La
memoria
L'Osservatorio
di Chiara Foffano
Il
Centro Donna è formato anche da un Osservatorio. Lo abbiamo scoperto
quando ci siamo recati da Tiziana ed Elena , rispettivamente una psicologa
e una studiosa di statistica, che si occupano della struttura del Centro.
In realtà all'oOsservatorio lavora anche Cristina, una sociologa,
che si incontra però con le colleghe solo una volta alla settimana.
Ci siamo seduti intorno a un grande tavolo nero, ci siamo salutati e
poi le operatrici hanno iniziato a spiegarci il loro lavoro e in cosa
consisteva il loro settore.
Elena è una ragazza giovane e da poco assunta al centro; è
laureata in statistica ed è proprio di questo che si occupa:
gestisce infatti il monitoraggio e il follow-up del Centro.
Il monitoraggio consiste in alcune interviste, che restano anonime,
che si fanno alle donne appena arrivate al Centro, o che comunque ci
vengano per la prima volta. Lei elabora al computer i dati che raccoglie
arrivando ad ottenere il quadro statistico che serve poi ad altre operatrici
che partecipano a delle conferenze o comunque vengono rilasciate a giornalisti
interessati.
Il follow-up invece consiste nel seguire le utenti abituali o già
venute in passato, sempre per mezzo di questionari somministrati anche
telefonicamente. Ciò viene fatto per non abbandonarle o comunque
per continuare ad avere un contatto con loro. Le operatrici alla fine
dell'anno fanno un resoconto per capire cosa si aspettano le utenti
da questo centro. Negli ultimi anni, da quelle indagini, è emerso
che le donne che si rivolgono a questo Centro vorrebbero essenzialmente
tre cose:
- lavoro
- un avvocato "gratis"
- qualcuno che si occupi di costruire delle strutture a cui affidare
i bambini per una parte della giornata.
Tiziana
si occupa delle "politiche dei tempi" delle città:
lei studia perciò gli orari della città che più
influenzano la vita dei suoi abitanti. Ha fatto raccontare ad alcuni
di noi le giornate tipo nostre e dei nostri genitori e ci ha fatto notare
che soprattutto noi giovani siamo condizionati, per esempio, dagli orari
degli autobus all'uscita della scuola. Per evitare questo disagio si
è cercato di modificare gli orari di alcune scuole, per non avere
un sovraffollamento nelle strade. Su un altro versante si è cercato
invece di ridurre il costo dei biglietti.
Anche gli adulti naturalmente risentono di questi orari, e forse anche
più degli studenti. Molte persone che lavorano si recano in ufficio
con la loro auto privata, ma in altri casi sono costretti a prendere
l'autobus o il treno, se abitano troppo distante, e perciò devono
attenersi a determinati orari. I soggetti più colpiti da queste
influenze di orari sono le donne. In un primo momento ho pensato che
questo non potesse essere vero, ma poi Tiziana ci ha fatto notare che
la donna è la persona più attiva in assoluto, occupata
in tutte le ore. Se ha una famiglia e un lavoro, deve badare alla casa,
alla cura dei propri figli e naturalmente anche alla sua vita professionale.
Questo significa che le donne sono di fatto le più condizionate
dagli orari delle loro città e della loro giornata.
La legge 142 del 1990 dà al sindaco l'autorità di coordinare
i tempi e gli orari della città che amministra, al fine di rendere
migliore la qualità della vita urbana per tutti.
A questo proposito sono nate due strutture per aiutare le famiglie con
"problemi di orari" abbastanza consistenti:
- la banca del tempo
- la citta' dei bambini
Le
banche del tempo sono dei luoghi nei quali è possibile
effettuare uno scambio del tempo disponibile tra le persone che vi aderiscono.
Tali banche hanno lo scopo di soddisfare alcuni bisogni che ciascun
cittadino può avere nella vita di tutti i giorni.
Chi vi aderisce è una persona che rende disponibile il proprio
tempo libero per svolgere attività in favore di altre persone
che magari in quel momento stanno lavorando. Colui, o colei, che ha
ceduto il suo tempo è consapevole che successivamente gli sarà
restituito sotto forma di un servizio di cui lui necessita, riuscendo
così a soddisfare due bisogni contemporaneamente: il proprio
e quello dell'altro.
La "città dei bambini", invece, serve per andare
incontro alle esigenze di bambini, in quanto cittadini come gli adulti,
e dunque parte anch'essi della popolazione.
Le più frequenti iniziative prese all'interno della "città
dei bambini" sono la creazione di parchi giochi, di centri ricreativi
anche in spazi naturali, di mense adeguate e soprattutto di percorsi
casa-scuola sicuri.
Le
mie impressioni
Non so ancora bene cosa pensare di questo Centro Donna. Non è
da molto che vado in questo posto sconosciuto dalla maggior parte dei
miei coetanei. Sono stata al Centro poche volte, ma mi ci trovo comunque
bene. Già dalla seconda volta, infatti, mi è sembrato
di recarmi in un luogo comunissimo, familiare insomma. Tutte le persone
che vi operano sono sempre pronte ad aiutarci, a venirci incontro, cercando
di spiegarci in un modo semplice quello che veramente succede, tutte
le attività che si svolgono. L'atmosfera che si respira infonde
un certo relax, capace di mettere a proprio agio chiunque abbia occasione
di rivolgersi al centro.
Devo dire che l'attività dell'Osservatorio può sembrare
noiosa a parlarne e questo perché è un lavoro soprattutto
di pratica, quindi sarebbe più una cosa da provare che da discutere.
D'altronde se non ci fosse una raccolta di statistiche annuali non si
potrebbero notare i cambiamenti sia positivi che negativi e cosi fare
qualcosa per migliorarsi. Io credo quindi che l'osservatorio sia una
cosa fondamentale per il Centro Donna nonostante sia stato istituito
da poco tempo.