi ha i mezzi per finanziare una sperimentazione di questo tipo?
Inspiegabilmente, ci si aspetta che sia il CICAP a sostenere questo tipo di oneri: ma si può davvero pretendere che il Comitato corra dietro ogni persona che sostiene di potere dimostrare un qualche fenomeno straordinario? Se domani qualcuno viene dal CICAP dicendo di avere contatti telepatici con gli “abitanti della Luna”, dovremmo forse raccogliere fondi per affittare un razzo che ci porti sulla Luna e verificare così se ci sono o meno questi abitanti? E' evidente, che è colui che fa l'affermazione ad avere l'onere di dimostrare la veridicità di quanto afferma.

Ora, nonostante la costante disponibilità dimostrata dal CICAP alla sperimentazione, a fronte di una continua serie di rifiuti delle nostre proposte, il signor Armanetti ha il coraggio di scrivere nel suo materiale pubblicitario (compreso il suo sito internet) che la sua “straordinaria capacità Sensitiva” sarebbe “direttamente incontestata da addetti ai lavori come Piero Angela e dagli esponenti del CICAP”!
Ci sembra un atteggiamento come minimo curioso. Come potrebbe il CICAP contestare qualcosa che non ha mai avuto il modo di esaminare, non per l'incapacità di spiegare un fenomeno ma per il costante rifiuto di colui che presenta il fenomeno di sottoporsi a una seria verifica sperimentale?
Poiché il signor Armanetti sostiene di essere seguito da esperti e di far parte di ''commissioni scientifiche” non meglio identificate, gli consigliamo di produrre lui stesso con i suoi esperti un esperimento valido e attendibile e di sottoporlo poi a una seria rivista scientifica di geologia o di fisica. Il fatto che trasmissioni televisive abbiano parlato del signor Armanetti o che lo abbiano fatto quotidiani o periodici scandalistici (sembra che il signor Armanetti vada particolarmente fiero di un trafiletto pubblicato sull'americano “National Enquirer”, una versione molto scadente della nostra “Cronaca vera”) non ha infatti alcun valore scientifico ai fini di convalidare le facoltà rabdomantiche del signor Armanetti.

Solamente quando una seria rivista scientifica (come per esempio Nature, Physical Review Letters, Physics, o l'American Journal of Physics) pubblicherà i suoi risultati il signor Armanetti potrà finalmente dire che le sue facoltà sono “incontestate dalla scienza”, ma fino ad allora gli consigliamo di non avvalersi nella sua pubblicità di avalli scientifici (in particolare quello del CICAP) che non ha mai ottenuto.

Posted by Claudia Apuzzo

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Sabato, 23 Novembre 2002

La Radiestesia e la Geobiologia.

Sono stata colpita da questo articolo che tratta scienze non diffuse la cui conoscenza può aprire fronti di norevole interesse da indagare e conoscere.

La Radiestesia e la Geobiologia

La radiestesia è la scienza che si occupa delle radiazioni a basse frequenze ed a livelli elevati.
Deriva dal termine latino RADIUS = RAGGIO e dal temine greco AISTHESIS = PERCEZIONE.
La radiestesia capta ed individua tutte le radiazioni emesse che non sono percepite dai nostri cinque sensi limitati e le rapporta al nostro organismo, per capire di che cosa può aver bisogno per il suo stato di salute.
La geobiologia, che è lo studio dei fenomeni ambientali connessi con la terra, mostra quale sia l'influenza delle radiazioni telluriche su tutte le cellule viventi (umane, animali, vegetali).

In questa incisione del 1700 (tratta dallo "Speculum metallurgicum politissimum di R. Rossler) si vedono dei ricercatori con la bacchetta da rabdomante, ed altri che contrassegnano le zone mediante dei pioli conficcati nel terreno. La quadrettatura evidenziata ricorda la griglia di Hartmann.

Perchè la radioestesia.

