Le
ragioni
Un
luogo per le donne: incontro con Alberta Basaglia
di Martina Bertan
Alberta
Basaglia è la responsabile del Centro Donna e noi ragazzi e ragazze
di 3A l'abbiamo incontrata e le abbiamo fatto delle domande per
capire meglio il suo lavoro. Ne è nata questa intervista:
Come
responsabile del Centro Donna, quali sono i suoi compiti?
Sono quelli di coordinare il lavoro svolto da tutte le persone che voi
avete conosciuto nelle vostre visite quasi settimanali, di lavorare
assieme a loro con un ruolo di maggior responsabilità e di verificare
che le cose funzionino in modo che il servizio risponda il più
possibile alle domande delle persone che lo frequentano.
Attraverso
quali esperienze è arrivata a ricoprire questo incarico?
Non sono delle esperienze legate esattamente ai movimenti delle donne,
nel senso che io ho cominciato a lavorare come dipendente comunale all'interno
degli asili nido. Poi lo stesso assessorato, che allora si chiamava
Assessorato alla condizione femminile, ed è quello che ha aperto
negli anni Ottanta tutti gli asili nido che ci sono qui nella città
di Venezia, ha aperto anche il Centro Donna, e siccome io lavoravo all'assessorato,
anziché continuare a lavorare con i bambini ho scelto di cominciare
questa esperienza.
Quali
sono gli scopi del Centro Donna? Perché ce n'è bisogno?
Il Centro Donna è nato venti anni fa con lo scopo di essere un
luogo dove le donne potessero trovarsi, discutere, leggere e assieme
inventarsi delle iniziative culturali; poi negli anni, visto anche il
cambiamento della storia delle donne, ha cominciato ad essere necessario
che questo Centro, oltre a dare uno spazio alla cultura delle donne,
desse anche delle risposte concrete ai problemi concreti che alcune
possono avere. Oggi il Centro tenta da una parte di rispondere alle
esigenze legate alla voglia di cultura e di conoscenza delle donne;
dall'altra anche di tutelare i loro diritti, quando tutelati non sono.
Nelle
altre uscite ci hanno parlato del significato di genere cui il Centro
Donna è legato. Lei cosa ne pensa?
Penso sia importante che ci sia una lettura di genere delle cose che
succedono, anche perché è inutile fingere che non ci sia
e quindi mi sembra giusto riconoscerlo, ma mi piacerebbe maggiormente
una vita dove non ci fosse bisogno di lettura e interpretazione di genere.
Cos'è
dal punto di vista giuridico il Centro Donna? E' gestito dal Comune
o è un ente privato?
E' una struttura tutta comunale nel senso che sia lo spazio sia i soldi
che vengono utilizzati per le iniziative e per pagare gli stipendi delle
persone che ci lavorano sono tutte risorse comunali, quindi è
un servizio totalmente pubblico e gestito dal comune.
Che
rapporto ha con le altre istituzioni, per esempio con l'assessorato?
Con l'assessorato ha rapporti diretti perché il Centro Donna
è una parte di esso, dopodiché i rapporti che ha all'interno
degli altri assessorati sono abbastanza buoni anche se è considerato
un servizio di secondo piano. I rapporti con le istituzioni esterne
che possono essere soprattutto quelle del Centro Antiviolenza(strutture
sanitarie, tribunali, polizia) sono più difficili perché
noi prima di avere rapporti con loro dobbiamo farci conoscere e far
capire che siamo un servizio che lavora bene e con cui loro, che sono
istituzioni riconosciute, possono permettersi di lavorare.
Oltre
alla nostra area di progetto, esistono altre iniziative mirate al mondo
giovanile?
Abbiamo avuto esperienze negli anni passati con altre scuole con cui
abbiamo fatto dei progetti più legati al Centro Antiviolenza
e abbiamo avuto incontri con i ragazzi e diverse iniziative tra cui
la proiezione di film. Il nostro tentativo è di coinvolgere il
più possibile i giovani e l'esperienza con voi vuole contribuire
a formare una strada per i vostri coetanei in modo che possano conoscere
il Centro.
Esiste
una giornata tipo della responsabile del Centro Donna?
E' difficile raccontare una giornata tipo, perché si fanno contemporaneamente
un sacco di cose e può sempre esserci un imprevisto che sconvolge
quello che si era pensato di fare in quella giornata. Comunque oltre
a lavorare al Centro Donna io lavoro anche in un ufficio all'interno
dell'assessorato e quindi la mia giornata tipo si svolge un po' a Mestre
e un po' a Venezia, a pensare ai progetti e a come realizzarli.
Esiste
un sogno nel cassetto, qualcosa che vorrebbe realizzare ma comunque
difficile per il Centro Donna?
Ce ne sono tanti
mi piacerebbe che le cose che stiamo facendo
adesso funzionassero sul serio, soprattutto mi piacerebbe essere sicura
che tutte le iniziative servissero davvero perché a volte può
venire il dubbio di fare la cosa sbagliata.
Potrebbe
elencare qualche sogno di ieri oggi realizzato?
A me piace l'idea che si è riusciti a fare in modo che il Centro
Donna non sia solo un luogo di "disgrazie", ma che sia un
luogo dove succedono anche cose belle e dove la gente può divertirsi.
Mi piace pensare che è un posto dove potete venire voi contemporaneamente
alla donna che è stata maltrattata, può venire un'altra
donna a navigare in Internet, può venire qualcuno che cerca una
spalla per creare qualche progetto.
Ha
un'idea di quale percentuale della popolazione sia a conoscenza del
Centro Donna?
L'idea c'è anche con il numero esatto, perché è
stata fatta una ricerca attraverso l'Osservatorio. So per certo che
la conoscenza che le donne della nostra città hanno del centro
è aumentata negli anni grazie anche alle numerose iniziative,
ed è aumentata attraverso il rapporto che hanno tra loro perché
si passano parola su quello che si fa all'interno di esso. Abbiamo tentato
parecchie strade per diffondere la voce sull'esistenza del Centro, con
manifesti, depliant, articoli sui giornali ma quello che funziona meglio
e appunto il passa parola tra le donne.