<<<

NO alla guerra e al terrorismo!!

Manifestazioni in tutta Italia per dire no alla guerra e al terrorismo:
27 settembre a Napoli più di trecentomila persone
29 settembre a Roma manifestazione nazionale del Prc
14 ottobre Marcia per la pace Perugia-Assisi

foto di Liberazione
foto di Lorenzo

foto di Lorenzo

foto di Lorenzo

foto di Gianni
foto di Liberazione

foto di Liberazione

foto di Liberazione

fonte: Liberazione

CIVILTA' SUPERIORE

Venerdì 28 settembre 2001 - Una grande manifestazione a Napoli per dire no alla guerra e al terrorismo. Oltre trentamila persone alla manifestazione che è sfilata ieri nel cuore popolare di Napoli.foto di Liberazione
In concomitanza con quella di Napoli, sono state moltissime le iniziative di lotta per la pace e contro guerra e terrorismo che si sono svolte in tutta Italia.

CONTRO LA GUERRA, COMUNQUE MASCHERATA

Soffiano venti di guerra sul nostro pianeta: una guerra, ci dicono, inevitabile e giusta, perché in difesa di una civiltà e benedetta da dio. Una guerra contro un terrorismo senza confini, inafferrabile e che non riconosce interlocutori. Ironia della sorte, sono gli stessi aggettivi coi quali potremmo definire il mercato: altrettanto inafferrabile e senza confini, e che quando si è trovato davanti un interlocutore -il movimento contro la globalizzazione neoliberista -ha risposto con il massinio di violenza e repressione. Due torri sono crollate a New York, con il loro terribile carico di migliaia di vite spezzate, ma al loro posto sono state immediatamente erette due nuove torri, in tutto e per tutto gemelle: il mercato e il terrorismo. Perché il terrorismo stabilizza, altroche destabilizzare: con le sue pratiche criminali consente ad un modello di sviluppo, da tempo in verticale caduta di consenso e in piena recessione economica"di rilegittimarsi dietro l'aura della "civiltà" attaccata e da difendere a qualunque costo, soprassedendo alle profonde ingiustizie sociali e ai veri e propri crimini contro l'umanità quotidianamente perpetrati. Le nuove Twin Towers "mercato e terrorismo" riescono cosi a spostare il terreno dal conflitto politico allo scontro militare: un terreno da cui bandire ogni dialettica democratica, il diritto al dissenso e la partecipazione popolare. «Siamo tutti americani» ci viene chiesto all'atto dell'arruolamento;'o con noi o contro di noi» è il nuovo articolo di fede da professare. Ma noi non ci stiamo. Non abbiamo bisogno di diventare americani per condannare il vile attentato dell'11 settembre e lasciamo volentieri agli stolti di accomunarci ai terroristi solo perché non rinunceremo alla critica radicale e alle mobilitazioni contro il neoliberismo e i suoi disastri sociali, ambientali e culturali. Pur nella drammaticità di quei giorni, Genova ha dimostrato come il movimento sia ormai in campo su scala planetaria e domandi con radicalità e determinazione un altro mondo è possibile. E'un movimento, per articolazione e pluralità, geneticamente immune da ogni fondamentalismo, e pone in campo contenuti e domande di nuova politica e partecipazione.foto di Liberazione Questo movimento è oggi di fronte ad una prova forse decisiva: riuscire a praticare e far diventare mobilitazione di massa il rifiuto della guerra, di ogni guerra comunque mascherata. Di fronte alla prospettiva di una guerra globale permanente, ovvero di una politica della "sicurezza" a cui le libertà individuali e collettive dovranno gioco forza sottostare, il movimento può e deve rappresentare la dignità del bene comune, dello spazio pubblico, della costruzione collettiva di ipotesi diverse, dentro le quali collocare le speranze di un mondo migliore, socialmente equo ed ecologicamente sostenibile. Ed è ancora la piazza "lo spazio pubblico' il luogo dentro il quale immettere comunicazione, socialità e mobilitazione contro chi usa il terrore per richiuderci in casa, attoniti ed incapaci di reagire. Critica radicale alla dittatura delle multinazionali e alle grandi istituzioni internazionali, azzeramento del debito, sovranità alimentare, diritti del lavoro, cibo acqua salute ed istruzione per tutti, controllo democratico dei movimenti finanziari (scoprendo i quali -sia detto per inciso -molte verità sul terrorismo verrebbero a galla), libera circolazione e diritti dei migranti sono i contenuti sui quali abbiamo costruito il movimento. Ma oggi, dentro i venti di guerra, non sono solo i contenuti ad essere messi in discussione, bensì la possibilità stessa di un'azione politica, collettiva e partecipata. Per questo la manifestazione di Napoli di ieri, la manifestazione nazionale promossa dal Partito della Rifondazione Comunista il 29 settembre a Roma e la marcia Perugia-Assisi di metà ottobre devono divenire importanti tappe di un medesimo percorso che nel radicale rifiuto della guerra e del terrorismo ripropongano nuovi spazi per la politica, la democrazia e la trasformazione sociale. "O la borsa o la vita" intimavano i briganti del secolo scorso; "o la Borsa o la vita" ripetono oggi i nuovi banditi internazionali, ben più cinici e meno romantici. E' un'altra la Borsa di cui parlano, e per la quale provano emozioni come euforia, apprensione, panico, ma medesimo è il dilemma cui ci sottopongono. Per parte nostra non abbiamo dubbi di sorta: scegliamo la vita, tutti i giorni, tutti assieme. E la lotta, naturalmente.
Marco Bersani di Attac Italia