diario della spedizione Children on expedition 2002

 

 

“17 Luglio ore 12.00 Vetta del Pizzo del Diavolo 2916 m”

 

Un urlo di gioia nasce spontaneo da tutti i fantastici ragazzi che hanno partecipato a questa avventura, ma andiamo per gradi…

 

Day one

 

Eccoci pronti il mattino del giorno 15 luglio sulla piazza di Carona; Nadia, Pierangelo, Marco e Franco, ( le Guide Alpine ) Flora e Flavio ( i cuochi della spedizione ) con Luna (il simpatico cane dei cuochi), Dario, Einar, Yuri, Moira, Marco, Chiara, Diego, Ervin, Jacopo ( i ragazzi ), un poco timidi, ma sappiamo che è solo un’apparente timidezza, si ,perché l’ambiente montano e soprattutto l’assenza dei genitori fa nascere nei ragazzi la voglia di far festa senza condizionamenti.

E così parte la carovana con direzione Rif.Longo.

Il tempo è veramente brutto, acqua e nebbia ci sono compagne per tutta la giornata, ma nulla di tutto questo ha cambiato i nostri programmi.

Enzo e Alessandro, i rifugisti, ci accolgono calorosamente e come nelle grandi spedizioni inizia l’organizzazione logistica della sistemazione per la notte, il cibo e l’acclimatamento.

La nostra prima escursione sarà al Passo di Cigola 2486mt tra le pendici del Monte Aga e il Monte Cigola, il risultato del “test fisico” dei ragazzi è ottimo, siamo soddisfatti della scelta dei partecipanti, che con un buon passo sia in salita che in discesa dimostrano di avere le gambe e la voglia di fare in regola per la salita al Pizzo del Diavolo.

Il resto del pomeriggio trascorre con una lezione di topografia e orientamento, imparare a leggere ed orientare una cartina topografica, anche con l’utilizzo della bussola.

In giusta misura, del tempo libero se lo sono gestiti come meglio volevano, ma forse bisogna chiederlo a loro………..

Per cena ci raggiungono una dottoressa ed una infermiera del Servizio Emergenza 118 che prestano servizio anche presso la base dell’Elisoccorso di Bergamo, con loro abbiamo discusso su cosa si deve, o non deve fare fisicamente, nell’affrontare una escursione od una arrampicata e come comportarsi in caso di incidente o malore.

Come tutte le notti fuori casa a questa età è quasi impossibile dormire, così per un po’ stiamo anche noi al loro gioco, giocando, cantando finche siamo crollati nella brandina con il punteggio di 1 a 0 per i ragazzi.

 

Day two

 

Un cielo plumbeo ci risveglia, ma è tempo di innalzarci con il Campo Base e tutta l’attrezzatura occorrente.

Siamo tutti carichi di tende, fornelli, padellame vario, cibo e quant’altro per la scalata, meta i pianori sottostanti il Pizzo del Diavolo, a circa 2550mt.

Nostro obbiettivo è di salire più che si può per dividere equamente il tempo di cammino nelle due giornate che ci restano, così raggiungiamo il posto ideale, ma già da qualche minuto alcune gocce sembran dirci che l’impresa non sarà facile.

Dobbiamo ripiegare, il tempo è sempre più brutto, bravi ragazzi, carichi e pure bagnaticci nessun lamento, anzi abbiamo cantato il nostro inno a squarciagola e poi giù in discesa con tutto il nostro fardello.

E’ sorto il Campo Base, un poco più in basso, nei pressi del Lago del Diavolo, costituito da una tenda gigantesca, ci stiamo tutti quanti cucina da campo compresa, tre tendine nelle vicinanze esclusive per i ragazzi che hanno montato con il prezioso aiuto di ……….     chiediamolo a loro.

Bel lavoro ragazzi.

I nostri progetti arrampicatori dobbiamo accantonarli per oggi ed acqua per acqua andiamo a vedere dall’interno la Diga di Fregabolgia ed il suo funzionamento, grazie ad un incontro con il guardiano “Merli” (Franco) che ci porta nei meandri dello sbarramento artificiale e per ultimo aziona lo scarico del Lago che ci lascia a bocca aperta; che spettacolo, che botta, che potenza l’acqua (commentano i ragazzi)

E’ ora di rientrare, dobbiamo preparare la cena e le ultime cose per la notte.

Una bella spaghettata, tonno e piselli, frutta e dolce sembra un menù da ristorante, ma i retroscena sono i più imprevisti.