Questo termine è stato coniato dall'abate francese A. Mermet e significa sensibilità alle radiazioni, agli impulsi, alle vibrazioni, alle emanazioni.
Le radiazioni percepite con la radiestesia sono quelle energie Hertziane emesse da tutti i corpi, animali vegetali e minerali, che per la loro bassa frequenza sono registrate o captate da persone normali particolarmente sensibili, come sensitivi, per mezzo del proprio corpo e con strumenti radiestesistici che fungono da evidenziatori del fenomeno. (cfr. la verga di legno a forma di Y usata da tempi remoti dai rabdomanti per la percezione delle vene d'acqua sotterranee...).
L'Ing. Pietro Zampa, nel suo libro "Elementi di Radiestesia", ne specifica così il significato:
"La radiestesia è la scienza che, mediante la captazione delle irradiazioni che ogni corpo ed ogni sostanza emettono, ci consente di scoprire corpi o sostanze nascosti, di conoscerne l'ubicazione, l'entità, la natura, la specie, la qualità e l'influenza che esercitano gli uni sugli altri. Tali irradiazioni non sono percepibili dai nostri sensi materiali, salvo in alcuni individui che possono captarle e risentirle direttamente in modi diversi. Tuttavia quasi tutte le persone normali possono afferrarle, comprenderle ed interpretarle, più o meno potentemente, ed anche servirsene, mediante piccoli e semplicissimi apparecchi che fanno l'ufficio, per noi, quasi di antenne radio...".
Che cosa si intende per radiazioni?
Noi viviamo in un mare di radiazioni, che altro non sono che onde, vibrazioni, vibrazioni di luce. Il sole, il pianeta terra, la luna, le galassie, gli astri, ma anche gli animali, i minerali, i cristalli e perfino alcune forme geometriche (le radiazioni emesse da quest'ultime sono chiamate "onde di forma" o forme energetiche), emettono radiazioni.
La forma dei locali di un appartamento, così come quella dei mobili o degli specchi in esso contenuti, possono creare onde di forma, positive o negative, modificare le onde di forma già esistenti nel locale e influenzare e/o pregiudicare le ricerche delle zone geopatogene.
Generalmente quando si parla di radiestesia si pensa alla verga o bacchetta da rabdomante: essa può essere formata da un ramo biforcuto di nocciolo, salice, betulla, olmo; può essere anche in acciaio, oppure in nylon o fibra poliammidica della lunghezza di 40 o 60 cm, con varie tacche, secondo la tecnica delle varie distanze di impugnatura del dott. Schneider.
Oggi l'uso di nuovi strumenti radiestesici come il biotester, ha allargato enormemente le possibilità di indagine; ciò ha portato ad una evoluzione della radiestesia, spostando la ricerca nel campo dei disturbi elettromagnetici provenienti da fonti esterne, riguardanti principalmente l'organismo umano.
La radiestesia trova numerose applicazioni in diversi campi dell'attività umana: i principali sono la PROSPEZIONE e la RIVELAZIONE:
- nella PROSPEZIONE la radiestesia permette di individuare con precisione varie fonti di queste energie, naturali e artificiali, che possono avere influenze negative per gli organismi viventi:
- le fonti naturali sono:

  • le vene d'acqua sotterranee,

  • le faglie,

  • i nodi di Hartmann,

  • i nodi di Curry.

- le fonti artificiali sono:

  • apparecchi elettrici (computer incluso)

  • cavi di alta tensione,

  • telefoni cellulari e relative antenne.

