La Berceuse, ritratto di Madame Roulin

Dicembre 1888 - Gennaio 1889
Olio su tela; cm 92 x 73

Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller

Augustine Roulin, la moglie del postino di Arles, fu ritratta da van Gogh numerose volte, a partire dal dipinto conservato a Winterthur, e anche con la piccola figlia Marcelle.
La serie delle “Berceuse” (ninna nanna) è costituita da almeno cinque dipinti che iniziò in dicembre. Con la figura della donna che tiene il cordone della culla van Gogh voleva realizzare un’immagine simbolica, quasi sacra: la donna-madre, rassicurante e protettiva. I motivi ispiratori, secondo il suo racconto, furono il romanzo di Pierre Loti Pêcheurs d’Islande e le narrazioni di Gauguin che era stato marinaio: voleva dunque «fare un quadro che, appeso nella cabina dei battelli da pesca diretti in Islanda, potesse far provare ai marinai - che sono insieme bambini e martiri - il dondolio della culla con il ricordo delle antiche ninne nanne». E più tardi definì il quadro «una ninna nanna a colori».
Il dipinto della Berceuse doveva essere la parte centrale di un trittico di cui van Gogh tracciò uno schizzo, che ai lati aveva due quadri con girasoli, che simboleggiavano la gratitudine, come indicò al critico Albert Aurier: un omaggio alla donna-madre.
L’artista giudicò il quadro tecnicamente insufficiente, «sembra una di quelle litografie a colori che si vedono nei negozi a buon mercato», scrisse e non fu particolarmente contento della stilizzazione dell’immagine, segnata da neri profili, astrazione perseguita seguendo i consigli di Gauguin, ma poi rifiutata in una lettera a Bernard: «Quando Gauguin era ad Arles io mi abbandonai una o due volte, come sai, all’astrazione come in “La Berceuse”».