161 (Tav. 14).
 
Area necropolare in via Testi.
 
Il Gruppo Archeologico Vercellese ebbe notizia, alla fine del 1975, del ritrovamento lungo via F. Testi di una discreta quantità di materiale archeologico. La scoperta era in realtà avvenuta nel 1974 durante alcuni lavori di edificazione, ed i reperti affiorati erano ormai andati dispersi 1 (Sommo 1976, p. 3 e segg.). Le sepolture, che probabilmente appartenevano alla tipologia a cremazione diretta (Sommo 1976, p. 3), restituirono, come già ricordato, una notevole quantità di materiali, ma quelli pervenuti e catalogati, nonostante ne rappresentassero solo una piccolisima parte, sono estremamente interessanti ed, in alcuni casi, di notevole bellezza.
Oltre all'abbondanza di olle, balsamari di vetro ed olpi in terracotta, si rinvennero anche frammenti di ceramica in terra sigillata, uno dei quali recante impresso il bollo "AMAB" del fabbricante, e parti di oggetti di ceramica a pareti sottili che presentavano decorazioni sulle pareti. Con questi materiali, facenti ovviamente parte di vari corredi funerari, si misero in luce anche alcune lucerne, una delle quali, del tipo a volute, decorata con la raffigurazione di un amorino alato. Ad una sepoltura femminile appartenevano, evidentemente, uno specchio circolare decorato a piccole volute lungo la circonferenza ed un piccolo anello in oro, purtroppo ora disperso, che portava incastonata una pietra nera con l'incisione di una lepre. Tra i materiali in metallo si rinvennero una lama di coltello ed una piccola catena bronzea 2, ma l'oggetto certamente più interessante proveniente da quello scavo è un'anforetta porta unguenti in pasta vitrea decorata con striature multicolori; che trova confronti con le produzioni di ambito siriano o egiziano, databili al II-I secolo a.C. 3 (Sommo 1976, p. 3). Allo stesso periodo sono da assegnare due ollette in terracotta di fattura manuale appartenenti ancora alla tipologia preromana dell'Età del ferro. La loro datazione porta, infatti, indubbiamente al momento della prima romanizzazione.
Questo ritrovamento, da inquadrare cronologicamente nel suo complesso al I secolo a. C. - I secolo d.C., è sicuramente da mettere in relazione con le zone necropolari poste lungo l'asse viario in uscita dalla città antica verso Eporedia e documentate ampiamente da altre scoperte della zona orientale della città. Tuttavia le due ollette e l'anforetta in pasta vitrea fanno ritenere possibile la presenza di un nucleo necropolare più antico.
Le dichiarazioni a suo tempo rilasciate dagli operai che compirono lo scempio, lasciano intendere che i ritrovamenti avvenissero a macchie sovrapposte.
 
NOTE
 
1 Solo in piccola parte, e per interessamento del G.A.V., alcuni dei reperti vennero consegnati dai privati stessi che li trattenevano al Museo Leone, dove sono tuttoira esposti.
2 Il cui utilizzo, come "manico" per il trasporto di un unguentario in vetro, trova confronti nel Bresciano.
3 L'oggetto, privo di una ansa, presenta un piccolo puntale inferiore, ed appartiene a quella classe di manufatti ottenuti con la tecnica di lavorazione della pasta vitrea avvolta intorno ad una forma friabile.

ILLUSTRAZIONI

216. Via Testi, lama di coltello in ferro.

ml sala c vetrina 2

 

217. Via Testi, catenella di filo di bronzo.

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218. Via Testi, olpi di terracotta.

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219. Via Testi, ollette di tradizione protostorica.

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220. Via Testi, anforetta balsamario di pasta vitrea.

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215. Via Testi, balsamari di vetro soffiato.

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