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  Aprile   
 2001 

       pagina 5

La verità sul Villaggio Rom di via dei Gordiani

Di Francesco Sirleto (Consigliere della Sesta Circoscrizione)

Il 31 gennaio scorso, la Giunta regionale del Lazio, presieduta da Storace, ha approvato con Delibera un Atto di indirizzo, rivolto all'Iacp, con il quale sostanzialmente decide:
a) di assegnare 4 miliardi (residuo di un precedente stanziamento risalente ad una Delibera consiliare del 1999) all'Iacp per la costruzione di alloggi destinati a particolari categorie sociali (giovani coppie, anziani e handicappati) da realizzarsi "preferibilmente" sull'area di proprietà dell'Istituto in via dei Gordiani o in altre aree limitrofe;
b) di "soprassedere" (cioè di rinunciare alla costruzione e, pertanto anche ai finanziamenti stabiliti dalla Legge dello Stato, la n. 179, fin dal 1992) alla realizzazione di quanto previsto nel protocollo di intesa tra Comune, Regione, Iacp e Circoscrizione VI, del luglio 1997.
Queste sono, in sintesi, le decisioni della Giunta regionale. Ora è evidente a tutti che, con 4 miliardi appena, si realizzano si e no le opere di urbanizzazione (acqua, fogne, luce e gas) e non i 100 appartamenti strombazzati dalla propaganda di AN; inoltre, ciò che più sconcerta è la rinuncia ai 12 miliardi stabiliti dalla Legge statale perché, questa è la verità, a beneficiare del programma di costruzione di case popolari sarebbero stati i Rom Rudari di via dei Gordiani.
Per giungere a questo bel risultato, AN deve nascondere il fatto che i 240 Rom sono, in massima parte, cittadini italiani; che stazionano su quel terreno ormai da 15 anni; che i bambini e i ragazzi Rom sono nati in Italia e frequentano le scuole italiane; che alcuni di loro hanno già fatto il servizio militare; che, oltre alla costruzione delle case popolari, quel programma prevedeva anche la destinazione a verde pubblico dell'area prospiciente il campo, nonché il risanamento di tutta via dei Gordiani e la manutenzione delle case IACP di via Olevano Romano e via Tor dé Schiavi; che la precedente Giunta di centrosinistra della Regione aveva stanziato, per categorie come anziani, giovani coppie e portatori di handicap, ben 200 miliardi; che i 12 miliardi stanziati dalla Legge 179/92 non potevano essere utilizzati altrimenti che per il villaggio sperimentale Rom (e ciò in base ad una Legge regionale del 1985, quando alla Regione non governavano le sinistre, ma la DC); che la costruzione del villaggio era già stata chiesta dal Consiglio circoscrizionale, con voto unanime(compreso quello dell'unico rappresentante dell'allora MSI) nel 1993. Ma di tutte queste cose ad AN non interessa niente: l'importante, per loro, è poter sostenere che la Destra al Governo della Regione non fa case per i nomadi (che tra l'altro non sono più nomadi da decenni), ma destina i soldi (ben pochi, in verità) a fantomatici programmi di costruzione di centinaia di case per le categorie disagiate. E tutto ciò mentre, grazie alla nuova dirigenza Iacp, vi sono decine di cantieri, per la costruzione o per la manutenzione di case popolari, bloccati. Tutto ciò mentre si tiene bloccato il Piano particolareggiato del Quadraro, che prevede un finanziamento di 21 miliardi per la costruzione di 100 alloggi popolari a via Orazio Pierozzi e a via degli Angeli.
Purtroppo, tale sciagurata decisione ha avuto, come primo effetto, quello di rimandare ulteriormente la bonifica e l'installazione provvisoria di moduli abitativi (containers) nell'area di via dei Gordiani, accentuando ancora di più il degrado e le condizioni di invivibilità dei bambini e degli abitanti tutti del campo.
Stupisce, infine, che la Giunta Storace, da una parte aderisce alla Conferenza dei vescovi italiani sulla vita, dall'altra si disinteressa altamente della vita dei bambini di via dei Gordiani che hanno il grave torto di essere dei Rom.
E' bene che tutte queste cose vengano conosciute dai cittadini romani, al fine anche di fare il dovuto raffronto tra chi opera effettivamente per risolvere i problemi di tutti, e chi invece fa soltanto operazioni di propaganda.

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                            SPUTA IL ROSPO

Integrazione dei Rom: risposta alla lettera di Claudio Nicoletti

In risposta a quanto pubblicato sull'ultimo numero del vostro giornale in merito alla vicenda del definanziamento del progetto di villaggio ROM di via dei Gordiani ad opera della Giunta Regionale, vorrei correggere una imprecisione e aggiungere mie considerazioni. Sono un insegnante di scuola elementare che, insieme a tanti altri colleghi, sta cercando, attraverso percorsi didattici e strategie pedagogiche, di facilitare l'apprendimento negli alunni con difficoltà, portatori di handicap, stranieri. Innanzitutto mi preme evidenziare che l'assemblea di sensibilizzazione del quartiere sul problema ROM è stata organizzata dal 126° Circolo Didattico e non dal Coordinamento Cittadino per il villaggio di via dei Gordiani come erroneamente riportato. Veniamo ora alle considerazioni e alle riflessioni: il messaggio implicito ricavabile tra le righe scritte da Claudio Nicoletti (Coordinatore della Destra dei Valori) è il seguente: cacciamo i ROM dal Casilino 23, perfettamente in linea con il titolo arrogante e trionfalistico del manifesto affisso all'indomani della delibere regionale di indirizzo: IL VILLAGGIO ROM NON SI FARA', BRINDIAMO IN PIAZZA CON UNA BICCHIERATA. Questo è il vero motivo che ha spinto Storace a definanziare il progetto originario facendosi scudo di anziani e disabili che comunque devono essere tutelati (a proposito, pensano davvero che nel campo di via dei Gordiani queste categorie siano assenti?). Ad arte si utilizzano parole simbolo sbagliate che inducono alla confusione: il progetto prevedeva la costruzione di case di 50 Mq. ad edilizia economica e popolare (infatti lo IACP è un soggetto attivo del progetto) nel rispetto di tradizioni, usi e costumi di un popolo che, sebbene stanziale nel nostro territorio da 20 anni, è legato a secoli di nomadismo, di condivisione di spazi comuni. Utilizzare quindi termini quali villette, patio, camino significa ingannare con consapevolezza la buonafede della gente. La xenofobia e il razzismo sono i motivi ispiratori di tanto accanimento contro gli zingari che, ricordo a Nicoletti, sono stati vittime dello sterminio nazista. Ma la scuola non può stare alla finestra, è impegnata ad individuare e cercare di rimuovere gli ostacoli che pregiudicano il diritto allo studio e alla scolarizzazione di alunni a rischio, diritto di cui noi tutti dobbiamo farci garanti; le assenze degli alunni ROM sono riconducibili in gran misura alle loro condizioni socio-igienico-sanitarie-abitative, le epidemie sono all'ordine del giorno così come le malattie infettive. Possiamo non sentirci in colpa come società civile di fronte all'aberrante situazione di cui purtroppo siamo quotidianamente testimoni? La realizzazione del progetto ridurrebbe gran parte delle situazioni che causano la dispersione scolastica, ma restituirebbe innanzitutto dignità ad un popolo e, rendendolo visibile nel quartiere, ridurrebbe il degrado e l'emarginazione che sono alla base anche di forme di delinquenza.

Attilio Di Sanza,
referente del "Progetto Accoglienza" del 126° Circolo Didattico di Roma