Individuata la presenza di tali radiazioni, è possibile intervenire nella maniera più appropriata, per neutralizzarle o quanto meno per porre in atto degli interventi per proteggersi.
- nella RIVELAZIONE la radiestesia viene utilizzata nell'alimentazione naturale, per determinare la vitalità degli alimenti e verificare se un alimento sia utile, in quel determinato momento, o nocivo per l'organismo di una persona.
L'esistenza delle zone geopatogene descritte in precedenza, può essere fatta anche con strumentazioni fisiche che trovano impiego in varie indagini svolte dall'uomo:
- GEOMAGNETOMETRO, per misurare le anomalie del campo magnetico terrestre;
- CONTATORE GEIGER, e SCINTILLOMETRO A GAMMA, per misurare la radioattività del sito;
- TERMOMETRO AD INFRAROSSO, per misurare l'irraggiamento da calore;
- OHMOMETRO, per la misura della resistività della presa di terra;
- MONITOR GAMMA, per le radiazioni da onde gamma;
- KOMBI-TEST, per la rilevazione dei campi elettrici e magnetici da corrente elettrica.  

Perchè la Geobiologia.

Le influenze del sottosuolo sulle persone ad esse sensibili vengono definite geopatie e gli impulsi, eccitazioni, stimoli generati particolarmente dalle faglie geologiche e dalle correnti d'acqua sotterranee, vengono definiti impulsi, stimoli geopatici.
Ernst Hartmann ed altri medici hanno accertato che esistono chiare connessioni fra influenze terrestri ed insonnia, stanchezza, spossatezza, dolori reumatici (particolarmente delle gambe, piedi, braccia, spalle, schiena, fianchi e nuca), malattie dello stomaco, cuore, bile (eccitazione, irritazione, neurastenia, stati depressivi fino al suicidio).
Inoltre diversi esperimenti hanno dimostrato che sotto l'influenza di zone geopatogene vi sono modifiche nella formazione del sangue e si manifestano disturbi neurovegetativi.
Trascorriamo il 90 % del nostro tempo per abitare e/o lavorare: che luoghi abbiamo scelto?
Ogni casa ha una "anima energetica" che è in grado di interagire con il nostro organismo ed influenzare significativamente la nostra salute. Ne siamo consapevoli?

Arch. Giuseppe Maria Padoan: bioarchitetto, radioestesista.

Posted by Annarita Giordano

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Giovedì, 21 Novembre 2002

Salite in discesa.

Nei giorni scorsi abbiamo studiato il concetto di pendenza associato al concetto di inclinazione. Cercando sulla rete qualcosa che avesse attinenza con la questione mi sono imbattuta in questo articolo che descrive un fenomeno che qualcuno attribuisce ad eventi paranormali.
Ovviamente non è affatto vera l'osservazione che si ritiene di fare partendo da una osservazione sperimentale perché falso è il punto di partenza sul quale poggia l'osservazione conseguente ad una suggestione ambientale che fa avvertire come salita un tratto di strada che è (anche se non appare) in discesa.

Ad esempio, cercando di interpretare la foto che accompagna l'articolo, si vedono due strade: quella di sinistra appare (come è) in discesa, mentre quella di destra appare (come forse non è) in salita. In realtà, le due strade sono entrambe in discesa: mentre quella di sinistra ha una pendenza accentuata, quella di destra ha una pendenza dello stesso segno ma molto lieve. Dal confronto quella di destra appare in salita! 

L'articolo è tratto dal sito del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che promuove un'indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale.
Consiglio di tenere sotto controllo questo sito -aggiungetelo tra i preferiti- perché mi appare come una ottima fonte per tenersi alla larga da tante suggestioni che qualcuno, troppo spesso, vuole attribuire a fenomeni paranormali.

CICAP/Enciclopedia/Misteri e Insolito

Salite in discesa.

Esistono diverse strade in cui l'acqua, i sassi, le auto lasciate in folle tendono a muoversi nella direzione che istintivamente, ed in modo molto netto, appare essere la salita. Una delle più famose si trova ad Ariccia, vicino a Frascati, altre si trovano a Montagnana, in Trentino, a Martina Franca (TA), Francofonte (SR). L'effetto è così vistoso da attirare turisti, che si divertono a versare acqua, o a far rotolare oggetti, per vederli andare nella direzione sbagliata. Per spiegare il singolare fenomeno sono stati proposte anomalie gravitazionali, influenze aliene, influssi magnetici (che però non si spiega perché debbano attirare l'acqua).

