Il mietitore

Settembre 1889
Olio su tela; cm 59,5 x 73

Essen, Museum Folkwang

Il quadro fu dipinto da van Gogh per la madre ed è l’ultima versione di un soggetto che iniziò a dipingere in giugno, quando vide un contadino che mieteva nel campo dietro l’ospedale. Scrisse a Bernard che vi aveva affrontato «il diabolico problema del giallo» e che era «forse la tela più luminosa che abbia mai fatto». Di questa opera mandò un disegno a penna a Theo, dove non compare la figura del mietitore.
Riprese il soggetto in settembre, dopo alcune crisi che gli avevano impedito di lavorare: realizzò così il mietitore oggi ad Amsterdam, dai colori più tenui e con un cielo verde, che voleva esporre alla mostra del gruppo Les Vingts a Bruxelles. Parlando di questo quadro in una lettera a Theo del settembre 1889 van Gogh lo contrappone al seminatore dipinto ad Arles: «Sono alle prese con una tela che ho cominciato alcuni giorni prima della mia malattia, un mietitore, il bozzetto è del tutto giallo, dipinto con uno strato spesso di colore, ma il motivo era bello e semplice. In quel mietitore vedevo - una figura particolare che lotta come un demonio, sotto il sole cocente, per finire il suo lavoro - vedevo in lui l’immagine della morte, nel senso che l’umanità era il grano che egli stava mietendo. È - se vuoi - l’opposto del seminatore che ho tentato di raffigurare in precedenza. Ma non c’è niente di triste in quella morte, tutto succede alla luce del giorno, con un sole che inonda tutto d’una luce d’oro puro».
Fece poi un dipinto che considerava pendant del Mietitore di Otterlo, il Campo cintato con contadino: «Ho appena portato a casa una tela alla quale ho lavorato per un certo tempo - scrive a Theo - e che ritrae lo stesso campo di quella del mietitore. In questa vi sono zolle di terra bruciata in distanza, e più in là le Alpilles, una chiazza di cielo verde-blu con una nuvola bianco-porpora, un cardo e erba secca in primo piano». Poco tempo dopo precisò: «È lo stesso campo della tela col mietitore dell’estate scorsa, e può servire come pendant di quella, penso che prendano forza una dall’altra».