- 126 (Tav. 12).
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- Stele funeraria reimpiegata nella abbattuta chiesa di San Giacomo
di Albareto.
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- Utilizzata come soglia nella demolita chiesa
di S. Giacomo d'Albareto 1 era, agli inizi del secolo scorso,
una stele funeraria in marmo rosso (Bruzza 1874, p. 71) che presenta nella
parte superiore due sculture a mezzo busto raffiguranti un uomo ed una
donna. Al di sotto di queste è una iscrizione contornata da una
cornice modanata.
- Il testo epigrafico: D(is) M(anibus) C.Vetti
Valerini IIII vir(i) i(ure) d(icundo) eq(uitis) r(omani) et Laeviae [Dru]sillae
filia Parentib(us) carissim(is) ricorda C.Vettius Valerinus di condizione
equestre 2, il quale ricopriva la carica pubblica di quattuorviro
iure dicundo e la figlia il cui nome era probabilmente Drusilla 3.
- E' questa l'unica notizia di questo personaggio della vita pubblica
vercellese in epoca imperiale (Roda 1985, p. 33) ed il reimpiego della
stele non consente di stabilirne la collocazione originale 4, anche se
una sua appartenenza alle vicine zone necropolari poste lungo la strada
per Trino potrebbe essere ipotizzabile.
- Secondo il Bruzza un frammento di iscrizione,
probabilmente cristiana, proveniva dalle "terre del giardino dell'antica
commenda di S. Giacomo" (Roda 1985, p. 139).
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- NOTE
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- 1 La chiesa era ubicata all'incirca tra via S. Cristoforo
e c.so De Gregori (Chicco, Faccio, Vola 1979, p. 520), e venne demolita
nel 1802. Appartenuta dapprima all'ordine dei Templari passò successivamente,
con la loro soppressione nel medioevo, all'ordine dei Cavalieri di Malta.
- 2 E quindi con un censo di almeno 4.000 sesterzi.
- 3 La prima parte del nome risulta fortemente abrasa e
non consente una esatta lettura.
- 4 Che prevedeva il suo posizionamento su di una base
o direttamente conficcata nel terreno.
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