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A qualcuno in classe è venuta in mente la parola rabdomanzia. Cercando cercando è venuto fuori questo articolo, tratto ancora dal sito CICAP, che descrive le proprietà di questi rabdomanti vagliate dal Comitato che controlla le affermazioni sul paranormale. Mi è parsa una lettura interessante da mettere agli atti del WeBlog della nostra classe. Leggere per scoprirne i misteri..... Rabdomanzia:
quando diventa impossibile sperimentare Il signor Maurizio Armanetti, rabdomante e geobiologo di Pontremoli (MS), da diversi anni chiede che il CICAP esamini le sue facoltà ma, ogni volta che si arriva al momento cruciale, per qualche motivo l'esperimento salta. Inizialmente, il CICAP aveva proposto al signor Armanetti di trovare una bottiglia d'acqua chiusa in una scatola e mescolata ad altre nove scatole in cui si trovava della sabbia. Se il signor Armanetti avesse individuato la scatola contenente l'acqua, grazie alle sue facoltà di rabdomante, un numero significativo di volte l'esperimento avrebbe potuto considerarsi un successo. Ma il signor Armanetti ha rifiutato questa prova perché, ci ha spiegato, lui ha bisogno di sentire l'acqua in movimento. Allora,
il CICAP ha proposto il seguente esperimento: in un campo delimitato (es.
10 metri per 10) vengono sotterrati dei tubi, disposti in maniera ignota
all'Armanetti, dentro i quali scorre dell'acqua. Compito del signor
Armanetti individuare il percorso esatto dei tubi. Ma nemmeno questa prova
risultava gradita all'Armanetti: l'acqua, ci ha infatti spiegato, non deve
essere costretta dentro dei tubi ma deve essere libera di scorrere. Ma
per l'Armanetti anche questo esperimento non andava bene: non lavorava mai
bendato, ci spiegò, e quindi non si poteva fare. Trovammo, allora, un
modo alternativo per fare lo stesso esperimento senza bendatura: il campo
(piano, di terra smossa, senza alberi o sassi) - o una o più parti dello
stesso - avrebbe dovuto essere circondato da tende (anche sul tetto) in
modo da non dare al soggetto alcun indizio ambientale sul suo
orientamento. Armanetti a questo punto avrebbe dovuto entrare nelle tende,
indicare i punti in cui sentiva l'acqua e quelli in cui non la sentiva poi
uscire; un geometra avrebbe preso nota su una cartina dei punti esatti
indicati. Per la seconda prova di controllo, l'orientamento delle tende
sarebbe stato modificato e l'Armanetti riportato dentro: senza alcun punto
di riferimento, avrebbe dovuto individuare gli stessi punti di prima:
quelli con l'acqua e quelli senza. Dopodiché si sarebbe effettuato il
confronto. Ora,
nonostante la costante disponibilità dimostrata dal CICAP alla
sperimentazione, a fronte di una continua serie di rifiuti delle nostre
proposte, il signor Armanetti ha il coraggio di scrivere nel suo materiale
pubblicitario (compreso il suo sito internet) che la sua “straordinaria
capacità Sensitiva” sarebbe “direttamente incontestata da addetti ai
lavori come Piero Angela e dagli esponenti del CICAP”! Solamente
quando una seria rivista scientifica (come per esempio Nature, Physical
Review Letters, Physics, o l'American Journal of Physics) pubblicherà i
suoi risultati il signor Armanetti potrà finalmente dire che le sue
facoltà sono “incontestate dalla scienza”, ma fino ad allora gli
consigliamo di non avvalersi nella sua pubblicità di avalli scientifici
(in particolare quello del CICAP) che non ha mai ottenuto.
Sono stata colpita da questo articolo che tratta scienze non diffuse la cui conoscenza può aprire fronti di norevole interesse da indagare e conoscere. La
Radiestesia e la Geobiologia La
radiestesia è la scienza che si occupa delle radiazioni a basse frequenze
ed a livelli elevati. In
questa incisione del 1700 (tratta dallo "Speculum metallurgicum
politissimum di R. Rossler) si vedono dei ricercatori con la bacchetta da
rabdomante, ed altri che contrassegnano le zone mediante dei pioli
conficcati nel terreno. La quadrettatura evidenziata ricorda la griglia di
Hartmann. Perchè
la radioestesia. Questo
termine è stato coniato dall'abate francese A. Mermet e significa
sensibilità alle radiazioni, agli impulsi, alle vibrazioni, alle
emanazioni.
