9 (Tav. 1).

 
Palazzo Avogadro della Motta.
 
Durante la recente ristrutturazione del Palazzo Avogadro della Motta con la costruzione di autorimesse interrate, si è potuto effettuare uno scavo stratigrafico nel cortile dell'edificio (Pantò 1996. pp. 169-204) Nonostante probabilmente non si sia giunti ad indagare completamente la profondità dei depositi antichi, lo scavo ha interessato il terreno fino ad un livello di circa 4 m. Questa quota ha restituito, per la lunghezza di circa 12 metri, una muratura, orientata secondo l'asse nord/ovest - sud/est, realizzata in ciottoli e malta con il reimpiego di laterizi romani, fondata su di un precedente strato alluvionale uniformemente ed ampiamente esteso sullo scavo.
Al muro si affiancava verso il lato sud una sepolturadel tipo detto"alla cappuccina" presumibilmente databile al IV secolo d. C.(Pantò 1996, p. 173)1 la cui copertura era costituita da tre tegole accostate a doppio spiovente. Uno strato alluvionale databile, in base al materiale ceramico ritrovato 2 , alla metà del V secolo d. C., invase la zona 3. In tale strato, tardoromano e che trova confronti a Vercelli, è stato rinvenuto un frammento epigrafico cristiano che, seppur esiguo, sembrerebbe appartenere alla sepoltura di un suddiacono e potrebbe confermare, come datazione, quella proposta anche dal materiale dello strato.
 
 
NOTE
 
1 Il tratto di muro, costruito su depositi alluvionali, costituiva probabilmente la divisione parcellare di terreni (Pantò 1996, p. 172).
2 Il materiale è costituito da ceramica comune e da mensa, oltre che da anfore, ceramica invetriata e pietra ollare (Pantò 1996, p. 174)
3 Circa il problema delle frequenti esondazioni del torrente Cervo, in epoca antica prossimo alla città in questa zona, vedi schede dei ritrovamenti nell'area del Duomo.