MISSIONE UMANITARIA ALL'OSPEDALE DI TSHOME (TIBET)
Giugno 2002
PREMI PER INGRANDIRE
(Il distintivo con evidenziati gli enti che hanno sostenuto il progetto dell'ospedale di Tshome).

Il comitato Ev-K2-CNR ed Eco-Himal Italia, nell'ambito di una serie di iniziative concentrate principalmente nelle aree himalayane abitate da popolazioni di origine e cultura tibetana stanno da anni collaborando per alcuni particolari interventi di supporto umanitario.
Le realtà più significative nate da questa collaborazione sono gli ospedali di Guthso e Tshome. Quest'ultimo, situato a 4800 metri di quota nel cuore della regione del Chang Thang, in Tibet, è stato dedicato a Fosco Maraini, noto viaggiatore, scrittore ed esperto del Tibet, e svolge regolarmente la sua vitale funzione di supporto sanitario per le popolazioni della zona.
Quest' anno, grazie al supporto del LIONS CLUB distretto 108 Ia3 e al contributo del comitato Ev-K2 CNR la struttura verrà dotata di un sistema fotovoltaico per garantire una costante fornitura di energia elettrica. Considerata la collocazione dell'ospedale di Tshome (quota e latitudine), è stato progettato un sistema di approvvigionamento energetico fotovoltaico (=elettricità dalla luce solare) con caratteristiche d'alta affidabilità, semplicità di installazione, facile manutenzione e completo rispetto dell'ambiente.
L'impianto è dimensionato per la produzione di energia elettrica sufficiente al funzionamento di due frigoriferi per la conservazione dei medicinali e dei vaccini, all'alimentazione di lampade per l'illuminazione, all'uso di apparecchiature quali autoclave, sterilizzatore ed altre strumentazioni mediche che potrebbero venire introdotte in futuro.


RELAZIONE DI GIANPIETRO VERZA
RESPONSABILE LOGISTICO DEL LABORATORIO PIRAMIDE EV-K2-CNR

PREMI PER INGRANDIRE
(L'ospedale di Tshome).
Nell'ambito di una collaborazione con l'associazione di volontariato Eco Himal è stato fornito l'intervento di supporto tecnico per l'installazione di un impianto fotovoltaico per l'ospedale di Tshome (Chang Tang - Regione autonoma del Tibet - Cina).
L'ospedale di Tshome, situato ad una quota di 4850 metri coordinate GPS (WGS84) N 30°26'07" E 086°53'58", si trova al centro di un'altopiano (Chang Tang significa Piana del Nord) tipicamente frequentato da nomadi, le cui condizioni di vita assolutamente essenziali hanno tratto beneficio dalla presenza di un semplice presidio sanitario gestito da personale locale e realizzato recentemente grazie alla sensibilità e generosità di alcuni sponsor.
L'intervento realizzato nel giugno 2002, teso a migliorare notevolmente la struttura e la sua funzionalità, è stata l'installazione di un doppio sistema fotovoltaico con capacità di produzione di 600 Watt in corrente alternata a 220 V 50 Hz. Nello stesso tempo è stato realizzato il cablaggio dell'impianto elettrico dell'ospedale, costituito da sette locali più un ingresso e un corridoio, dove sono stati predisposti dei punti luce a basso consumo e ad alta efficienza (7-13 watt), e una serie di prese.
Inoltre su richiesta del personale medico è stato realizzato il cablaggio dei locali (4 piccoli "appartamenti" ognuno costituito da due locali) nei quali risiede il personale e che sono situati all'interno dell'area ospedaliera. Ha completato l'impianto un quadro elettrico principale, tramite il quale è possibile far fronte ad un eventuale avaria di uno dei due sistemi commutando le utenze sul sistema attivo. A maggior garanzia di funzionamento della sezione conversione corrente continua - corrente alternata è stato installato un terzo inverter che è attivabile in sostituzione di quelli normalmente attivi.
Nel corridoio centrale dell'ospedale è stato installato un dispositivo di illuminazione di emergenza con due fari. Al medico dell'ospedale è stato consegnato, oltre a materiale di scorta ed attrezzatura di vario genere, anche un piccolo impianto portatile di alimentazione e illuminazione a corrente continua a 12 V CC costituito da un pannello solare da 10 watt e un accumulatore da 25 Ah. Tale dispositivo si è dimostrato particolarmente importante in quanto gli interventi medici molto spesso si svolgono presso i pazienti che vivono a distanze notevoli (fino a un centinaio di chilometri dall'ospedale) percorribili solo con parecchie ore di fuoristrada, e che difficilmente avrebbero la possibilità di recarsi presso il centro sanitario di Tshome.
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Scheda tecnica:

