L'impegno

Il Centro antiviolenza
di Chiara Porcelluzzi

La prima volta che ho visitato il Centro Donna, ho sentito parlare del Centro Antiviolenza e mi ha incuriosito molto, così appena i professori ci hanno illustrato gli argomenti da ampliare per creare questo quadernino, ho pensato di occuparmene io.
Ho avuto occasione di incontrarmi più volte con le operatrici che si occupano del Centro Antiviolenza e abbiamo avuto anche modo di discutere delle loro attività. Mi sono informata per conoscere meglio e soprattutto per far conoscere a voi questo luogo d'accoglienza e assistenza.
Un pomeriggio mi sono recata al Centro Donna perché dovevo incontrarmi con Paola e Tiziana e devo riconoscere che mi sono state di molto aiuto. Per far loro delle domande che in un certo senso corrispondessero a quelle che avreste voluto rivolgere voi, sono andata da alcune mie amiche che non conoscevano né il Centro Donna né tantomeno il Centro Antiviolenza, e ho annotato tutte le loro curiosità. La prima domanda che mi è stata rivolta è stata molto generica e classica e cioè cos'è il Centro Donna. Mi hanno anche chiesto se frequentare o andare in questo centro è gratuito o invece si deve pagare; un'altra mia amica, mi ha domandato dove si trova questo centro, chi ci lavora e se chiunque ci può andare.
Il Centro Antiviolenza è un luogo al quale le donne che cercano aiuto si possono rivolgere magari per problemi di maltrattamento, per violenze subite, per separazioni o altro. Questo è un servizio del Comune, quindi pubblico, ed è gratuito. Non è un'organizzazione privata ed è finanziato dalle tasse dei cittadini. È un centro diurno e in ogni caso c'è anche un numero telefonico per chi avesse problemi a recasi lì; purtroppo non è un numero verde anche se gliel'ho consigliato e forse lo sistemeranno. Di notte c'è in ogni caso la segreteria telefonica, alla quale chi avesse un problema molto urgente o grave lascia il suo numero telefonico per essere richiamato non appena possibile.
La responsabile del Centro Donna è una funzionaria, ma chi ti accoglie sono cinque operatrici, una psicologa e quattro avvocate.
Delle cinque operatrici, due sono di prima accoglienza e cioè si trovano all'interno del Centro Donna pronte ad ascoltarti, mentre le altre tre sono nella casa protetta. Quest'ultima serve a dare a chi ha bisogno di protezione, in caso di gravi problemi, una temporanea ospitalità. Essendo una struttura di protezione, sono solo le interessate a sapere dove si trova. Una minorenne però può essere accolta solo se i genitori ne sono a conoscenza.
Se una donna ha bisogno di consulenza legale, ci sono le avvocate, che, a differenza degli altri avvocati, danno informazioni gratuite. Ovviamente, però, se una donna ricorre ad un'azione legale, deve poi retribuirle.
Ci sono però donne che non hanno grandi possibilità economiche e che non possono permettersi di pagare delle somme che ricompensino l'attività svolta per loro; così dopo averne controllato il patrimonio, le avvocate la aiutano anche gratuitamente.
Tutte le donne che ne sentono il bisogno possono frequentare questo centro. Anche ragazze minorenni si sono rivolte a loro, anche se in un numero piuttosto ristretto.
Le operatrici che ci lavorano mi hanno detto anche che non può operare chiunque in quel campo, perché chi decide di impegnarsi deve essere effettivamente in grado di sostenere le persone, di ascoltare e soprattutto di aiutarle a trovare la forza e gli strumenti per risolvere i propri problemi.
Le donne che condividono lo stesso problema si riuniscono in gruppi detti d'auto-aiuto dove, parlando insieme, si confortano a vicenda, si confrontano e tentano di trovare una soluzione.

 

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