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Il mercato del dolore - Perché il mercante vende solo dove l'acquirente compra

Ma che società è la nostra?
Ciao a tutti quanti, l'altro giorno sentivo dalla trasmissione Jack Folla c'é ( su Radio Due - FM 97.40 dal lunedì al venerdì dalle 13.40 alle 14.30) la telefonata di un ragazzo che si chiedeva come mai la sua famiglia si zittisce davanti al televisore per ascoltare le ultime notizie su Cogne, o su Erika oppure le notizie riguardanti l'ultima villetta assaltata da presunti albanesi, mentre all'ascolto delle tragedie umane che si stanno svillupando sempre di più in Medio Oriente e in Afghanistan la bella famigliola si sente scocciata. Perché? Si chiedeva: non è che io sono stato adottato?
ebbene, questa è la nostra società, la società dove fa più notizia l'aumento del petrolio che non la morte di decine di bambini palestinesi, la società dove Gino Strada non viene ascoltato quanto l'ultimo dei nostri amati personaggi televisivi,...
Vi riporto un articolo che ho letto oggi, a mio parere ancor più significativo per il fatto che è stato scritto dal vicedirettore di una rivista d'informatica.
Hasta la victoria siempre
gianni

Il mercato del dolore - Perché il mercante vende solo dove l'acquirente compra

Questo è il primo processo on-line. Così, qualche settimana fa, si era espresso il Giudice per le indagini preliminari Fabrizio Gandini, riferendosi alla fuga di notizie e alle indiscrezioni che, sin dal suo avvio, avevano circondato l'inchiesta sul drammatico delitto di Cogne. Il Gip non poteva immaginare che qualcuno, di lì a qualche giorno, avrebbe preso le sue parole non tanto come una reprimenda, quanto come un suggerimento. Proprio il giorno prima che venisse spiccata l'ordinanza di custodia cautelare, con un tempismo straordinario, il nome del piccolo Samuele, diventa il "dominio" di un sito Web.
In tutti i sensi. Giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, sotto il titolo da pulp di serie B "Chi ha ucciso Samuele", una società di servizi editoriali presenta la cronologia dell'inchiesta, con i nomi dei protagonisti, le loro fotografie, fatti e circostanze dissezionati nei minimi dettagli.
Ma c' è di più. Per chi è disposto a metter mano al portafogli, un posto in prima fila allo spettacolo del dolore costa appena 15 euro. Tanto è infatti richiesto per un mese di abbonamento alla mailing list che ogni giorno recapita nella propria casella di posta elettronica le ultime novità sul caso, nonché la storia dell'omicidio. Visa, Mastercard, Server sicuro... Come un sito pomo. "Venghino siori e siori! Venghino avanti! Dentro c'è posto, e i più piccoli entrano gratis". Già, i più piccoli entrano gratis, perché sono loro lo spettacolo: dodicimila contatti in due giorni. Eccola lì Internet. Eccola di nuovo a mostrarci, con il solìto pugno nello stomaco, la differenza tra uso e abuso, tra informazione e perversione, interesse e morbosità. C'è forse qualcosa di illegale in un'iniziativa commerciale di questo genere? Probabilmente no. Ma la domanda che dobbiamo porci è se in quella stessa iniziativa ci sia qualcosa di morale. E in questo caso la risposta pone molti meno dubbi. Forse è il momento di chiedersi quale tipo di "società dell'informazione" vogliamo. Tanto decantata per la sua capacità informativa continua, in tempo reale, capillare, Internet è pronta a diventare la zona franca per le curiosità più perverse. Un sito Web, un po' di pelo sullo stomaco, ed ecco pronto il "giornalismo" prèt a pòrter, in presa diretta, a basso costo e, naturalmente, a pagamento. Un giorno per pochi spiccioli ci faranno vedere qualcuno morire in diretta, magari via Web cam. Se accadrà, si difenderanno dicendo che la gente ha il diritto di sapere, di conoscere, di essere informata, sempre e rigorosamente in diretta, sul luogo del delitto, tra il sangue della vittima e le lacrime dei parenti. Ma noi sappiamo bene di che si tratta. Chi ha l'età per ricordarsela, sentirà come la tragedia di Vermicino sia dietro un angolo: anche là, guarda caso, c'era un bambino... Sarebbe bello poter dare la colpa al prossimo, chiamarci fuori da questo mercato dei sentimenti e dei drammi nati. E invece non possiamo. Perché il mercante vende solo dove l'acquirente compra.
Andrea Maselli (dalla rivista Computer Idea)