Malattia Di Kawasaki |
A
cura del Dott. Bruno Tumiati. 2°
Divisione Medicina Interna. Ospedale S.Maria Nuova. Reggio Emilia Epidemiologia Giappone: I dati sono raccolti ad
intervalli di 2 anni dal 1970. Fino al 1994 erano stati descritti 128.306 casi.Il picco di
insorgenza della malattia era ad 1 anno di età e l'85% dei casi si manifestava sotto i 5
anni d'età con un rapporto maschi/femmine di 1,5:1. Il tasso di mortalità è attualmente
dello 0.08-0.1% con un rapporto maschi/femmine di 3:1. L'incidenza annuale è di circa
70-80 casi ogni 100.000 bambini sotto i 5 anni ma in alcuni anni particolari la malattia
ha avuto un andamento epidemico con un aumento di oltre 6 volte dei casi registrati.
(dicembre 1978- giugno 1979, gennaio 1982-giugno 1982, novembre 1985- maggio 1986). A
differenza di altri paesi del mondo dove la malattia colpisce prevalentemente bambini di
classi medio-elevate, in Giappone questa differenza tra classi socio-economiche non è
evidente. Stati Uniti: L'incidenza della malattia
è nettamente inferiore, 10,3 casi ogni 100.000 bambini di età inferiore ai 5 anni. Europa: Germania 2,9/100.000, Regno
Unito 3,4/100.000, Italia: Uno studio retrospettivo (Tamburlini G et al 1984) eseguito nel
nord-est del paese per gli anni 1981-82 riportava un'incidenza di 14,7 casi/100.000
bambini al di sotto dei 5 anni con una incidenza massima durante la stagione primaverile e
autunnale. Quadro clinico (Sintomi principali della malattia di Kawasaki) La febbre elevata rappresenta la prima
manifestazione della malattia. Può essere remittente o continua con valori tra i 38 - 40
°C. Generalmente dura 1-2 settimane, una durata superiore alle 4 settimane deve orientare
verso altre diagnosi. Dopo 2-4 giorni di febbre compare una congiuntivite bilaterale e
raramente alla lampada a fessura si può evidenziare una uveite. I sintomi oculari
normalmente si risolvono in una settimana. Nello stesso periodo compaiono i sintomi a
carico della cavità buccale che appare secca, labbra rosse con fissurazioni, formazione
di croste e/o sanguinamenti. Il faringe è nettamente arrossato ma senza afte o vescicole
nella cavità orale. La lingua può assumero l'aspetto a "fragola" come nella
scarlattina. Le manifestazioni orali si risolvono in 2 settimane anche se l'arrossamento
delle mucose può persistere per più tempo. La linfoadenopatia cervicale dolorosa compare
in genere in contemporanea con la febbre. La linfoadenomegalia è fissa, non fluttuante e
talvolta può simulare una parotite. Da 1 a 5 giorni dall'esordio compare un esantema con
aspetto pseudomorbilloso o orticarioide o a tipo eritema multiforme o scarlattiniforme.
Altri segni sono l'arrossamento delle palme delle mani e piedi a volte con edema duro.
L'esantema scompare con la cessazione della febbre. La desquamazione cutanea inizia dalle
regioni periungueali e può estendersi fino ai polsi (Fig.1). Le complicanze più serie sono a carico
del sistema cardiovascolare. Durante la fase acuta in più dell'80% dei casi sono presenti
segni di cardite con soffio, ritmo di galoppo e riduzione dei toni all'ascoltazione. Segni
elettrocardiografici tipici sono un allungamento del PR e del QT, la presenza di un'onda
Q, bassi voltaggi e presenza di aritmie e modificazioni del tratto ST-T. Al Rx del torace
può evidenziarsi una cardiomegalia dovuta alla miocardite e/o pericardite.
