Il caffè di notte
Settembre 1888
Olio su tela; cm 70 x 89
New Haven,
Yale University Art Gallery

Il dipinto è stato realizzato tra il 5 e l’8 settembre 1888 e raffigura un luogo che van Gogh descrive con enfasi in una lettera a Theo come «un posto dove ci si poteva rovinare, diventare pazzi o commettere crimini». In realtà era uno di quei locali che rimanevano aperti tutta la notte, dove «i vagabondi notturni possono rifugiarsi qui quando non hanno soldi per pagarsi un posto per dormire o sono troppo ubriachi per potervi entrare». Un luogo ricettacolo di «terribili passioni umane», che van Gogh cerca di esprimere con il contrasto violento dei rossi e dei verdi, usando cioé il colore con funzione anche simbolica, come aveva tentato nel dipinto del Seminatore. «I verdi e i rossi più vari, i viola e i blu delle figure dei fannulloni addormentati, piccole nella vastità della stanza cupa, si scontrano contrastandosi in ogni angolo»: una tavolozza esasperata che doveva suggerire «un’atmosfera simile a quella della fornace del diavolo», dove l’unica nota “riposante” è nel bianco dell’abito del proprietario del locale.Il dipinto nasce come “risposta” a un regalo dell’amico Émile Bernard, il disegno Scena di bordello, che aveva ricevuto in giugno. Van Gogh voleva rappresentare un luogo altrettanto malavitoso, come spiega in una lettera a Bernard, giudicando però di non essere riuscito nell’intento: «Ma anche se questo è un luogo di ritrovo usato dalle prostitute e ogni tanto ne trovi una seduta a un tavolo col suo protettore, non sono ancora riuscito a fare, te lo devo dire, un vero bordello».Il quadro fu giudicato da van Gogh uno dei più sgradevoli che avesse dipinto, soprattutto per l’uso antiaccademico del colore, e lo paragonava a quello che considerava il suo capolavoro, I mangiatori di patate.