· Programma della missione: L'accesso aereo al Tibet è avvenuto via Kathmandu. Nella capitale del Tibet, Lhasa, mentre venivano eseguite le procedure burocratiche (che hanno prolungato il soggiorno a Lhasa a discapito del tempo previsto per l'installazione a Tshome) per la speciale autorizzazione necessaria ad accedere nelle aree ristrette quale è quella del Chan Tang, si procedeva per la definizione finale del contratto di acquisto dell'impianto fotovoltaico precedentemente ordinato.
Inoltre è stato acquistato tutto il necessario per la messa degli impianti civili.
Il trasferimento a Tshome ha richiesto 3 giorni di cui uno su percorso interamente fuoristrada con il superamento di numerosi passi fino a una quota di 5600 m. Si è reso necessario effettuare l'installazione degli impianti in soli 6 gg invece dei 10 previsti grazie alla gentile collaborazione degli autisti, l'interprete e del personale locale.
Tali persone hanno offerto gratuitamente il proprio contributo in quanto il progetto è mirato a migliorare le possibilità di assistenza sanitaria della popolazione locale. Il rientro a Kathmandu è avvenuto via terra in due giorni di intenso viaggio con mezzi fuoristrada.
· Componenti fotovoltaici cinesi utilizzati, 8 pannelli (policristallini) ad alta efficienza da 75 w l'uno, 12 elementi ermetici da 2 V e di capacità 300 Ah, 2 regolatori di carica da 30 A, e 2 inverter da 300 W di uscita in corrente alternata a 220 V 50 Hz.
· La posizione dell'ospedale è praticamente sullo stesso meridiano della Piramide, a 275 km a N, in un'ambiente naturale dalle caratteristiche complementari, a nord della catena Himalayana.
· Durante la missione a Tshome sono emerse interessanti prospettive di utilizzo dell'ospedale in supporto a studi e ricerche sull'alta quota, di carattere ambientale (climatico, geologico, glaciologico, fisiologico) (adattamenti genetici dei Tibetani), antropologico.
· La missione è stata ampiamente documentata con la registrazione di 3 ore di video digitale DV, lo scatto di circa 400 dia e la raccolta di dati statistici relative al funzionamento dell'ospedale e alle condizioni sanitarie della popolazione locale.

SCHEDA TECNICA DELL'IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI TSHOME

PREMI PER INGRANDIRE
(L'impianto fotovoltaico in funzione).

Considerando l'installazione di un impianto fotovoltaico in un'aerea remota e d'alta quota, con le premesse di erogazione garantita di energia per applicazioni oppure utenze sanitarie, è stata scelta la soluzione tecnica per un sistema fotovoltaico doppio, suddiviso in due sezioni perfettamente identiche.

L'impianto si avvale di:
8 pannelli fotovoltaici policristallini da 75 watt 12 V per una potenza complessiva di 600 W di picco.
2 sistemi di controllo di carica e di utilizzo delle batterie da 12/24 V 30 A.
12 elementi ermetici da 2 V 300 Ah corrispondenti ad un accumulo complessivo di 7200 W/h.
due inverter da 300 W continui di uscita a 220 V 50 Hz ognuno.

 

I vantaggi offerti da questa configurazione sono:
1. la completa disponibilità di una sezione in caso di avaria dell'altra.
2. la possibilità di utilizzo dell'accumulo complessivo per pilotare un solo inverter.
3. estrema modularità dei componenti per far fronte ad ogni evenienza.
I sistemi fotovoltaici operanti ad alta quota, pur presentando una complessità di impianto rispetto al classico generatore con motore a scoppio, offrono un evidente minimo impatto ambientale, maggiore stabilità di erogazione dell'energia e costi operativi e di funzionamento praticamente nulli nel periodo di esercizio definito dalla vita delle batterie. Per contro le condizioni ambientali operative delle parti elettroniche sono difficili per via delle condizioni di bassa pressione atmosferica e per le frequenti condizioni di alta umidità istantanea.
In aggiunta la dissipazione del calore prodotto dalle apparecchiature è piuttosto difficile. Questi aspetti impongono l'utilizzo di prodotti e componenti di alta qualità ed affidabilità, non sempre facilmente reperibili sul mercato cinese. A questo impianto fotovoltaico è stato affiancato vantaggiosamente un sistema di illuminazione con lampade in corrente alternata a 220 V a basso consumo, con potenze comprese tra 7 e 13 W e resa luminosa da 60 a 100 W. In aggiunta completano la dotazione una serie di lampade a basso consumo a 9 W a corrente continua a 12 V.

ALCUNE IMPRESSIONI SU TSHOME

PREMI PER INGRANDIRE
(Una tenda nel piccolo paese tibetano).

