Dott. Paolo Manganelli
Dipartimento Osteo-Articolare
Unità Operativa di Reumatologia e Medicina
Interna
Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma
La Poliarterite Nodosa (PAN) è una vasculite necrotizzante delle arterie
di medio o piccolo calibro senza glomerulonefrite o vasculite delle
arteriole, capillari o venule (1). La PAN classica, descritta
originariamente da Kussmaul e Maier nel 1866, va tenuta distinta dalla
Micropoliangioite o Poliarterite (Poliangioite) Microscopica (PAM) (vedi
relativo capitolo). La PAN classica è una malattia rara, con uguale
frequenza in entrambi i sessi ed età d’esordio più frequente fra i 40 e i
60 anni.
Eziologia.
Nella maggior parte dei casi l’eziologia della PAN è sconosciuta, mentre
in alcuni la malattia riconosce una eziologia virale. I virus implicati
nella eziopatogenesi della PAN sono quelli dell’epatite B (HBV) (2,3) e
dell’epatite C (HCV) (4). Vasculite sistemica PAN-like può essere causata
dalla leucemia a cellule capellute (“hairy-cell leukemia”) (5,6). Infine,
una vasculite simile sul piano clinico ed istopatologico alla forma
primaria di PAN è la poliarterite che può complicare il decorso di alcune
malattie autoimmuni (artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, policondrite
ricorrente) od ematologiche (sindrome mielodisplastica) (PAN secondaria).
Manifestazioni cliniche.
La PAN può avere molte modalità di esordio e virtualmente qualunque organo
od apparato può essere interessato dalla vasculite.
Molto frequenti
(70% dei casi) sono i sintomi sistemici quali febbre, astenia, malessere
generale e calo ponderale. Frequenti (50% dei casi) sono anche le
artralgie, le mialgie e le manifestazioni cutanee (25-60% dei casi),
mentre meno frequente (25% dei casi) è una poliartrite asimmetrica,
episodica, non-deformante prevalentemente a carico delle grosse
articolazioni degli arti inferiori. Segni di interessamento viscerale,
quali quelli a carico del rene o dell’intestino, possono essere presenti
sin dall’esordio o comparire successivamente.
La neuropatia periferica, presente nel 50-70% dei casi, può essere la
manifestazione iniziale della PAN, avere un esordio acuto con dolore e
parestesie nel territorio di distribuzione di un nervo periferico, seguiti
dopo alcune ore o alcuni giorni da un deficit motorio e sensitivo dello
stesso nervo periferico (mononeurite). Possono essere successivamente
interessati altri nervi periferici in maniera asimmetrica realizzandosi il
quadro di una mononeurite multipla; il danno nervoso, nella sua successiva
evoluzione, può esitare in una polineuropatia simmetrica che coinvolge
tutte le modalità sensitive e le funzioni motorie. Meno frequente è
l’interessamento del sistema nervoso centrale caratterizzato da cefalea,
epilessia, stroke, emorragia cerebrale e dalla neuropatia dei nervi
cranici.
Le manifestazioni
cutanee comprendono porpora palpabile, ulcere, livedo reticularis, noduli
sottocutanei e alterazioni ischemiche delle estremità delle dita. Le
lesioni cutanee possono essere focali o diffuse e sono in genere più
marcate agli arti inferiori.
L’interessamento
muscolare è rappresentato, oltre che dalle mialgie, da dolore ischemico e
claudicatio intermittens, quest’ultimi dovuti a vasculite delle arterie
dei muscoli scheletrici; non infrequenti sono i dolori crampiformi, specie
notturni, ai polpacci; infrequente una miopatia generalizzata con
incremento della creatinfosfochinasi (CPK). Il rilievo all’elettromiografia
di alterazioni di tipo miopatico in un paziente con sintomi muscolari
consente di identificare la sede ove eseguire la biopsia, aumentando in
tal modo la probabilità di un risultato positivo per vasculite. Rara è la
claudicatio intermittens della masticazione per ischemia dei muscoli
masseteri secondaria a vasculite dell’arteria temporale.
L’interessamento dell’apparato gastrointestinale (23-70% dei casi) è
rappresentato da dolore addominale, intermittente o continuo, spesso
aggravato dal pasto (angina abdominis), diarrea, infarto intestinale e da
manifestazioni emorragiche (ematemesi, melena, ematochezia); è dovuto alla
vasculite del tratto gastrointestinale superiore od inferiore, più
frequentemente dell’intestino tenue. In alcuni casi il quadro clinico può
essere dominato dalla colecistite o dalla appendicite acuta dovute alla
vasculite, rispettivamente, delle arterie cistica ed
appendicolare.