Di fronte a questo fenomeno, la domanda che istintivamente ci si pone è: come mai l'acqua va in salita? Cosa la spinge in su? Difficilmente ci si pone un'altra domanda, molto più pertinente: come mai noi sentiamo quella direzione come "salita"? Come mai la forza che spinge l'acqua non spinge in quella direzione anche noi? Infatti proviamo a immaginare che nella zona ci fosse una anomalia gravitazionale, come alcuni hanno proposto. In quel caso l'acqua andrebbe nella direzione sbagliata, ma noi non avremmo modo di accorgercene, perché la forza sconosciuta attirerebbe anche i sensori di gravità che possediamo nell'orecchio interno, e che ci indicano in continuazione quale direzione sia il "basso". In altre parole, la forza sconosciuta ci farebbe sentire come "discesa" la direzione in cui attira l'acqua, e vedremmo una normalissima discesa in discesa.

Per cercare di affrontare il problema sono possibili molti approcci. Si può usare una livella (basta una normale livella a bolla da muratore, ma sono stati usati teodoliti pofessionali per prospezioni geografiche), per controllare la pendenza della strada. In questo modo, però, si dimostra solo che la forza sconosciuta influenza anche l'acqua nella bolla della livella, o i piombi del teodolite. Può però essere importante per stabilire che l'effetto non si limita ad agire a livello del suolo, ma influenza anche oggetti posti all'altezza del nostro orecchio (e quindi degli organi dell'equilibrio), e quindi rafforza la domanda espressa sopra: se la forza agisce anche su un teodolite, come mai non agisce sul nostro senso dell'equilibrio?

Per far fronte a questa obiezione si può fare misure traguardando la strada, con un teodolite, da un punto sufficentemente lontano da non essere influenzato dalla forza misteriosa. Misure di questo tipo sono state condotte da sulla strada di Montagnana. Si può infine misurare la direzione della verticale rispetto alle stelle, e confrontarla con quella fuori dalla zona incriminata (questa misura non mi risulta sia mai stata tentata). Si può infine cercare di limitare la visuale ad un breve tratto di strada, ad esempio facendosi da paraocchi con le mani. Con questa semplice espediente, l'acqua torna ad apparire soggetta alla normale forza di gravità.

L'effetto è quindi dovuto al nostro limitato senso dell'equilibrio, che si affida anche alla vista per decidere che direzione sia il "basso". Le salite anomale sono tratti in discesa molto leggera, posti tra due tratti in pendenza molto maggiore, e il nostro senso di orizzontale viene influenzato dal fatto che tutto il paesaggio circostante è molto più in discesa del tratto in cui ci troviamo. Contribuisce all'effetto la posizione e la conformazione dell'orizzonte visibile. Il fenomeno appare quindi simile alle molte illusioni ottiche note in psicologia. Resta un fenomeno interessante da studiare, ma per capire come funziona la nostra percezione. A questo riguardo, in un laboratorio della Facoltà di Psicologia dell'Università di Padova, l'illusione è stata riprodotta utilizzando tre plastici appositamente costruiti: con una strada a due, o tre, tratti contigui diversamente inclinabili, o con due strade affiancate e a diversa inclinazione. Recentemente il fenomeno è stato oggetto di una tesi di laurea presso questa facoltà.

È inoltre interessante da un punto di vista sociologico. In fondo non ci siamo del tutto abituati all'idea di vivere su di un pianeta sferico, in cui non esiste un "alto" ed un "basso" naturali. Il "basso" non è che la direzione verso cui si scende, e "scendere in salita" è un assurdo non fisico, ma logico. È interessante vedere come si creda più facilmente ai propri sensi, limitati ed imperfetti, che a un fenomeno semplice, e quindi più attendibile: se l'acqua va in salita, è lei che "sbaglia" ad andare di lì, non noi a prendere quella come salita. Ma se ci viene data una dimostrazione tecnica (un teodolite, che non funziona diversamente dall'acqua), siamo più portati a credere a quella che ai nostri sensi.
Gianni Comoretto

Posted by Claudia Apuzzo

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Domenica, 10 Novembre 2002

Solo in caso di vicende catastrofiche...

