Le scarpine di Simone lasciate
sull'asfalto
(Foto La Repubblica)
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Travolto da un'auto mentre stava attraversando la strada, con
la mamma che lo teneva per mano. Una frenata, un tonfo atroce, e Simone, bimbo
nomade di cinque anni, ha consumato gli ultimi istanti di vita sull'asfalto,
bagnato dal suo sangue e dalle lacrime di disperazione del padre, che aveva
assistito a tutto. È morto poco dopo il trasporto al "Pertini". Ad
investirlo era stato un uomo di cinquanta anni, sordomuto, che si è fermato per
soccorrerlo ma che poi è stato salvato dai vigili urbani: i passanti e i
parenti del bambino, furibondi, volevano linciarlo.
Tutto è accaduto intorno alle sedici di ieri in via dei Gordiani, all'altezza
dei campi sportivi Superga. Radmira Stankovic, 27 anni, insieme al figlio Simone
stava attraversando la strada, vicino a una chiesa, sulle strisce pedonali,
quando un'auto, una Fiat Punto nera, a tutta velocità li ha travolti. Inutile
la frenata. Il piccolo è stato sbalzato lontano: un volo di trenta metri, poi
il tonfo sull'asfalto. Lì Simone è rimasto sdraiato per molti minuti, privo di
conoscenza, in attesa di un'autoambulanza che, nonostante i solleciti della
polizia, non arrivava. La mamma, non lontano dal corpo del figlio, dopo aver
perso conoscenza per qualche minuto, si è rialzata ed è corsa da lui. Lo
abbracciava, lo chiamava: ma Simone non dava segni di vita.
L'investitore, A.A., sordomuto, quando si è reso conto di quanto era successo
è sceso dalla sua auto ed ha tentato di avvicinarsi al corpicino, ma una folla
nomadi arrivati dal vicino campo e passanti che avevano assistito alla scena lo
ha circondato. E' stato salvato in extremis da una volante che lo ha protetto
fino all'arrivo dei vigili urbani del sesto gruppo. Poi, sotto choc, è stato
accompagnato in caserma dove è rimasto fino al tardo pomeriggio di ieri per
chiarire la dinamica dell'incidente. La sua patente, una patente speciale per
sordomuti, era regolare. Così come l'auto che, dato l'handicap del conducente,
deve obbligatoriamente avere lo specchietto retrovisore destro, oltre a quello
sinistro, per consentire un più ampio campo visivo.
Quando finalmente Simone è stato trasportato all'ospedale Pertini (secondo il
118 i soccorsi hanno impiegato solo 14 minuti, i testimoni parlano di molto di
più), con lui sull'autoambulanza è salito anche il papà; la madre è stata
invece portata alle Figlie di San Camillo, dove è stata ricoverata in terapia
intensiva. I medici hanno fatto il possibile per rianimare il piccolo, ma le sue
condizioni erano critiche; poco dopo averlo intubato il bimbo nomade ha smesso
di respirare.
E' ancora tutta da chiarire la dinamica dell'incidente. Un momento di
distrazione, o forse un'auto che proveniva in direzione contraria e che ha
impedito all'automobilista qualsiasi manovra di fronte a quei due corpi spuntati
all'improvviso lungo la strada. L'investitore è stato comunque denunciato a
piede libero per omicidio colposo e lesioni gravissime.
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