15 (Tav. 2).

Murature e iscrizioni nel cortile del Collegio delle Orfane.

Il 15 dicembre del 1881, F. Marocchino scrive a padre L. Bruzza (Sommo 1995, p. 284) informandolo dello scavo avvenuto in via Gioberti nel cortile del Collegio delle Orfanelle1. Lo scavo, avvenuto nella parte est del cortile ha permesso di scoprire alcuni tratti di muratura 2 paralleli e dei quali, stando ai rilievi, almeno tre costruiti in ciottoli e malta. A fianco di uno di questi erano posti alcuni gradini in marmo sagomato che sembrava formare una scala a chiocciola sui quali si rinvenne uno dei reperti più importanti di quello scavo, un frammento di tavola in bronzo recante una particolarissima iscrizione:

[Lex] Tappula .......ius Tapponis f(ilius) Tappus cis[tifer] secundum e[dicta] conlegaru[m ad] quos e(a) r(es) p(ertinent) M(arci) Multivori P(ubli) Prosperoci[bi] [......M(arci) Me]ronis (?) Plebem Romana[m iure] [rogavit pl]ebesque Romana iure sci[vit] [....pro ae[de Herculis a(nte) d(iem undecimam) k (alendas) und[ecemb(res)......a trib]u Satureia principi[um fuit]....Ta]pponis f(ilius) pante repeti[to scivat........c qui auaeve.

Si tratta di un frammento di una legge giocosa emanata da un circolo conviviale vercellese e redatta scherzosamente nella stessa forma delle leggi plebiscitarie romane, e appartiene a quelle leges conviviales la cui esistenza ci è tramandata da Festo 3 (Viale 1971, p. 35). Il frammento, visibile al Museo Leone, è tuttora in restauro presso la Soprintendenza. La sua datazione è assai controversa e spazia tra l'inizio e la fine del I secolo d.C. con addirittura una sua collocazione alla fine del II secolo d.C. (Roda 1985, p. 95). Essendo in presenza di uno scavo condotto con criteri ottocenteschi, non è certo possibile avere elementi che permettano di stabilire con certezza l'appartenenza dei contesti del ritrovamento, ma a questo proposito è da ricordare la presenza nello scavo di quello che quasi certamente è un frammento di piattello a vernice nera 4 che potrebbe datare il ritrovamento, pur con tutte le cautele, ad un periodo ascrivibile all'inizio del I secolo d.C. Dallo stesso sterro provengono anche alcuni cunettoni in pietra convessa che, ritrovati poggianti sopra a mattoni sesquipedali romani, erano utilizzati come condotta per acqua, uso al quale ovviamente ed indubbiamente serviva la fistola plumbaria rinvenuta 5. Insieme al frammento della Lex Tapppula vennero alla luce anche un frustolo di cornice in bronzo ed uno di marmo che riportava incise alcune lettere 6. Lo scavo venne ulteriormente allargato nei primi mesi del 1882 7, e in questa occasione vennero ritrovati frammenti di un braccialetto in bronzo, alcune tessere musive ed una pedina per il gioco della dama. Qualche anno più tardi, nel 1890, C.Leone nuovamente eseguì un saggio di scavo assai vicino al primo, dal quale emerse un pavimento in opus sectile formato da lastre bianche e nere (Viale 1971, p. 35). Nel loro complesso, questa serie di rinvenimenti si riferisce, con pochi dubbi, ad una zona della città nella quale la presenza di edifici ad uso abitativo, anche con decori di pregio, è evidente, come peraltro confermato dalla frequenza stessa dei ritrovamenti.

 

NOTE

1 Sia il Viale che il Ferrero datano erroneamente lo scavo come avvenuto nel 1882.

2 Il cui orientamento sembrerebbe, dai rilievi, essere disposto secondo un asse leggermente NW/SE, e quindi simile a quello di altri edifici di epoca imperiale ritrovati recentemente in città, e disposti appunto secondo questo asse.

3 Festo ricorda nella sua opera De verb. Significatione come queste leges conviviales: Tappulam legem convivalem ficto nomine conscripsit iocoso carmine Valerius Valentinus cuius meminit Lucilius hoc modo: Tappulam rident legem conterunt opimi. Quindi per Festo era un testo giocoso la Lex Tappula, composta da Valerio Valentino nel II secolo a.C., e il cui nome diventò evidentemente il modo per designare questo genere di testi scherzosi così come quello riportato nell'iscrizione vercellese.

4 La sua presenza è riportata dal Ferrero nell'elenco degli oggetti ritrovati (Ferrero 1891, p. 12).

5 Il ritrovamento di questa tubazione, insieme ai molti altri analoghi, attesta la presenza a Vercelli di una capillare rete distributiva delle acque.

6 Ora perduto, fu ritenuto, probabilmente a torto, di epoca assai recente dal Marocchino. A questo proposito si ricordi il ritrovamento di frammenti marmorei nella vicina piazza S. Francesco.

7 Di questo progetto di allargamento dello scavo, allo scopo di indagare la zona sotto il profilo archeologico, si ha notizia in una lettera del Marocchino al Bruzza datata al gennaio 1882 (Sommo 1995, p. 286), dalla quale si apprende anche come il progetto fosse ritenuto interessante dalla Commisione Archeologica Municipale, istituita proprio per sovrintendere a questo genere di lavori ma che operò per pochi anni con scarsissimi mezzi.

Ferrero 1891, p. 4

Guala 1938, p. 170

Viale 1971, p. 35

Roda 1985, p. 147

 

ILLUSTRAZIONI

 

36. Il frammento della Lex Tappula.

ml sala g vetrina 71

37. Scavi nel cortile del Collegio delle Orfane. Rielaborazione dei rilievi conservati (Sommo 1994, p. 288).

 

38. Frammento di cornice in bronzo.

ml sala g vetrina 71

 

40. Pavimentazione in opus sectile dallo scavo del Leone del 1890.

ml sala g vano a