Solo in caso di vicende catastrofiche...

Solo in caso di vicende catastrofiche come il terremoto l’uomo si preoccupa. Non tollero che bisogna fare accertamenti alle scuole solo dopo il terremoto a San Giuliano.

Mi domando perché lo Stato non può avere le carte in regola, perché non spendere maggiori cifre per strutture più sicure ? per scuole migliori?
Sarebbe bello avere le nostre scuole come quelle americane. Forse c’è un problema economico alla base? Non penso proprio.

Posted by Claudia Apuzzo

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Sabato, 9 Novembre 2002

Non si deve aspettare...

Non si deve aspettare...

Non si deve aspettare qualche catastrofe per  accendere l’interesse attorno al rischio sismico in Italia Meridionale.

Il problema  prima di tutto va affrontata alla base. Le vere radici della scarsa alfabetizzazione scientifica in Italia allignano nelle scuole: programmi vecchi, libri di testo non adeguati e un corpo docente complessivamente impreparato ai compiti educativi che questo inizio di secolo impone in chiave ambientale.

Tutto ciò è aggravato dal fatto che in questo paese ancora nessuno paga per gli “errori” in campo di salvaguardia ambientale.

Posted by Annarita Giordano

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Venerdì, 8 Novembre 2002

Una mappa della pericolosità per tutto il Paese

Una mappa della pericolosità per tutto il Paese

La mia opinione è del tutto coerente con quanto scritto dal sismologo nell’articolo del “Il Messaggero”. Lo testimoniano il fatto di una completa dimenticanza di una mappa della pericolosità, la quale se aggiornata nel corso del tempo poteva portare alla scoperta di alcuni territori a rischio sismico che pochi anni fa non lo erano e quindi alla salvezza di 29 persone, tra le quali figura la presenza di 26 bambini innocenti.

Adesso, per quanto accaduto, si spera che si prevenga alla salvaguardia, non solo di San Giuliano di Puglia e degli altri comuni del Molise che sono i territori che maggiormente hanno risentito di questo evento sismico, ma anche di altre città aggiornando la mappa della pericolosità.

Posted by Vincenzo Di Fiore

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Martedì, 5 Novembre 2002

Cecchini Usa, forse 14 le vittime.

Una notizia tratta da Yahoo! Notizie del 2 Nov 02.

Washington - Sembra non avere fine la serie di delitti attribuiti a John Allen Muhammad alias John Allen Williams e al figliastro John Lee Malvo, i due individui sospettati di essere gli autori della catena di omicidi imputati inizialmente al fantomatico serial killer di Washington. La polizia adesso li accusa infatti di essere coinvolti in un ulteriore attacco armato avvenuto il 14 settembre scorso, dunque tre settimane prima che il misterioso cecchino cominciasse la propria campagna di terrore. Vittima ne fu un uomo di 22 anni, colpito davanti a un negozio di liquori a Silver Spring, sobborgo della capitale Usa situato nel territorio del Maryland e teatro in seguito di alcuni agguati del killer; il giovane rimase ferito ma è sopravvissuto, e sta riprendendosi.

Sale così a quattordici il numero dei crimini che Muhammad-Williams e il figliastro diciassettenne avrebbero commesso nei paraggi di Washington: dieci omicidi e quattro ferimenti; sono accusati inoltre di aver ucciso o procurato gravi lesioni ad altre persone in Alabama, Louisiana e nello Stato di Washington. Gli inquirenti stanno inoltre ampliando sempre di più le indagini ad altre zone del Paese, tra cui Oregon, California, Arizona, Michigan e Tennessee. Fonti di polizia della contea di Montgomery, entro cui ricade Silver Spring, hanno spiegato che il ferimento del 14 settembre non è rapportabile agli altri sotto il profilo balistico bensì presenta "similitudini relative a differenti circostanze"; l'accusa si basa inoltre su alcune testimonianze e sull'accertata presenza dei due e della loro vettura sul luogo dell'aggressione esattamente nel giorno in cui il 22enne fu colpito.

