CRITICA
 
A.d.P. | Antonino Bambara | Antonio Tarantino | Carlo Munari | Franco Solmi | Guy Weirlen | Paolo Rizzi
Salvatore Maugeri | Sandro Marini | Silvana Weiller Romanin Jacur | Vittorio Benvenuti

Salvatore Maugeri

Conosco molti scultori, giovani e non più giovani, per i quali non occorre nemmeno chiedersi in quale Accademia e sotto quale maestro hanno condotto a termine i loro studi. L'esame delle loro opere ostenta chiaramente i motivi e i modi che sono propri di Manzù o di Marini, di Minguzzi o di Greco, di Fazzini o di Viani.
Guido Sgaravatti ha avuto come maestro d'Accademia Emilio Greco, eppure le sue sculture non rivelano una diretta ascendenza con le soluzioni plastiche dello scultore catanese (tra le opere presenti in questa mostra forse soltanto il "Nudo seduto" può far pensare vagamente ad Emilio Greco), o quanto meno si intuisce che Sgaravatti ha fatto proprie certe esigenze espressive e le ragioni di taluni congegni plastici del suo maestro.
Ciò vuol dire che Sgaravatti ha una sua personalità e una sua idea della scultura, intesa come mezzo per rappresentare, con intelligenza e con amore, l'uomo e le sue vicende, l'indagine di una tipologia che scandagli nei moti della psiche e li traduca mediante l'elaborazione di strutture plastiche atte a fermare atteggiamenti, a indicare le ragioni segrete di una perso- nalità, il suo autentico modo d'essere e non di apparire.
In questo procedimento Guido Sgaravatti rivela una capacità di semplificazione di piani e di volumi senza cadere nel pericolo di una rappresentazione realistica fredda e anonima, o nella tentazione di risolvere la sua visione plastica in un gioco luministico tra impressionistico ed espressionistico. Si osservino gli esiti cui egli perviene in sculture quali "Rosanna", "Fanciulla con treccine" e "Ritratto d'uomo", dove mi sembra meglio si affermino le qualità dell'artista, ma anche nel bassorilievo "Maternità", nel quale la cadenza dei rapporti spaziali risulta saggiamente armonizzata.
Guido Sgaravatti conferma altresì le sue doti nei disegni a linea pura, qui esposti e scelti tra le varie centinaia da lui eseguiti in questi due ultimi anni. Sono opere nelle, quali è facile indovinare la mano di uno scultore, essenziali, puliti, attenti a certe ragioni volumetriche. Qui Sgaravatti riesce a sorprendere e a fissare i tratti salienti e rivelatori di una figura (ché la sua e un arte a misura umana), definita con un segno sottile e fermo.

Sgaravatti alla Punto quadrato, mostra personale, Bassano 1969



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