-
le fonti artificiali sono:
Individuata
la presenza di tali radiazioni, è possibile intervenire nella maniera più
appropriata, per neutralizzarle o quanto meno per porre in atto degli
interventi per proteggersi. Perchè
la Geobiologia. Le
influenze del sottosuolo sulle persone ad esse sensibili vengono definite
geopatie e gli impulsi, eccitazioni, stimoli generati particolarmente
dalle faglie geologiche e dalle correnti d'acqua sotterranee, vengono
definiti impulsi, stimoli geopatici. Arch.
Giuseppe Maria Padoan: bioarchitetto, radioestesista.
Nei
giorni scorsi abbiamo studiato il concetto di pendenza associato al
concetto di inclinazione. Cercando sulla rete qualcosa che avesse
attinenza con la questione mi sono imbattuta in questo articolo che
descrive un fenomeno che qualcuno attribuisce ad eventi paranormali. CICAP/Enciclopedia/Misteri e Insolito Salite in discesa. Esistono diverse strade in cui l'acqua, i sassi, le auto lasciate in folle tendono a muoversi nella direzione che istintivamente, ed in modo molto netto, appare essere la salita. Una delle più famose si trova ad Ariccia, vicino a Frascati, altre si trovano a Montagnana, in Trentino, a Martina Franca (TA), Francofonte (SR). L'effetto è così vistoso da attirare turisti, che si divertono a versare acqua, o a far rotolare oggetti, per vederli andare nella direzione sbagliata. Per spiegare il singolare fenomeno sono stati proposte anomalie gravitazionali, influenze aliene, influssi magnetici (che però non si spiega perché debbano attirare l'acqua). Di fronte a questo fenomeno, la domanda che istintivamente ci si pone è: come mai l'acqua va in salita? Cosa la spinge in su? Difficilmente ci si pone un'altra domanda, molto più pertinente: come mai noi sentiamo quella direzione come "salita"? Come mai la forza che spinge l'acqua non spinge in quella direzione anche noi? Infatti proviamo a immaginare che nella zona ci fosse una anomalia gravitazionale, come alcuni hanno proposto. In quel caso l'acqua andrebbe nella direzione sbagliata, ma noi non avremmo modo di accorgercene, perché la forza sconosciuta attirerebbe anche i sensori di gravità che possediamo nell'orecchio interno, e che ci indicano in continuazione quale direzione sia il "basso". In altre parole, la forza sconosciuta ci farebbe sentire come "discesa" la direzione in cui attira l'acqua, e vedremmo una normalissima discesa in discesa. Per cercare di affrontare il problema sono possibili molti approcci. Si può usare una livella (basta una normale livella a bolla da muratore, ma sono stati usati teodoliti pofessionali per prospezioni geografiche), per controllare la pendenza della strada. In questo modo, però, si dimostra solo che la forza sconosciuta influenza anche l'acqua nella bolla della livella, o i piombi del teodolite. Può però essere importante per stabilire che l'effetto non si limita ad agire a livello del suolo, ma influenza anche oggetti posti all'altezza del nostro orecchio (e quindi degli organi dell'equilibrio), e quindi rafforza la domanda espressa sopra: se la forza agisce anche su un teodolite, come mai non agisce sul nostro senso dell'equilibrio? Per far fronte a questa obiezione si può fare misure traguardando la strada, con un teodolite, da un punto sufficentemente lontano da non essere influenzato dalla forza misteriosa. Misure di questo tipo sono state condotte da sulla strada di Montagnana. Si può infine misurare la direzione della verticale rispetto alle stelle, e confrontarla con quella fuori dalla zona incriminata (questa misura non mi risulta sia mai stata tentata). Si può infine cercare di limitare la visuale ad un breve tratto di strada, ad esempio facendosi da paraocchi con le mani. Con questa semplice espediente, l'acqua torna ad apparire soggetta alla normale forza di gravità. L'effetto è quindi dovuto al nostro limitato senso dell'equilibrio, che si affida anche alla vista per decidere che direzione sia il "basso". Le salite anomale sono tratti in discesa molto leggera, posti tra due tratti in pendenza molto maggiore, e il nostro senso di orizzontale viene influenzato dal fatto che tutto il paesaggio circostante è molto più in discesa del tratto in cui ci troviamo. Contribuisce all'effetto la posizione e la conformazione dell'orizzonte visibile. Il fenomeno appare quindi simile alle molte illusioni ottiche note in psicologia. Resta un fenomeno interessante da studiare, ma per capire come funziona la nostra percezione. A questo riguardo, in un laboratorio della Facoltà di Psicologia dell'Università di Padova, l'illusione è stata riprodotta utilizzando tre plastici appositamente costruiti: con una strada a due, o tre, tratti contigui diversamente inclinabili, o con due strade affiancate e a diversa inclinazione. Recentemente il fenomeno è stato oggetto di una tesi di laurea presso questa facoltà. È