Posted by Ida Della Rocca

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Domenica, 3 Novembre 2002

Rischio sismico, sappiamo molto ma facciamo poco.

Un articolo, tratto da "Il Messaggero" del 3 Novembre 2002, curato da un ricercatore e sismologo sulle conoscenze di fondo che abbiamo acquisito e che faticano ad essere trasformate in norme di legge.

Rischio sismico, sappiamo molto ma facciamo poco.

di Gianluca Valenzise
(Dirigente di Ricerca e Sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)

La comunità scientifica che studia i terremoti ha appreso moltissimo negli ultimi anni, ma in Italia continua a scontrarsi con la difficoltà di trasformare queste conoscenze in norme di legge e sicurezza per le persone. E' come una catena con diversi anelli il percorso che porta sismologi, geologi e ingegneri, a costruire una mappa del rischio sismico.

Il primo anello consiste nel definire la pericolosità, cioè la probabilità che una certa zona sia soggetta a terremoti. Nella ricetta della pericolosità entrano diversi ingredienti: il primo è il catalogo storico dei terremoti, cioè la storia di un'area dal punto di vista dei terremoti che l'hanno colpita nel corso del tempo. E' un ingrediente importante, ma necessariamente incompleto, soprattutto quanto più indietro si risale nel tempo. Possiamo ragionevolmente pensare che dal 1700 in avanti tutti i terremoti importanti facciano parte del catalogo, ma andando indietro nei secoli le cose cambiano. Questo ingrediente si combina con un altro: il disegno delle cosiddette zone sismogenetiche, preparato dai geologi sulla base della loro conoscenza del territorio. Poi bisogna cercare di combinare i due tipi di informazioni "spalmando" i due ingredienti sulla superficie più estesa possibile. Oggi disponiamo anche di un altro ingrediente, più moderno: l'individuazione delle faglie che producono un terremoto, che siamo in grado di riconoscere utilizzando informazioni diverse, in parte geologiche e in parte storiche. Conclude il percorso la conoscenza delle caratteristiche di attenuazione della crosta, che controllano la distanza a cui verrà risentito il terremoto. Tutti questi ingredienti ci portano a definire il primo anello della catena: la mappa della pericolosità.

Da qui dobbiamo passare al secondo anello, quello che riguarda più da vicino le persone: la mappa del rischio. Cioè la combinazione della pericolosità con gli elementi antropici: le case, le strade, la densità abitativa, insomma la presenza umana nel territorio. Per capirci: un'area ad elevata pericolosità che si trovi però in un deserto avrà rischio zero. Al contrario, un'area a pericolosità limitata, ma su cui si insedia una grande città avrà quasi certamente un rischio elevato.

Trasformare la mappa del rischio in un uno schema di intervento delle istituzioni è compito soprattutto degli ingegneri ed eccoci arrivati al terzo anello, quello normativo, che dovrebbe fissare i parametri di sicurezza per le costruzioni, vecchie e nuove. Quello, cioè, che nel nostro Paese è così inadeguato. In Italia la normativa attuale riguarda solo gli edifici nuovi e quindi ignora la messa in sicurezza sia dell'intero patrimonio edilizio storico, sia di quello relativamente recente su cui vengono effettuate ristrutturazioni. E inoltre la normativa si basa su informazioni che per la comunità scientifiche sono vecchie.

Io ho cominciato a lavorare come sismologo nel 1983 e da allora ho dato un piccolo contributo alle conoscenze sul rischio sismico, senza che tutto questo avesse una ricaduta per il Paese. A volte ho la sensazione di aver lavorato vent'anni per niente.

Posted by Michele Perone

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