L’interessamento renale
(35% dei casi) è rappresentato da lesioni a carattere stenosante delle
arterie interlobulari ed arciformi con ischemia secondaria dei glomeruli
dipendenti e conseguente insufficienza renale cronica (nefropatia
vascolare). La nefropatia vascolare è responsabile anche di infarti renali
multipli. L’ipertensione arteriosa è dovuta all’attivazione del sistema
renina-angiotensina-aldosterone, secondaria alle alterazioni vascolari
intrarenali (ipertensione renovascolare). L’esame angiografico dimostra un
reperto caratteristico, anche se non patognomonico, della PAN
rappresentato da microaneurismi (dilatazioni della parete delle piccole
arterie intrarenali) la cui incidenza varia dal 13 al 60% delle casistiche
(7) e che possono andare incontro a rottura spontanea con conseguente
ematoma perirenale o sottocapsulare (8). In alcuni casi è stato riportato
l’interessamento ureterale con conseguente idronefrosi non-ostruttiva (9).
L’interessamento
polmonare nella PAN classica è infrequente ed è dovuto alla vasculite
delle arterie bronchiali con risparmio di quelle polmonari.
L’interessamento
cardiaco è anch’esso poco frequente (10% dei casi) e rappresentato dalla
cardiopatia ischemica dovuta a vasculite delle coronarie (angina pectoris,
infarto del miocardio) e dalla insufficienza cardiaca congestizia
secondaria alla insufficienza coronarica o a severa ipertensione
arteriosa.
Il quadro clinico della
PAN può comprendere inoltre l’orchite (20% dei casi), più frequente nella
PAN con interessamento gastrointestinale e, in particolare, in quella
associata a HBV e manifestazioni oculari, quali la retinopatia tossica con
emorragie, essudati e distacco della retina. In alcuni casi la PAN
esordisce con lesioni simil-tumorali a carico della mammella, del
pancreas, dell’apparato genitale maschile (testicolo, vescichette
seminali, epididimo, scroto), dell’ovaio, della vescica e del rene (10).
Esami di laboratorio.
L’aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES) e della proteina C
reattiva (PCR), l’anemia normocromica normocitica, la piastrinosi e l’ipoalbuminemia
nella fase di attività di malattia sono parametri umorali aspecifici che
riflettono la natura infiammatoria della PAN. In alcuni casi si rileva la
positività del fattore reumatoide, spesso associata alla presenza delle
crioglobuline e, meno frequentemente, degli anticorpi antinucleo a basso
titolo. L’esame delle urine può dimostrare proteinuria; il sedimento
urinario, data la natura ischemica della nefropatia, è “inattivo”. Nei
pazienti in cui la PAN è associata a HBV o HCV, positivi sono i markers
della infezione virale (HBsAg, anti-HBsAg, HBeAg, anti-HBcAg, HBV DNA,
anti-HCV, HCV RNA). In circa il 30% dei pazienti con PAN si rileva la
presenza degli anticorpi anticitoplasma dei neutrofili (ANCA),
prevalentemente con pattern perinucleare (p-ANCA) (11). Nella fase di
attività della malattia è stato rilevato un aumento dei livelli sierici
della forma solubile di alcune molecole di adesione (sICAM-1, sVCAM-1 e
sE-selettina) ed una riduzione di quelli di sL-selettina, che riflettono
l’attivazione dell’endotelio vasale durante la fase di attività della PAN
(12).
Angiografia.
L’esame
angiografico dimostra la presenza di lunghi segmenti arteriosi stenotici
con parete regolare alternati a segmenti di arteria con calibro regolare o
dilatati (aspetto “a corona di rosario”), occlusioni e trombosi in assenza
di significative lesioni aterosclerotiche. Come già accennato, un reperto
caratteristico, anche se non patognomonico, della PAN, specie dei casi più
severi, è rappresentato dai microaneurismi, sacculari o fusiformi. In
corso di angiografia può osservarsi la rottura di un microaneurisma
(Figura1.)
Biopsia tessutale.
La PAN è una vasculite caratterizzata da lesioni infiammatorie a
distribuzione focale, a carattere necrotizzante, che interessano tutto lo
spessore della parete delle arterie di piccolo-medio calibro (“panarterite”).