inoltre interessante da un punto di vista sociologico. In fondo non ci
siamo del tutto abituati all'idea di vivere su di un pianeta sferico, in
cui non esiste un "alto" ed un "basso" naturali. Il
"basso" non è che la direzione verso cui si scende, e
"scendere in salita" è un assurdo non fisico, ma logico. È
interessante vedere come si creda più facilmente ai propri sensi,
limitati ed imperfetti, che a un fenomeno semplice, e quindi più
attendibile: se l'acqua va in salita, è lei che "sbaglia" ad
andare di lì, non noi a prendere quella come salita. Ma se ci viene data
una dimostrazione tecnica (un teodolite, che non funziona
diversamente dall'acqua), siamo più portati a credere a quella che ai
nostri sensi.
Solo in caso di vicende catastrofiche... Solo in caso di vicende catastrofiche come il terremoto l’uomo si preoccupa. Non tollero che bisogna fare accertamenti alle scuole solo dopo il terremoto a San Giuliano. Mi
domando perché lo Stato non può avere le carte in regola, perché non
spendere maggiori cifre per strutture più sicure ? per scuole migliori?
Non si deve aspettare... Non si deve aspettare qualche catastrofe per accendere l’interesse attorno al rischio sismico in Italia Meridionale. Il problema prima di tutto va affrontata alla base. Le vere radici della scarsa alfabetizzazione scientifica in Italia allignano nelle scuole: programmi vecchi, libri di testo non adeguati e un corpo docente complessivamente impreparato ai compiti educativi che questo inizio di secolo impone in chiave ambientale. Tutto ciò è aggravato dal fatto che in questo paese ancora nessuno paga per gli “errori” in campo di salvaguardia ambientale.
Una mappa della pericolosità per tutto il Paese La mia opinione è del tutto coerente con quanto scritto dal sismologo nell’articolo del “Il Messaggero”. Lo testimoniano il fatto di una completa dimenticanza di una mappa della pericolosità, la quale se aggiornata nel corso del tempo poteva portare alla scoperta di alcuni territori a rischio sismico che pochi anni fa non lo erano e quindi alla salvezza di 29 persone, tra le quali figura la presenza di 26 bambini innocenti. Adesso, per quanto accaduto, si spera che si prevenga alla salvaguardia, non solo di San Giuliano di Puglia e degli altri comuni del Molise che sono i territori che maggiormente hanno risentito di questo evento sismico, ma anche di altre città aggiornando la mappa della pericolosità.
Una notizia tratta da Yahoo! Notizie del 2 Nov 02. Washington - Sembra non avere fine la serie di delitti attribuiti a John Allen Muhammad alias John Allen Williams e al figliastro John Lee Malvo, i due individui sospettati di essere gli autori della catena di omicidi imputati inizialmente al fantomatico serial killer di Washington. La polizia adesso li accusa infatti di essere coinvolti in un ulteriore attacco armato avvenuto il 14 settembre scorso, dunque tre settimane prima che il misterioso cecchino cominciasse la propria campagna di terrore. Vittima ne fu un uomo di 22 anni, colpito davanti a un negozio di liquori a Silver Spring, sobborgo della capitale Usa situato nel territorio del Maryland e teatro in seguito di alcuni agguati del killer; il giovane rimase ferito ma è sopravvissuto, e sta riprendendosi. Sale così a quattordici il numero dei crimini che Muhammad-Williams e il figliastro diciassettenne avrebbero commesso nei paraggi di Washington: dieci omicidi e quattro ferimenti; sono accusati inoltre di aver ucciso o procurato gravi lesioni ad altre persone in Alabama, Louisiana e nello Stato di Washington. Gli inquirenti stanno inoltre ampliando sempre di più le indagini ad altre zone del Paese, tra cui Oregon, California, Arizona, Michigan e Tennessee. Fonti di polizia della contea di Montgomery, entro cui ricade Silver Spring, hanno spiegato che il ferimento del 14 settembre non è rapportabile agli altri sotto il profilo balistico bensì presenta "similitudini relative a differenti circostanze"; l'accusa si basa inoltre su alcune testimonianze e sull'accertata presenza dei due e della loro vettura sul luogo dell'aggressione esattamente nel giorno in cui il 22enne fu colpito.
