ROMA-Era
arrivato all'ospedale in condizioni
gravissime, e i medici già avevano fatto
capire che non si sarebbe salvato. Aveva
le ossa rotte, traumi irreparabili in
tutto il corpo. Simone Stankovic, il
bambino rom di quattro anni e mezzo,
investito in via dei Gordiani da un
automobilista, è morto poco dopo l'arrivo
al Sandro Pertini. Fuori dal pronto
soccorso, è esplosa la rabbia dei parenti
del piccolo rom: "Se prendiamo quello
che lo ha investito lo ammazziamo".
Simone
viveva al campo rom di via dei Gordiani,
insieme alla madre e al padre, ed era
serbo. Era uscito, insieme alla mamma,
Radimira, di 26 anni, per andare al
supermercato. A pochi metri dal campo, i
due attraversano la strada, e vengono
investiti dalla Fiat Punto, guidata da un
signore romano, di cinquant'anni, e
sordomuto. Forse procedeva a una velocità
troppo elevata, o forse ha avuto un
momento di distrazione. Simone viene
scaraventato in terra, e comincia a
perdere sangue. I parenti del campo
accorrono immediatamente sul luogo dello
scontro, pronti a linciare l'investitore.
Saranno i vigili del VI gruppo e la
polizia a salvare l'uomo, e a portarlo in
un posto sicuro.
Il
bambino viene trasportato al Sandro
Pertini, mentre la mamma all'ospedale
Figlie di San Camillo. L'ambulanza sulla
quale si trova Simone, è seguita dalle
macchine, con a bordo i suoi parenti. Sono
arrabbiati, e, fuori dal pronto soccorso,
un ventina di loro impreca, urla e
promette vendetta. "L'ambulanza è
arrivata dopo mezz'ora dallo scontro -
lamenta Dario, un parente serbo del bimbo
- Per questo, la madre è stata portata da
alcuni amici in un altro ospedale".
Alle 17.15, dalla porta del pronto
soccorso, esce Mikik Urcic, il padre di
Simone. Ha le lacrime agli occhi, non dice
nulla. Una donna capisce, si alza in
piedi, e comincia ad urlare.
Simone
è morto e al Pertini esplode la rabbia
dei parenti. Urlano, prendono a calci le
pareti, alcuni vengono colti da malore e
soccorsi dal personale medico. Il padre si
butta in terra, mentre un altro ragazzo
viene colto da una crisi epilettica.
"Se lo prendiamo lo ammazziamo -
urlano alcuni di loro - Ha ucciso un
bambino, e deve pagare". I parenti se
la prendono anche con i medici.
"Siete degli assassini - dicono - Se
l'ambulanza fosse arrivata prima, lo
avreste salvato". La vigilanza chiude
le porte del pronto soccorso e il gruppo
di circa venti rom decide di tornare al
campo.
(28 AGOSTO 2001;
ORE 17:41. Ultimo aggiornamento ore 20:02)
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