150 A - B (Tav. 14).
 
Area necropolare detta delle cascine Bretagna e Sapienza, sulla strada per Casale.
 
La presenza, a destra della strada per Casale, nella zona compresa tra le cascine Bretagna e Sapienza, di aree necropolari avrebbe la sua prima attestazione già nel 1630. Ricorda infatti M. A. Cusano, storico vercellese del XVII secolo, come il nobile cittadino Alessandri, proprietario di terreni in prossimità della Sapienza, effettuando degli scavi in " [...] siti diversi attigui ad esso luogo [...]" rinvenne " [...] particolarità di qualificati fondamenta, mostruosi sarizzi e finissimi marmi [...] principio di graziosa scala havendovi scaglioni di nero marmo disposti con bell'ordine [...]" 1.
La segnalazione di questa scoperta sarebbe, secondo il Cusano e tutti gli studiosi successivi, da mettere in relazione con la presenza nell'area di una costruzione funeraria di notevole mole e raffinatezza 2, ed appartenente quindi ad una famiglia assai facoltosa della Vercellae romana 3. L'appartenenza dei ruderi 4 ad un mausoleo non è però suffragata da elementi che la rendano certa 5 nonostante nel 1836, si mettesse in luce nella zona un'area riservata a sepolture ad incinerazione 6. Lo storico Baggiolini ricorda infatti, a tale riguardo, come: "[...] essersi verso il terreno detto della Sapienza, ad un trar di mano fuori dalla cerchia di Vercelli, discoperto un vasto cimitero di Gentili. Le urne cinerarie che ci vengono recate: quelle in gran copia che schierate a pochi palmi di profondità, ma guaste dalla marra, presentano gli avanzi dei roghi [...] (Baggiolini XXXX, p. 445).
Unitamente alla notizia del rinvenimento di numerose fosse, l'autore rammenta anche come, nei corredi associati alle tombe, fossero " [...] alcuni numismi de buoni secoli di Roma, varie guise di stoviglie, i lumi, i crateri, le patere a vezzi istoriate ed a fogge di animali e di ghirlande .[...]", cioè monete, lucerne e, probabilmente, ceramiche decorate in terra sigillata. Proprio una lucerna, riportatte il bollo "EUCARPI" impresso dal fabbricante, è ricordata dal Bruzza come proveniente dalla cascina Bretagna (Bruzza 1874, p. 229).
A confermare questi ritrovamenti è la scoperta, avvenuta nel 1864, di uno specchio metallico proprio presso la cascina Bretagna e ricordato nelle corrispondenze intercorse tra il Marocchino ed il Bruzza (Sommo 1994, p. 243). Tali ritrovamenti nel loro complesso permettono di documentare la presenza, lungo la strada per Casale, di almeno due vaste aree cimiteriali pagane situate alla sinistra e alla destra della strada nel suo tratto iniziale, e di alcuni altri nuclei situati ad una tale distanza dalla città da far supporre la loro relazione con una o più domus suburbane, e con un gruppo di insediamenti rustici, alcuni dei quali di possibile origine protostorica.
NOTE
 
 
1 M. A. Cusano, Tripartito historial discorso, ms., sec XVII.
2 Gli autori successivi metteranno in relazione anche il toponimo "ad columpnas", ricordato nei documenti medievali come presente nell'area (e forse individuabile nell'odierna cascina Colombe) proprio come conferma della presenza di costruzioni funerarie di pregio ornate anche da colonne.
3 E' da ricordare, a questo proposito, come nel secolo scorso fosse murata nei giardino dei Domenicani presso la vicina frazione Cappuccini, un'edicola funeraria raffigurante il caligarius M. Clodius ed il suo liberto Maxumus.
4. Unico affioramento noto di materiale comunque edilizio rimane un mattone, recante incise le lettere "ML", rinvenuto presso la cascina Sapienza nel 1877, in terreni di proprietà del Leone (Sommo 1994, p. 140)
5 Potrebbe anche trattarsi, per quanto l'ipotesi appaia ardita e non certo avvalorata da fonti archeologiche o da abbondanti affioramenti di laterizi, di resti dovuti alla presenza di importanti edifici extraurbani assimilabili ad una villa. A tal proposito è da rammentare come la presenza di una villa in una zona esterna alla città in epoca antica potrebbe essere segnalata da alcuni indizi tra i quali: i ritrovamenti di marmi di pregio, la presenza di una strada, aree necropolari e toponimi quali "Colombario", "Bruciata" e "Cappuccini" (Chevalier 1983). A questo proposito si vedano le schede n.176 e 177 , tav. 15.
6 Aree necropolari ad incinerazione verranno più tardi scoperte in località "fornace" posta in un luogo più vicino alla città, e all'interno della frazione Cappuccini, lungo lo stesso asse viario.
 
 
Viale 1971, p. 40.
Guala 1938, p. 150.

ILLUSTRAZIONI

205. Edicola del caligarius M. Clodius Maxumus e del suo liberto Quadratus. Sin dalla metà del 1600 era inserito nel muro di cinta dei giardini dell'Inquisizione dei Domenicani ai Cappuccini Vecchi, da cui venne estratto dopo il 1764 e da allora conservato in Seminario (Roda 1985, p. 36).

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