L'incontro

Le donne nella società: incontro con Franca Bimbi
di Alice Manfroi

Franca Bimbi fino alla primavera 1999 è stata l'assessora alla Cittadinanza delle donne e Cultura delle differenze del Comune di Venezia. Il 9 Aprile 1999 siamo l'abbiamo incontrata a Venezia, nel suo ufficio dell'assessorato, per discutere del suo lavoro. A me era stato assegnato il compito di rivolgerle alcune domande, e così, ovviamente, ho fatto.
Ne è nata l'intervista che vi propongo qui di seguito.

Di cosa si occupa il settore in cui lei lavora?
Il settore del Comune si chiama "Cittadinanza delle donne e Cultura delle differenze". "Cittadinanza delle donne" significa che io con tutte le persone che lavorano con me, dovrei occuparmi di dare innanzitutto più visibilità possibile alle azioni che le donne fanno nella società per essere più presenti e per valere di più. In secondo luogo mi occupo anche di promuovere delle azioni a sostegno di quelle donne che non sono capaci da sole di essere così presenti o vivono in situazioni di disagio o soffrono di problemi sociali personali.

Prima si chiamava 'Pari opportunità', poi è stato cambiato, perché?
"Pari opportunità" è una definizione legata alla legislazione esistente in Italia e parte da un dato di fatto, cioè che ci sono molti settori in cui anche se è riconosciuta l'uguaglianza formale alle donne tuttavia quella sostanziale non c'è.
"Cultura delle differenza" implica un concetto più ampio; sempre di più siamo all'interno di una società multietnica, in cui le generazioni parlano linguaggi diversi, le ragazze e i ragazzi ma anche i giovani e le persone più adulte; quindi, questo assessorato dovrebbe dar voce a queste differenze.

L'assessorato c'è in ogni amministrazione comunale?
"l'Istituto nazionale di ricerca" sta facendo un'indagine per vedere quanti sono, credo che in Italia siano meno di dieci; quello che è importante è che il Comune di Venezia spende di più per le donne, rispetto alla popolazione che ha.

Quando è nato questo assessorato?
L'assessorato esiste dall'inizio di questa giunta, cioè dal novembre - dicembre 1997; prima c'era un ufficio che si chiamava "Cittadinanza delle donne e qualità della vita urbana", dove lavoravo come consulente del sindaco. Successivamente sono diventata assessora.

Che rapporti intrattiene con gli altri assessorati?
Nei limiti del possibile, bisogna cooperare se si vogliono avere dei buoni risultati; noi lavoriamo con tutti i settori. I temi di cui mi occupo riguardano la cultura, lo sport e i servizi sociali. In questi giorni stiamo lavorando molto con il "Centro pace", sul sostegno alle popolazioni del Kossovo.

Che rapporti intrattiene con il Centro Donna?
Il "Centro Donna" è il servizio storico che ha permesso la nascita di questo Assessorato. Io sono la responsabile politica del "Centro Donna", ho trovato a Venezia un patrimonio già molto forte di attività delle donne e mi sono sforzata in quest'anno e mezzo di farle crescerle e promuoverle. Mi riferisco alla biblioteca, all'Osservatorio donna, al Centro Antiviolenza e alle attività culturali autogestite dalle donne: sono questi i quattro servizi forniti dal Centro Donna.

Esistono delle iniziative mirate alla fascia giovanile?
Sì. Uno è il progetto che voi rappresentate qui; poi ci sono state negli anni precedenti delle iniziative per corsi di autodifesa, rivolti particolarmente ai ragazzi. Il Centro Donna è un luogo aperto a varie proposte delle donne; ad esempio, noi abbiamo offerto iniziative legate a Internet o legate alla costruzione di una Banca del Tempo nella scuola. Ma vorremmo che ci fossero anche delle iniziative proposte al Centro Donna da voi ragazzi.

Ci può indicare le iniziative più significative a suo avviso dell'assessorato?
La prima è lo sviluppo del rapporto tra nuove generazioni e nuove tecnologie. Credo sia importantissimo, perché offre delle competenze tecniche, diverte, ma soprattutto perché serve per un'autogestione da parte vostra della conoscenza e del sapere. Noi speriamo quanto prima di mettere in rete il Centro Donna con le università del Veneto, perché in questo modo si possono avere gli orari degli esami, quali sono i libri in biblioteca ecc. cioè il problema è di dare degli strumenti per incrementare da soli le proprie conoscenze.
L'altra è tutto il lavoro fatto con il Servizio Antiviolenza; negli ultimi mesi stiamo iniziando un progetto di apertura di due centri di ascolto antiviolenza al pronto soccorso dell'ospedale di Mestre - Venezia.
Il terzo è stato l'apertura del Centro Donna a Sarajevo con l'OMS, l'organizzazione mondiale della sanità, e con l'aiuto di un'associazione di donne qui e a Sarajevo: il Centro è stato aperto il 13 marzo e vi lavorano donne di etnie diverse, serbe, bosniache, croate: un segno di pace molto importante. Un'altra iniziativa importante è stata la scuola di politica delle donne, con 200 iscritte. Nasce dal fatto che spesso abbiamo qualcosa da dire, ma non abbiamo lo spazio per farlo. In Italia ne sono nate molte come scuole di riflessione anche sulla nascita di una nuova classe politica. Abbiamo fatto domanda di finanziamento alla commissione Europea e lo abbiamo avuto. Questa si è collegata con iniziative analoghe in Spagna e a Londra.

Esiste una giornata tipo dell'assessora?
La giornata tipo dell'assessora può essere fatta di incontri istituzionali, come questo; di partecipazione di attività istituzionali. Il lunedì c'è il Consiglio comunale, mentre il giovedì c'è la Giunta comunale. E' fatta di discussione con i collaboratori sui progetti che stiamo realizzando e di incontri con persone o associazioni che vogliono lavorare con noi.

L'assessore ha un sogno nel cassetto?
E' di fare nel 2000 a Venezia una "Fiera delle utopie delle donne", che presenti a livello italiano ma anche europeo le varie iniziative delle donne nell'editoria, nelle imprese, nell'area della scrittura, della musica e della creatività. E' un sogno, perché sono richieste molte risorse economiche.

Franca Bimbi ha due figli, insegna all'università di Padova "Sociologia della famiglia" e "Politica sociale".

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