LogoRepubblica.it
                                       

Pagina 3

Ucciso a cinque anni dall'auto impazzita
L'investitore, sordomuto, rischia il linciaggio

FEDERICA ANGELI



Le scarpine di Simone lasciate sull'asfalto
(Foto La Repubblica)

Travolto da un'auto mentre stava attraversando la strada, con la mamma che lo teneva per mano. Una frenata, un tonfo atroce, e Simone, bimbo nomade di cinque anni, ha consumato gli ultimi istanti di vita sull'asfalto, bagnato dal suo sangue e dalle lacrime di disperazione del padre, che aveva assistito a tutto. È morto poco dopo il trasporto al "Pertini". Ad investirlo era stato un uomo di cinquanta anni, sordomuto, che si è fermato per soccorrerlo ma che poi è stato salvato dai vigili urbani: i passanti e i parenti del bambino, furibondi, volevano linciarlo.
Tutto è accaduto intorno alle sedici di ieri in via dei Gordiani, all'altezza dei campi sportivi Superga. Radmira Stankovic, 27 anni, insieme al figlio Simone stava attraversando la strada, vicino a una chiesa, sulle strisce pedonali, quando un'auto, una Fiat Punto nera, a tutta velocità li ha travolti. Inutile la frenata. Il piccolo è stato sbalzato lontano: un volo di trenta metri, poi il tonfo sull'asfalto. Lì Simone è rimasto sdraiato per molti minuti, privo di conoscenza, in attesa di un'autoambulanza che, nonostante i solleciti della polizia, non arrivava. La mamma, non lontano dal corpo del figlio, dopo aver perso conoscenza per qualche minuto, si è rialzata ed è corsa da lui. Lo abbracciava, lo chiamava: ma Simone non dava segni di vita.
L'investitore, A.A., sordomuto, quando si è reso conto di quanto era successo è sceso dalla sua auto ed ha tentato di avvicinarsi al corpicino, ma una folla nomadi arrivati dal vicino campo e passanti che avevano assistito alla scena lo ha circondato. E' stato salvato in extremis da una volante che lo ha protetto fino all'arrivo dei vigili urbani del sesto gruppo. Poi, sotto choc, è stato accompagnato in caserma dove è rimasto fino al tardo pomeriggio di ieri per chiarire la dinamica dell'incidente. La sua patente, una patente speciale per sordomuti, era regolare. Così come l'auto che, dato l'handicap del conducente, deve obbligatoriamente avere lo specchietto retrovisore destro, oltre a quello sinistro, per consentire un più ampio campo visivo.
Quando finalmente Simone è stato trasportato all'ospedale Pertini (secondo il 118 i soccorsi hanno impiegato solo 14 minuti, i testimoni parlano di molto di più), con lui sull'autoambulanza è salito anche il papà; la madre è stata invece portata alle Figlie di San Camillo, dove è stata ricoverata in terapia intensiva. I medici hanno fatto il possibile per rianimare il piccolo, ma le sue condizioni erano critiche; poco dopo averlo intubato il bimbo nomade ha smesso di respirare.
E' ancora tutta da chiarire la dinamica dell'incidente. Un momento di distrazione, o forse un'auto che proveniva in direzione contraria e che ha impedito all'automobilista qualsiasi manovra di fronte a quei due corpi spuntati all'improvviso lungo la strada. L'investitore è stato comunque denunciato a piede libero per omicidio colposo e lesioni gravissime.