Tshome è un grappolo di casette tibetane sparse sotto un'inaspettata sorgente perenne nel mezzo dell'altopiano desertico del Chantang, a 4850 m di quota. I nomadi, che da sempre fanno tappa in questo posto, trovano ora un minimo di assistenza sanitaria grazie al semplice e essenziale ospedale. Namka, il medico tibetano che lo anima, è finalmente contento di avere l'elettricità, per scrutare nelle orecchie dei bambini e fare le iniezioni alle vecchie avrà ora un'illuminazione sufficiente. I suoi pazienti arrivano anche da 90 Km di distanza, su un terreno d'altopiano da percorrere a cavallo o su un'asino, oppure su un fumante trattorino cinese, comunque sia senza sfuggire alle buche e alla polvere. Sono una popolazione forte i Tibetani dell'Altopiano, quelli che sopravvivono sono circa un quarto dei nati e l'aspettativa di longevità si spinge appena oltre il mezzo secolo.
Ma non resta sempre nel suo ospedale, Namka, purtroppo in molti casi deve essere lui a raggiungere i pazienti e al suo arrivo nei villaggi è un'animarsi di donne a preparare il tè tibetano con le zangole che mescolano burro e sale.
Namka si china sui pazienti acciaccati e alterna la medicina tibetana a quella cinese, a seconda della gravità del caso.

PREMI PER INGRANDIRE
(Musicisti a Tshome).

Prende tra le mani i polsi dei pazienti e li studia assorto, poi domanda a lungo dei sintomi, delle abitudini dei pazienti e del loro disagio. Sopra le guance paonazze e sporche dei bimbi il sole e la polvere feriscono gli occhi e le malattie della vista sono un altro flagello da debellare.
Nelle tende di lana di yak una piccola stufa alimentata a sterco mitiga il freddo dell'inverno e l'umidità dell'estate, la pioggia del monsone attraversa l'Himalaya e poi s'infila nelle aperture delle tende.
I nomadi dormono su una stuoia lercia ed è raro che abbiano verdura per cibo, ma si portano una grande macina formata da due pietre per l'orzo.
Attorno alle tende c'è sempre un cane guardiano, ci vuole del tempo per ottenere qualche rifiuto da gente che non è abituata a buttar via.
Gianpietro Verza - COMITATO EV-K2-CNR

 

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IL SOLE SU TSHOME, TIBET ¾ SERA DEL 27 GIUGNO 2002

E' arrivato il momento di preparare i bagagli. Domani partiremo alla volta del Nepal e da lì voleremo in Italia. Ma qualcosa mi trattiene dall'iniziare ad impacchettare le mie cose e so bene cos'è. E' il rendere reale con i gesti il distacco che inevitabilmente ci sarà con questo luogo che sembra essere fuori dal mondo. Tshome è un piccolissimo villaggio tibetano situato nel cuore del Chang Tang, la piana del nord, a circa 4850 metri di quota. Da Lhasa si arriva qui in tre giorni, valicando molti passi di cui uno di 5600 metri che sembra essere una porta aperta sulla bellezza assoluta. Grandi spazi dove le antilopi e gli asini selvatici corrono liberi incontro a montagne dai dolci versanti, su cui immaginari pittori hanno provato i loro colori con lunghe e fantasiose pennellate.
Ogni tanto un piccolo nucleo di case dove una ciotola di tè salato è sempre offerta a chi passa. Tende di nomadi punteggiano il territorio, difese da cani che vivono in simbiosi con questa gente la cui vita appare ai nostri occhi durissima, e penso lo sia davvero. Seguono le stagioni coi loro animali, mentre i ritmi e le vie nate in tempi lontani sono sempre più minacciati dall'avanzare della nuova attuale società. E' difficile continuare a scrivere perché intorno a me il viso di una donna, di un uomo e di quello che probabilmente è il loro bambino, mi fissano in silenzio, rapiti dai segni che la penna va a formare sul foglio di carta. Sono seduta all'esterno del piccolo ospedale di Tshome che è stata la nostra casa per molti giorni.

