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Sepolcreto presso la cascina Binelle.
 
Nel suo volume "Iscrizioni antiche vercellesi" padre Bruzza riporta la notizia di come, "[...] spianandosi quel dorso, egualmente formato di sabbia, sul quale [...] si sale per la strada che [...] conduce alle case campestri denominate le Binelle [...]" (bruzza 1874, LVIII) si rinvenne nel 1846, lungo la strada per Trino, un vasto sepolcreto con tombe ad incinerazione1 che presentavano la particolarità, almeno nella parte scoperta, di non avere in nessun caso le pareti costituite da ciottoli.
Abbondanti furono in quell'occasione i materiali venuti in luce ed ovviamente appartenenti ai corredi funerari. Doveva sicuramente essere cospicuo il numero dei vasi ceramici, alcuni dei quali sia in terra sigillata sia, probabilmente, a vernice nera 2; su qualche esemplare era anche riportato il nome del ceramista fabbricante (Bruzza 1874, p. 247 e 248). Numerose dovettero essere anche le lucerne raccolte sia con il bollo del figulo 3 sia con una decorazione sul disco, ed alcune di queste ultime sono sicuramente da individuare tra quelle conservate al Museo Leone. Appartenenti al mondo muliebre e femminile erano gli specchi, gli aghi crinali e le collane vitree rinvenute. Il Bruzza ricorda inoltre come da questa zona emergessero anche anfore, da inquadrarsi probabilmente nel contesto sepolcrale 4.
Raro per Vercelli è invece il rinvenimento, avvenuto in questo contesto, di figure in terracotta 5 (Bruzza 1874, LVIII).
La necropoli, in uso nel I-II secolo d.C., rappresenta quindi una delle aree sepolcrali poste attorno ala città antica e lungo le vie di comunicazione in uscita da essa.
 
NOTE
 
1 Il Bruzza ricorda, infatti, come fossero uguali a quelle scoperte alla "fornace" sulla strada per Casale.
2 Come lascia intuire il loro inserimento da parte del Bruzza stesso, per la segnalazione di quelli bollati, tra le categorie di "vasi rossi" e "vasi neri".
3 Tra queste quelle marcate "CERINTHI", "COELI" e "NERI" (Bruzza 1874, pp. 228 e 232), quest'ultima fabbricata da una officina ceramica attiva tra la prima metà del I e la prima parte del II secolo d.C. (Buchi 1975, p. 124), a confermare il periodo di frequentazione della necropoli.
4 I contenitori sarebbero quindi stati utilizzati, segati, per contenere le ceneri, come già attestato in altri contesti funerari vercellesi.
5 Assai frequenti a Biella, dalla cui zona si pensa provenga la produzione, sono presenti a Vercelli solo con il ritrovamento, non in contesto necropolare, di un piccolo frammento riferibile al panneggio di una di esse.