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- Edificio ellittico nelle fondamenta del Teatro Civico.
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- Nel 1929, durante i lavori di fondazione per la ricostruzione del Teatro
Civico 1, emersero dagli scavi alcuni tratti di muratura curvilinea
che formavano un vastissimo ambiente di forma ellittica
(Viale 1971, p. 36), racchiuso a sua volta all'interno di un altro ambiente,
sempre ellittico e concentrico al primo, così da formare un corridoio
anulare largo circa 4 m. La grossa costruzione, della quale una parte è
rimasta inesplorata al di sotto della via e del palazzo contiguo al Teatro,
risulta quindi avere dimensioni ragguardevoli,circa 40 m x 30 m, e aveva
il suo asse maggiore orientato secondo la direzione Est-Ovest.
- Le murature, rinvenute a circa 2.50 m al di sotto del livello stradale,
e spesse circa 1.50 m. erano composte nella parte bassa da una opera muraria
in opus incertum, mentre nella parte superiore era costituito da ciottoli
e malta alternati a filari di mattoni sesquipedali (Guala 1938, p. 114).
- Le pareti interne dell'edificio erano ricoperte da un paramento in
mattoni, al di sopra dei quali era steso uno spesso starto di cocciopesto
2 lisciato sulla superficie 3. La pavimentazione,che in tutte
le aree scoperte si conservava discretamente, era invece costituita da
una spessa gettata di calcestruzzo al di sopra della quale erano posti
due filari di tegole sovrapposte la cui profondità nello scavo era
di circa 4 m dal livello stradale. La copertura dell'edificio era realizzata,
probabilmente per quello che riguarda il corridoio anulare, in muratura
sempre ricoperta di cocciopesto 4, mentre per la superficie intera
della costruzione il materiale impiegato era probabilmente il legname con
tegole 5. Alcuni canali sono altresì stati rinvenuti in più
punti della costruzione, anche se non è certo chiara la loro funzione.
- Sull' uso dell'edificio diverse sono le tesi proposte dai due studiosi
locali, V. Viale e F. Guala che ebbero modo di essere entrambi presenti
al ritrovamento. Il Viale propende per un uso a locale adibito a spettacoli
al chiuso (Viale 1971, p. 37) 6, mentre il Guala lo ritiene un grande
serbatoio di distribuzione delle acque, (Guala
1938, p. 117) come starebbe verosimilmente a dimostrare l'impermeabilizzazione
del rivestimento interno e altri indizi, come l'osservazione dell'Ing.
Allorio, anche lui presente agli scavi, che riferisce di striature, riferibili
alle tracce calcaree lasciate dall'acqua, sulle pareti di cocciopesto impermeabile.
Il suo uso legato all'acquedotto e peraltro assai plausibile, essendo le
acque di alimentazione di quest'ultimo, le cui tracce in città sono
note, provenienti dal torrente Cervo che in epoca antica passava assai
prossimo alla città. Anche Bruzza ebbe modo di collocare l'ingresso
in città dell'acquedotto vercellese nella zona di S. Andrea. Grazie
allo spirito conservativo tipico dell'epoca un piccolo tratto di muratura
e di pavimentazione, oggi pessimamente ridotti, sono stati lasciati in
vista nel sottopalco del Teatro Civico. è peraltro auspicabile che
in futuro si compia un' indagine sistematica, con uno scavo scientifico,
di quanto rimane inesplorato di questo edificio, al fine di chiarire meglio
epoche e contesti di quello che risulta essere stato indubbiamente uno
dei più importanti ritrovamenti di epoca romana a Vercelli. Dallo
scavo emersero anche numerosi frammenti di materiale anforaceo (Guala 1938,
p. 116), nonché un piccolo frammento di iscrizione in marmo che
ancora presentava l'ncorniciatura del bordo 7. L'oggetto ritrovato
in questa occasione che di più di tutti desta l'attenzione è
una piccola erma in marmo bianco di circa 20
cm di altezza, che rappresenta la testa barbata di quella che probabilmente
è da identificarsi come la personificazione di una divinità
fluviale, così come con certezza attesterebbero le foglie di alga
che ne circondano la testa. Sia il Viale che il Guala accostano a la bella
erma a modelli scultorei di ispirazione ellenistica, ma il primo propende
per una identificazione con Zeus, mentre il Guala la ritiene una scultura
raffigurante Ercole, cui i tratti e l'espressione fieri indubbiamente rimandano.
A questo proposito va ricordata la diffusione in Cisalpina del culto delle
acque e la notevole fortuna che nelle nostre terre ebbe il culto del semidio,
che in questo piccolo monumento sembrano associati.
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- NOTE
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- 1 Seguiti alla distruzione del vecchio Teatro dovuta
ad un incendio avvvenuto nel 1924.
- 2 Alcuni frammenti dovrebbero essere depositati presso
il Museo Leone (Guala 1938, p. 143 nota 14).
- 3 La parte esterna dei muri presentava invece ancora
la struttura grezza della colata di calcestruzzo nelle quali erano visibili
le impronte della struttura lignea che fece da cassaforma. Questa caratteristica
è riscontrabile anche nel tratto di muro rinvenuto nel recentissinmo,e
vicinissimo, scavo presso il Seminario Arcivescovile.
- 4 Alcuni frammenti di volta curva crollata sono stati
rinvenuti durante lo scavo (Viale 1971, p. 37).
- 5 Anche moltissimi frammenti di tegole a bordi rialzati
sono stati rinvenuti in quello che, assai probabilmente, è lo strato
di crollo.
- 6 Anche se lo stesso Viale in seguito muterà il
suo giudizio attribuendo alla struttura l'uso di ninfeo, comunque legato
all'acqua.
- 7 Il frammento riportava incise le lettere "...NIC..."
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