Mercoledì 29 Agosto 2001
«SUA mamma non sa niente: se lo sa muore anche lei».


«SUA mamma non sa niente: se lo sa muore anche lei». Nel cortile dell'ospedale Sandro Pertini, davanti alle vetrate del Pronto soccorso, è lo zio del piccolo Simone a parlare e sfogare la rabbia in mezzo ad una trentina di parenti e amici arrivati anche dagli altri campi nomadi della capitale. È lui che, subito dopo l'impatto, ha prestato i primi soccorsi alla donna: «L'ho caricata sulla mia macchina e siamo corsi in ospedale - racconta - lei si appoggiava e piangeva, aveva male ad una spalla: diceva «che ha fatto Simone, che ha fatto Simone: se è successo qualche cosa a lui muoio pure io». Adesso come glielo dici, a lei, che il suo bambino è morto, così l'ammazzi anche a lei».
Poi, lo zio del piccolo racconta dell'affetto del papà per questo figlio e infine, ne approfitta per inscenare una protesta: «Come facciamo a vivere, se a noi non ci prendono a lavorare? Allora come devono campare questi bambini, che non gli fanno neppure vendere le rose: poi ci accusano che rubiamo i portafogli».
Quanto al conducente, il fatto che sia sordomuto non comporta restrizioni alla licenza di guida: esiste una commissione medica provinciale che si occupa di rilasciare l'idoneità alla guida, al posto del certificato delle Asl richiesto a tutti gli altri candidati.

Lu. Lan.