40 (Tav. 5).
 
Tratti di murature, marmi e condutture plumbee in via Duomo.
 
Scavando nel 1820 le fondamenta della casa del cav. Luigi Mella (poi Caron), posta di fronte al palazzo Buronzo d'Asigliano (oggi sede del Catasto), si rinvennero tracce di murature riferibili all'epoca romana (Mella 1842, p.4). Uno degli ambienti presentava, oltre alla caratteristica di essere accessibile attraverso un' ampia scalinata, di avere la pavimentazione inclinata verso quello che sembrava essere uno scarico centrale. Unitamente al ritrovamento di una serie di canali, la cui funzione era riconducibile all'afflusso-deflusso dell'acqua e che proseguivano al di sotto delle case contigue, lascia pensare che si trattasse dei resti di un edificio privato di pregio, dotato di impianto termale proprio 1 (Viale 1971, p.34). A supporto di questa tesi il Mella ricorda come pochi anni prima, nel 1806, venne alla luce in via Morosone, presso il palazzo Olgiati, un ambiente riferibile ad altre terme private 2, il quale faceva parte della stessa linea di condutture per l'afflusso, in questa parte della città romana, delle acque destinate ad uso privato.
 
NOTE
 
1 La zona del ritrovamento è, oltre che inserita in un'area ad alta densità di ritrovamenti riferibili ad abitazioni anche di pregio, assai prossima a quella del presupposto (in seguito al collegamento di vari elementi indiziari) Foro della città antica (Bruzza 1874, XXXVI).
2 In quell'occasione si rinvenne anche una fistola, cioè una conduttura acquaria di piombo.