Un articolo, tratto da "Il Messaggero" del 3 Novembre 2002, curato da un ricercatore e sismologo sulle conoscenze di fondo che abbiamo acquisito e che faticano ad essere trasformate in norme di legge. Rischio sismico, sappiamo molto ma facciamo poco. di
Gianluca Valenzise La comunità scientifica che studia i terremoti ha appreso moltissimo negli ultimi anni, ma in Italia continua a scontrarsi con la difficoltà di trasformare queste conoscenze in norme di legge e sicurezza per le persone. E' come una catena con diversi anelli il percorso che porta sismologi, geologi e ingegneri, a costruire una mappa del rischio sismico. Il primo anello consiste nel definire la pericolosità, cioè la probabilità che una certa zona sia soggetta a terremoti. Nella ricetta della pericolosità entrano diversi ingredienti: il primo è il catalogo storico dei terremoti, cioè la storia di un'area dal punto di vista dei terremoti che l'hanno colpita nel corso del tempo. E' un ingrediente importante, ma necessariamente incompleto, soprattutto quanto più indietro si risale nel tempo. Possiamo ragionevolmente pensare che dal 1700 in avanti tutti i terremoti importanti facciano parte del catalogo, ma andando indietro nei secoli le cose cambiano. Questo ingrediente si combina con un altro: il disegno delle cosiddette zone sismogenetiche, preparato dai geologi sulla base della loro conoscenza del territorio. Poi bisogna cercare di combinare i due tipi di informazioni "spalmando" i due ingredienti sulla superficie più estesa possibile. Oggi disponiamo anche di un altro ingrediente, più moderno: l'individuazione delle faglie che producono un terremoto, che siamo in grado di riconoscere utilizzando informazioni diverse, in parte geologiche e in parte storiche. Conclude il percorso la conoscenza delle caratteristiche di attenuazione della crosta, che controllano la distanza a cui verrà risentito il terremoto. Tutti questi ingredienti ci portano a definire il primo anello della catena: la mappa della pericolosità. Da qui dobbiamo passare al secondo anello, quello che riguarda più da vicino le persone: la mappa del rischio. Cioè la combinazione della pericolosità con gli elementi antropici: le case, le strade, la densità abitativa, insomma la presenza umana nel territorio. Per capirci: un'area ad elevata pericolosità che si trovi però in un deserto avrà rischio zero. Al contrario, un'area a pericolosità limitata, ma su cui si insedia una grande città avrà quasi certamente un rischio elevato. Trasformare la mappa del rischio in un uno schema di intervento delle istituzioni è compito soprattutto degli ingegneri ed eccoci arrivati al terzo anello, quello normativo, che dovrebbe fissare i parametri di sicurezza per le costruzioni, vecchie e nuove. Quello, cioè, che nel nostro Paese è così inadeguato. In Italia la normativa attuale riguarda solo gli edifici nuovi e quindi ignora la messa in sicurezza sia dell'intero patrimonio edilizio storico, sia di quello relativamente recente su cui vengono effettuate ristrutturazioni. E inoltre la normativa si basa su informazioni che per la comunità scientifiche sono vecchie. Io ho cominciato a lavorare come sismologo nel 1983 e da allora ho dato un piccolo contributo alle conoscenze sul rischio sismico, senza che tutto questo avesse una ricaduta per il Paese. A volte ho la sensazione di aver lavorato vent'anni per niente. |
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