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Murature presso palazzo Viancino.
 
Nel 1852, durante gli scavi eseguiti per la tombinatura della città, davanti a Palazzo Viancino si rinvenne un tratto di muratura, la cui lunghezza non è riportata dal Bruzza che lo vide. Esso si conservava in altezza per circa un metro e al di sopra erano tre colonne in mattoni, intonacate a stucco (Bruzza 1874, p. 43). Il tratto di muratura, era posto sul lato sinistro della strada basolata che si scoperse per tutto il tratto di via Verdi compreso tra Palazzo Viancino e piazza Cavour. Il Bruzza presuppone, confortato dal ritrovamento nello stesso luogo avvenuto alla metà del XVIII secolo di una lapide a loro dedicata, che questi siano stati i resti di un edificio o edicola adibita al culto delle Matrone. L'edificio venne anche successivamente restaurato da due privati cittadini, come attesterebbe un'altra lapide qui ritrovata sempre nel XVIII secolo. Tale ipotesi, avanzata dallo studioso barnabita, non era però, secondo alcuni, supportata da più cospicui ritrovamenti riferibili alle Matrone, che documentassero la presenza di tale culto nella Vercellae romana e nel suo territorio (Roda 1985, p. 18) 1.
 
NOTE
 
1 Recentemente è stato invece ben inquadrato il problema della diffusione di un particolare tipo di ceramica sigillata locale raffigurante la danza rituale delle Matronae, documentato a Vercelli e nella zona circostante lungo la riva sinistra della Sesia. Il primo frammento noto venne recuperato proprio a Vercelli dal G.A.V. nel 1978 (Sommo 1982, pag. V, tav. 1).Questo nuovo dato attesterebbe quindi, per contro, una forte presenza, in città e nella zona, del culto dedicato alle Matres, gettando nuova luce sull'ipotesi di lettura data dal Bruzza (Spagnolo Garzoli 1996 pp. 108-109).