«SUA
mamma non sa niente: se lo sa muore anche lei». Nel cortile dell'ospedale
Sandro Pertini, davanti alle vetrate del Pronto soccorso, è lo zio del
piccolo Simone a parlare e sfogare la rabbia in mezzo ad una trentina di
parenti e amici arrivati anche dagli altri campi nomadi della capitale. È
lui che, subito dopo l'impatto, ha prestato i primi soccorsi alla donna:
«L'ho caricata sulla mia macchina e siamo corsi in ospedale - racconta -
lei si appoggiava e piangeva, aveva male ad una spalla: diceva «che ha
fatto Simone, che ha fatto Simone: se è successo qualche cosa a lui muoio
pure io». Adesso come glielo dici, a lei, che il suo bambino è morto,
così l'ammazzi anche a lei».
Poi, lo zio del piccolo racconta dell'affetto del papà per questo figlio
e infine, ne approfitta per inscenare una protesta: «Come facciamo a
vivere, se a noi non ci prendono a lavorare? Allora come devono campare
questi bambini, che non gli fanno neppure vendere le rose: poi ci accusano
che rubiamo i portafogli».
Quanto al conducente, il fatto che sia sordomuto non comporta restrizioni
alla licenza di guida: esiste una commissione medica provinciale che si
occupa di rilasciare l'idoneità alla guida, al posto del certificato
delle Asl richiesto a tutti gli altri candidati.
Lu. Lan.
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