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Campi sosta, funziona l'esperimento dei container
 zingari


Sono nati circa un anno fa dopo lo smantellamento del "lager" del Casilino 700 e, nonostante ospitino circa 600 nomadi, le condizioni igienicosanitarie e quelle strutturali sono dignitose e, nel caso del campo in via Candoni, buone. Si tratta dei due campi nomadi in via Candoni (XV municipio) e a Tor dè Cenci (XII municipio), visitati ieri mattina dai membri della commissione consiliare capitolina alle politiche sociali e dall'assessore alle politiche sociali Raffaela Milano.
I due campi sono stati tra i primi a sperimentare il modello dei container per sostituire le roulotte dove per decenni hanno vissuto con forti disagi i rom. Il campo in via Candoni ospita in 55 container, articolati in camera da letto, saloncino e angolo cottura, 280 nomadi di origine rumena mentre in quello di Tor de Cenci vivono circa 300 rom di origine macedone e bosniaca.
«Il campo in via Candoni - ha affermato la presidente della commissione politiche sociali, Luisa Laurelli - è in perfetto stato anche perché l'omogeneità di etnia favorisce il mantenimento delle regole. Quello di Tor dè Cenci è meno curato e per alcuni casi richiede interventi di manutenzione e maggiori controlli. In ogni caso entrambi sono la prova che il modello regge».
Uno dei motivi della riuscita della formula, è stato sottolineato dai responsabili del Comune, è il fatto che i container impediscono, a differenza delle roulotte, il triplicarsi della popolazione ed il fatto che i nomadi si sono dati delle regole interne per mantenere il decoro.