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Giacomo Casanova viene arrestato e portato ai Piombi, note prigioni di Venezia, il 26 luglio 1755. Deve scontare una pena di 5 anni, ma ci rimane solamente 15 mesi perché riesce ad evadere.

 

Viene accusato di esercitare un'attività di propaganda antireligiosa. Inoltre, pur essendo un accanito giocatore ed un abile baro, spesso perdeva e così era pieno di debiti.

 

Nella notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre del 1756 mette in atto il suo piano di fuga. Si arrampica dalla cella fino al tetto, per poi scendere dentro una soffitta. Attraversando tutta una serie di stanze, Casanova viene visto da una guardia; questa però lo scambia per un uomo politico rimasto chiuso dentro il Palazzo Ducale per sbaglio, e così viene liberato.

 

Dopo essere uscito dalla Porta Carta, sale su una gondola e si allontana dalla città per poi fuggire dallo Stato. Infine si rifugia a Parigi passando per Monaco di Baviera

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