L’esame istologico dimostra, nella fase di attività, la presenza di
necrosi fibrinoide e di un infiltrato infiammatorio polimorfo
prevalentemente costituito da macrofagi, linfociti T CD4+ e da un numero
variabile di neutrofili ed eosinofili. Si possono inoltre rilevare
trombosi o dilatazione aneurismatica nella sede della lesione. Nella fase
di inattività della PAN il quadro istologico è dominato dalla
proliferazione intimale e dalla fibrosi (arterite “guarita”).
Criteri classificativi.
Secondo i criteri classificativi dell’American College of Rheumatology
(13) un paziente con vasculite è considerato affetto da PAN se sono
presenti almeno 3 dei 10 seguenti criteri:
1.
Perdita di peso ³ 4 Kg
(dall’inizio della malattia e non dovuto a dieta o ad altri fattori)
2.
Livedo reticularis
3.
Dolore o dolorabilità alla palpazione del testicolo (non dovuti a
infezione, trauma od altre cause)
4.
Mialgie, debolezza muscolare o dolorabilità alla palpazione dei
muscoli delle gambe (mialgie diffuse con risparmio dei cingoli scapolare e
pelvico)
5.
Mononeuropatia o polineuropatia
6.
Pressione arteriosa diastolica > 90 mmHg
7.
Aumento dell’azotemia (> 40 mg/dl) o della creatinina (> 1,5 mg/dl)
(non dovuto a disidratazione o ad ostruzione)
8.
Positività di HBV (presenza di HBsAg o anti-HBsAg)
9.
Alterazioni angiografiche (presenza di aneurismi od occlusioni
delle arterie viscerali non dovute ad arteriosclerosi, displasia
fibromuscolare od altre cause non-infiammatorie)
10.
Biopsia di un’arteria di piccolo o medio calibro contenente
polimorfonucleati (presenza di granulociti o granulociti e leucociti
mononucleati nella parete arteriosa).
La presenza di 3 o più criteri determina ha una
sensibilità dell’82,2% ed una specificità dell’86,6% (13).
Diagnosi.
Il sospetto clinico di PAN deve essere confermato, se possibile, dalla
biopsia di un organo interessato dalla malattia o dall’esame angiografico
che documentano la vasculite. La biopsia può essere effettuata a livello
della cute, del testicolo, del nervo surale e del muscolo scheletrico. La
biopsia del nervo surale, un nervo esclusivamente sensitivo, deve essere
eseguita se l’indagine elettrofisiologica preliminare ne dimostra il
coinvolgimento (neuropatia assonale), prelevando un segmento del nervo in
tutta la sua circonferenza in modo da ottenere materiale idoneo per lo
studio delle arterie epineuriali. La biopsia del nervo surale deve essere
completata con quella del muscolo peroneo breve omolaterale.
Diagnosi differenziale.
Va posta con altre vasculiti sistemiche quali la PAM, la granulomatosi di
Wegener, la sindrome di Churg-Strauss (vedi relativi capitoli). Va posta
inoltre con la vasculite secondaria ad infezioni (Cytomegalovirus,
Parvovirus B19, Staphylococcus, Streptococcus, Rickettsiae, Klebsiella,
Pseudomonas, Yersinia, Borrelia burgdorferi) e con la PAN secondaria a
malattie autoimmuni od ematologiche (vedi sopra). Devono, infine, essere
considerate nella diagnostica differenziale varie patologie che possono
simulare alcuni aspetti clinici della PAN (mixoma dell’atrio sinistro,
emboli di colesterolo, infezioni da Staphylococcus o Gonococcus, malattia
di Lyme, endocardite infettiva, neoplasie maligne, ergotismo).