Fornello che si inceppa, il padellone che rotola colmo d’acqua pronta per buttare la pasta,

piselli e tonno idem, tutti quanti noi ovviamente bagnati dall’acqua piovana,

Ma bravi lo stesso ragazzi.

Pensavamo che l’esperienza di dormire in tenda li calmasse un poco, macchè, 2 a 0 per i ragazzi.

 

Day three

 

Ore 7.30, i cuochi hanno fatto il loro dovere, la colazione è pronta, le Guide Alpine sono pronte e i ragazzi……. se la ronfano che è una meraviglia.

Forza, forza, è l’unico momento dove abbiamo pronunciato queste parole, non mi sembra vero, ma per farli alzare è stata l’impresa più difficile.

Un poco di sole, forza ragazzi non facciamolo scappare e così partiamo un’ora dopo il previsto.

Stiamo tutti bene e in una mezzora raggiungiamo il punto di rientro del giorno precedente, lassù il Pizzo del Diavolo ci aspetta, ora lo vediamo bene.

Il progetto originale era di fare la traversata dal Diavolino al Diavolo, ma un consulto tecnico tra le Guide Alpine ha deciso di puntare direttamente alla Bocchetta di Podavid per salire la montagna simbolo della Val Brembana dallo spigolo nord-ovest.

Ed eccoci in cordata, imbrago, casco e non una mosca volare, un modo di descrivere la concentrazione dei nostri piccoli alpinisti che stanno molto attenti alle spiegazioni della Guida, sul modo di muoversi, su come fare meno fatica e nello stesso tempo apprezzare l’ambiente di alta montagna che ci circonda.

Si stanno impegnando e grazie anche ad un poco di sole la salita è più piacevole.

Il ritmo della conserva ( tecnica alpinistica per scalare ) è buono, siamo tutti vicini e ve lo assicuro i giovani alpinisti non hanno bisogno di incoraggiamenti.

Alla ricerca dei passaggi più semplici guadagniamo il filo di cresta che porta in vetta, ed a mezzogiorno in punto un urlo di gioia nasce spontaneo da tutti i fantastici ragazzi che hanno partecipato a questa avventura.

Siamo in vetta al Pizzo del Diavolo 2916mt.

Ma bravi ragazzi.

 

Summit!

 

Pane e salame è ancora più buono quassù, poi vogliono sapere cosa ci circonda ed anche se la nebbia e le nubi avvolgono quasi tutto si intravede il Redorta con tutto il suo circondario e più a sud le Prealpi Orobiche, null’altro si offre alla nostra vista.

I più bei ricordi che ho delle mie prime salite in montagna sono proprio dell’età di questi ragazzi, dai 10 ai 14 anni e forse sarà così anche per loro, ora sono contenti, ma tante sono le emozioni che stanno vivendo e questa della montagna ne sono sicura non verrà mai cancellata, perchè tutte le cose che si ottengono con fatica nulla ce le può far dimenticare.

Nasce spontaneo un contatto con i ragazzi che parlano di cosa vogliono fare da grandi, di  riflessioni su ciò che vedono e sentono alla TV , questo è il clima della montagna, dai piccini agli adulti da serenità nell’esprimersi spontaneamente.

 

E’ tempo di scendere, il celo ci conferma che è stata una buona decisione salire direttamente al Pizzo del Diavolo, le nubi sempre più fitte ci salutano dalla vetta e di buon passo con una variante da veri stambecchi accorciamo il rientro.

Marmotte, aquile, stambecchi ci guardano con discrezione lasciandoci passare per poi riprendere da dove avevano interrotto.

Smontiamo il Campo Base in un batter d’occhio in compagnia delle prime gocce giornaliere.

Una merenda meritata ci aspetta al Rifugio Longo e poi giù a Carona, dove i genitori stanno aspettando, chissà cosa pensavano in questi giorni di brutto tempo….forse bisogna chiederlo a loro.

Complimenti ragazzi, siete stati bravi.

 

 

Ringraziamenti per la collaborazione alla realizzazione del progetto:

 

Ø      Comitato Italiano per il 2002 Anno Internazionale delle Montagne

Ø      Provincia di Bergamo

Ø      Comune di Carona

Ø      Consuelo Bonaldi per il materiale da campeggio

Ø      Gestori Rifugio Longo

Ø      Guardiani della diga Fregabolgia

Ø      Flavio e Flora i cuochi

Ø      Dott.ssa Baldelli e Brunella

Ø      Il quotidiano l'Eco di Bergamo

 

 

 

Nadia Tiraboschi