La prima volta che sono venuta qui è stata nel giugno del 1999. Allora accompagnavo un gruppo di persone che, insieme a molte altre guidate in una cordata ideale da Rolly Marchi, avevano raccolto i fondi per costruire questo punto di assistenza, dedicato al grande Fosco Maraini, di importanza fondamentale per la popolazione che abita questa terra. L'ospedale più vicino era prima a tre giorni di cavallo e ancora più lontano per chi vive verso nord. Il tramite per la realizzazione del progetto fu, ed è anche ora, Eco Himal, un'associazione di volontariato con sede a Varese, che in Tibet sostiene molte iniziative e con la quale collaboro da diversi anni. Quella prima visita fu brevissima ma Tshome conquistò il mio cuore e così, quando nel laboratorio di fisica dell'istituto tecnico dove lavoro un insegnante realizzò con gli studenti un piccolo caricabatterie a pannelli solari, l'idea di poter fare una cosa simile per poter dare energia all'ospedale, iniziò ad essere insistentemente presente nella mia mente. Chiesi un parere a Gian Pietro Verza, responsabile tecnico della Piramide CNR costruita in Nepal, nel Khumbu, e che era già stato con me all'inaugurazione del 1999. La mia idea divenne così il nostro sogno comune. Grazie al sostegno economico della sezione dei Lions Club di Sanremo, che già nel 2001 aveva donato una jeep all'ospedale di Tshome, e alla collaborazione col progetto EV-K2-CNR, il sogno è poi divenuto realtà e per di più proprio in questo anno dedicato alle montagne e a chi tra le montagne vive.

PREMI PER INGRANDIRE
(Il dottor Namka visita una paziente).

Così eccoci qui. Non è stato facile. Le difficoltà tecniche, quelle burocratiche e perché no, anche quelle quotidiane, sono state molte, ma mentre l'impianto elettrico arrivava in ogni stanza e i pannelli fotovoltaici raccoglievano l'energia solare per farne dono alle lampade che una dopo l'altra trovavano una propria collocazione, siamo stati oggetto di attenzioni che ci hanno fatto sentire a casa.
Il latte caldo del mattino, lo yogurt e le palline di farina d'orzo tostata, chiamata tsampa, a metà giornata, gli sguardi curiosi tra le tendine della stanza d'ospedale dove abbiamo dormito, i tanti, tantissimi sorrisi dati e ricevuti, sono stati il perfetto contorno all'emozione che abbiamo provato ieri sera, quando nel buio della notte siamo usciti nel cortile ad ammirare l'edificio illuminato.
L'anima di questo luogo è un medico tibetano, Namka, che cura usando sia la medicina tradizionale che quella moderna. Registra accuratamente ogni visita, e quando ci ha mostrato il registro relativo allo scorso anno siamo rimasti davvero stupiti. 6543 pazienti di cui 3916 assistiti all'interno dell'ospedale e i restanti durante le sue visite sul territorio. Ad intervalli regolari o in caso d'emergenza si sposta infatti con la jeep, restando lontano da Tshome anche diversi giorni, spingendosi fino agli angoli più remoti nascosti tra le montagne, perché non sempre i nomadi hanno la possibilità di arrivare fin qui.

Quando invece lo fanno si accampano fuori o dentro il cortile dell'ospedale con le loro tende, tessute con filo di pelo di yak, o alloggiano in piccole stanze ricavate in un edificio laterale, o ancora dormono nel Gompa, il tempio costruito vicino alla sorgente che permette a questo villaggio di sopravvivere.
Namka è aiutato nel suo operato da un'ostetrica e da un assistente, e loro vivono con le famiglie in piccole e modeste abitazioni all'interno del perimetro dell'ospedale. Anche lì ora arriva la corrente elettrica. Al lavoro hanno partecipato tutti, gli autisti, l'interprete, i pazienti presenti. Ognuno ha fatto qualcosa. Nessuno ha chiesto niente.

PREMI PER INGRANDIRE
(Il viso sorridente di una bimba di Tshome).

E' stato il loro modo, fiero e riservato, per dire grazie. C'è ancora bisogno di molto quassù. La vita media non supera i cinquant'anni, la mortalità infantile è di circa 3 nati su 4, le patologie spesso sono gravi e nessuno è in grado di fare il che pur semplice intervento chirurgico.

Ma il medico ci dice con evidente soddisfazione che da quando l'ospedale funziona la qualità della vita è nettamente migliorata e pian piano stanno diminuendo i morti per problematiche di base, vuoi perché ora gli antibiotici ci sono, vuoi perché un parto difficile può essere assistito. Un passo per volta.
La luce elettrica , la lampada d'emergenza, il dispositivo portatile per le visite nelle tende, anche questo fa parte del cammino. Un soffio di vento freddo mi fa alzare la testa dal foglio su cui sto scrivendo.
I visi curiosi se ne sono andati, ma il mio sguardo incontra quello del "rosso" un grosso cane che abbiamo chiamato così per via del drappo che ha avvolto intorno al collo. Rosso appunto.
Con lui e i suoi compagni abbiamo spartito il cibo della sera, ma lui è il più schivo e non si è mai lasciato avvicinare completamente. Mi fissa come se avesse capito che stiamo per andare via e con il suo essere qui ci volesse salutare. Allungo una mano, lentamente, e lascio che scorra sul suo ispido capo. Un altro regalo di questa magica terra.

Patrizia Broggi - ECOHIMAL

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