Prognosi. La prognosi della PAN è
severa nei pazienti non trattati con corticosteroidi poiché il tasso di
sopravvivenza a 5 anni è del 12-13% rispetto a quella del 48-53% dei
pazienti trattati con tali farmaci (14,15). Nei pazienti con PAN l’impiego
della ciclofosfamide in associazione ai corticosteroidi al momento della
diagnosi non ha ulteriormente migliorato la prognosi in termini di
sopravvivenza, ad eccezione dello studio retrospettivo di Leib et al
(tasso di sopravvivenza a 5 anni dell’80%) (15). In un recente studio
prospettico condotto in Francia riguardante una casistica di 278 pazienti
affetti da vasculiti sistemiche (63 da PAN HBV-associata, 93 da PAN
non-HBV-associata, 64 da sindrome di Churg-Strauss e 58 da poliangioite
microscopica) è stato rilevato che la mortalità era più elevata rispetto a
quella riscontrata nella popolazione generale, soprattutto entro i primi
18 mesi del followup, ed era significativamente associata con la severità
della malattia (16). Tale studio ha inoltre dimostrato che la
sopravvivenza era migliore nei pazienti che, affetti da malattia più
severa, erano stati trattati con l’associazione di corticosteroidi e
ciclofosfamide (16). Frequenti sono le recidive della malattia con
manifestazioni cliniche simili a quelle dell’esordio. Abu-Shakra et al
(17) hanno riportato che solo l’8% di 13 pazienti con PAN avevano una
prolungata remissione della malattia indotta dalla terapia rispetto al 58%
di 12 pazienti con sindrome di Churg-Strauss. Inoltre, un decorso clinico
caratterizzato dall’alternarsi di recidive e remissioni è stato osservato
nell’83% dei pazienti con PAN e nel 42% di quelli con sindrome di
Churg-Strauss. Secondo Guillevin et al (18), l'interessamento
renale (proteinuria >1g/24h; insufficienza renale: creatinina >1,58 mg/dl)
e quello gastrointestinale rappresentano i componenti del "five-factors
score" (FFS) con significato prognostico più severo. Il FFS è un buon
predittore della mortalità a 5 anni dei pazienti con PAN. Infatti, se il
FFS è 0 la mortalità è pari all’11,9%, quando il FFS è 1 la mortalità è
pari al 25,9% e per FFS >2 la mortalità è pari al 45,9%.
Terapia. Il trattamento della PAN deve
essere differenziato a seconda che la malattia sia primaria o associata ad
infezione da HBV (19) o HCV od associata alla leucemia a cellule
capellute.
Il trattamento della PAN primaria si basa sull’impiego dei corticosteroidi
(6-metilprednisolone 15 mg/Kg a bolo ev per 1-3 giorni, seguito da
prednisone 1 mg/Kg/die o dosi equivalenti di 6-metilprednisolone, a
scalare e quindi, in assenza di recidiva, sospendere dopo 9-12 mesi di
terapia) e della ciclofosfamide (2 mg/Kg/die per os o 0,6 g/m2
a bolo ev mensile per un anno). L’aggiunta della plasmaferesi ai
corticosteroidi da soli (20) o associati alla ciclofosfamide (21) non dà
risultati superiori a quelli ottenuti con il solo trattamento
farmacologico. Il trattamento con ciclofosfamide richiede una adeguata
idratazione del paziente e, quando l’alchilante viene somministrato a bolo
ev, l’impiego di un uroprotettore (Mesna). Importante è inoltre, specie in
presenza di una significativa linfopenia, sopratutto se dovuta ad una
marcata riduzione dei linfociti T CD4+ (£
250 cellule/mm3), il trattamento profilattico della polmonite
da Pneumocystis carinii con cotrimossazolo (trimetroprim 160 mg e
sulfametossazolo 800 mg/die per 3 giorni la settimana) (22).
L’ipertensione arteriosa può essere controllata dagli ACE-inibitori;
tuttavia, questi farmaci possono aggravare la funzione renale per la
rimozione dell’effetto della angiotensina II sulla autoregolazione e il
mantenimento del filtrato glomerulare; in questo caso è indicato l’impiego
di un calcio-antagonista (23).
Il trattamento della PAN associata a HBV prevede
in una prima fase l’impiego di corticosteroidi per un breve periodo (prednisone
1 mg/Kg/die per una settimana quindi a scalare sino alla sospensione alla
fine della seconda settimana) per ottenere un rapido controllo delle
manifestazioni cliniche più severe della malattia, seguiti da un agente
antivirale, quali la vidaribina (24) o l’Interferone-alfa (IFN-a)2b,
associato alla plasmaferesi (25). Di recente è stato riportato un paziente
con PAN HBV-associata responsiva al trattamento combinato con prednisolone,
IFN-a2b e lamivudina (26) e un
altro con PAN non-responsiva alla monoterapia con IFN-a2b
che ha avuto una buona risposta clinico-virologica al trattamento
combinato con IFN-a2b, lamivudina,
plasmaferesi e corticosteroidi (27). Anche il trattamento della PAN
HCV-associata si basa sull’impiego di prednisone, plasmaferesi e IFN-a
(4).
L’IFN-a
rappresenta il trattamento d’elezione della PAN associata alla leucemia a
cellule capellute (28).
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(*) Legenda Figura.
Spandimento di mdc da rottura di piccola dilatazione aneurismatica a
carico di una diramazione dell’arteria mesenterica superiore
(probabilmente ileo-colica). Presenza di multiple piccole dilatazioni
disseminate lungo i vasi di piccolo-medio calibro.
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