All'ecocardiogramma possono essere presenti modificazioni dei vasi coronarici come
dilatazioni o aneurismi (Fig 2). Nei pazienti
con angor o infarto è indispensabile eseguire una coronarografia (Fig.3). Diagnosi differenziale e Esami di Laboratorio Come intuibile dalla descrizione del
quadro clinico, la diagnostica differenziale è quanto mai varia ed include essenzialmente
tutte le malattie febbrili associate a rash tipiche della popolazione pediatrica. Comunque
alcuni reperti di laboratorio sono suggestivi della Malattia di Kawasaki: Leucocitosi con formula spostata a
sinistra Aumento marcato di VES e PCR Trombocitosi Negatività del TAS e streptozyme Negatività del tampone faringeo e
delle emocolture Pleiocitosi nel liquido
cefalorachidiano Lievi aumenti dlle transaminasi Dimostrazione nella fase acuta della
positività di ANCA e anticorpi anticellule endoteliali (AECA). Aspetti Patologici Il quadro patologico più importante è
rappresentato da una vasculite sistemica con interessamento dei vasi di medie dimensioni
come ,principalmente, le coronarie e le arterie interlobulari dei reni.L'angioite del
Kawasaki è caratterizzata da una infiammazione acuta della durata di circa 7 settimane
con o senza aspetti di necrosi fibrinoide. Il decorso della angioite può essere distinto
in 4 fasi: Fase 1: inizia durante le prime 2
settimane, è caratterizzato da perivasculite dei piccoli vasi, delle piccole arterie e
vene. Segue una infiammazione dell'intima, dell'avventizia e dell'area perivascolare delle
arterie di medie e grandi dimensioni, con edema e infiltrazione di leucociti e linfociti. Fase 2: inizia intorno alla seconda
settimana e dura per circa altre 2 settimane ed è caratterizzato da una riduzione dei
processi infiammatori nei piccoli vasi. Possono comparire gli aneurismi con trombi e le
stenosi nei vasi di medie dimensioni in particolare nelle coronarie. Raramente è presente
una panvasculite nel grosse arterie. C'è edema nella parete vasale con infiltrazione di
monociti. Fase 3: dalla 4° alla 7° settimana
vie ulteriore riduzione dell'infiammazione nei piccoli vasi e formazione di granulomi nei
vasi di medie dimensioni Fase 4: oltre la 7° settimana si
formano cicatrici, ispessimento intimale, formazione di aneurismi e occlusioni trombotiche
e stenosi nelle medie arterie. L'angioite si evidenzia nelle sia nelle arterie di medio
che di grosso calibro dal cuore alle iliache. Nelle autopsie in circa il 90% delle
coronarie e nel 17-38% delle arterie iliache sono presenti aneurismi. possono inoltre
evidenziarsi aspetti di pericardite, endocardite, colangite, pancreatite, scialoadenite,
meningite e linfoadenite. Eziologia L'eziologia è sconosciuta. Si sospetta
che agenti microbici o altri non infettivi possano innescare una abnorme reazione
immunologica. A tal proposito sono state formulate numerose ipotesi ma nessuna confermata
definitivamente. Numerosi batteri (propionobacterium acnes, Streptococcus sanguis) e virus
(Epstein-Barr, retrovirus) sono stati proposti come agenti eziologici. Tra gli agenti non
infettivi sono stati presi in considerazione detergenti e composti del mercurio.Più
recentemente i superantigeni della sindrome dello shock tossico sono stati proposti come
agenti eziologici ma il dato è solo speculativo. L'ipotesi corrente per lo sviluppo della
vasculite nella fase acuta della malattia di Kawasaki sostiene una attivazione del sistema
immune con produzione di citochine e anticorpi. La citochine (gamma-interferone, TNF e IL1
in particolare) interagirebbero con le cellule endoteliali dando luogo alla formazione di
neo-antigeni. Gli anticorpi prodotti nei confronti di questi neo-antigeni porterebbero
alla vasculite e al danno endoteliale. durante la fase acuta, nei pazienti, si osserva una
marcata riduzione nei CD8+ suppressor/cytotoxic T cells e una aumento nelle cellule Ia/DR
CD4+ T-cells. Si riscontrano anche aumenti significativi delle cellule B circolanti che
producono spontaneamente IgG e IgM. Importante la recente dimostrazione di anticorpi anti
cellule endoteliali (AECA) Terapia La terapia reidratante è necessaria in
bambini con febbre elevata e spesso inadeguato apporto di liquidi. Gli antibiotici non
sono di alcuna utilità ma andrebbero somministrati fino a che non si è esclusa una
infezione batterica. Nei bambini con miocardite grave potrebbero rendersi necessari
diuretici, agenti inotropi o a volte l'impianto di pacemakers. L'interessamento delle
arterie coronariche per mezzo della ecocardiografia bidimensionale dovrebbe essere
monitorato settimanalmente nel primo mese di malattia. Se viene dimostrata la presenza di
alterazioni coronariche si inizia l'infusione di alte dosi di immunoglobuline (2 gr/kg in
8-12 ore). Generalmente si aggiunge aspirina 80-100 mg/kg/die fino a che è presente
febbre.Basse dosi di aspirina (3-5 mg/kg/die) sono proseguite fino a che non si osserva
regressione della malattia coronarica. Se si riscontra la presenza di aneurismi di grosse
dimensione, il rischio di ostruzione o stenosi è aumentato e epr tale motivo è utile
iniziare terapia anticoagulante anche con warfarin. Un trattamento prolungato diventa
necessario se sono dimostrate gravi alterazione coronariche e l'ecocardiogramma
bidimensionale deve essere eseguito ad intervalli di un anno. Nei pazienti con stenosi
coronarica è consigliabile l'esecuzione di test da sforzo ed eventualmente scintigrafia
miocardica con tallio. Nei pazienti con stenosi grave è consigliabile la coronarografia
ed eventuale intervento di bypass coronarico. Links Ricerche sul Kawasaki su Pub-Med: Tutto Review
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