O.D.G. 
DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA 
16 MARZO 2000


Il Consiglio Comunale di Roma

Premesso che:

i cittadini stranieri appartenente al popolo dei Rom, qualunque sia il paese da cui provengono, sono tutelati da norme internazionali e comunitarie e, per quanto concerne la legislazione nazionale, dal decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 (Testo unico concernente la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero) ;

fin dalla legge 39/90, sono state emanate disposizione affinché nei Comuni di maggiore insediamento del popolo Rom venissero istituiti appositi campi attrezzati, nei quali, fra l’altro, potessero sostare le roulottes ;

per costruire i campi attrezzati o per favorire un normale inserimento in abitazioni, com’è stato fatto in alcuni Comuni, anche capoluogo, potevano essere utilizzati i finanziamenti messi a disposizione dalla Legge 39/90, nonché i successivi stanziamenti annuali, approvati nelle leggi finanziarie ;

nella città di Roma è stato difficilissimo, per non dire impossibile, adempiere agli obblighi di legge a favore del popolo Rom, a causa, tra l’altro, di campagne d’opinione contro queste comunità ;

negli ultimi anni, anche a Roma, grazie all’attività dell’Assessorato alla Scuola e all’opera delle associazioni del volontariato sociale, quali l’ARCI e l’AGESCI, è stato intrapreso un programma di scolarizzazione pubblica per le bambine ed i bambini Rom, nonché un rapporto con le famiglie, finalizzato all’inserimento lavorativo e alla cessazione di attività illegali e di microcriminalità, spesso esercitate da Rom, piccoli e adulti ;

tali iniziative avevano dato i primi risultati, pur tra molte difficoltà ;

l’iniziativa della notte del 4 marzo nella quale poliziotti della Questura di Roma, insieme al personale dell’Amministrazione comunale, hanno messo a soqquadro il campo comunale di Tor de’ Cenci, svegliando gli abitanti, bambini compresi, e portandoli successivamente con le poche cose raccolte, nei locali della Questura e distruggendo con le ruspe i manufatti del campo, disattende gli sforzi fatti per applicare la legislazione vigente; rappresenta un incentivo alla drammatizzazione di difficili situazioni sociali, può creare conflitti assai dannosi per la convivenza collettiva ;

a seguito di ciò, si è verificata la successiva traduzione in Bosnia di 56 cittadini Rom, fra i quali 33 bambini, 15 dei quali nati a Roma ed uno a Parigi, in quanto espulsi per direttissima in quanto illegali ;

dei 32 Rom rimpatriati provenienti dal campo di Tor de’ Cenci 12 sono maggiorenni e 20 minorenni, di questi ultimi : 6 iscritti e frequentanti le scuole del territorio e altri 4 iscritti alla scuola materna o alla prima elementare per il prossimo anno scolastico ;

notizie provenienti dalla Bosnia (fonte ICS e UNCHUR) raccontano l’odissea degli espulsi che si sono trovati, in assenza di strumenti di tutela ed assistenza umanitaria, a dover fronteggiare una situazione critica in una zona della Bosnia al centro del conflitto etnico, al punto che tutt’oggi è difficile per gli stessi operatori umanitari reperire notizie certe sulla loro sorte successive all’arrivo a Sarajevo ;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA


impegna la Giunta e l’Assessore competente

affinché sia puntualmente verificata l’utilità politica e sociale di un’operazione di questa natura, che nulla ha in comune con la doverosa repressione nei confronti della malavita organizzata ma che, al contrario, determina un allarme ingiustificato ;

che sia verificata individualmente la condizione di illegalità dei cittadini Rom, espulsi per direttissima, al fine di conoscere esattamente quali sono le norme del Testo unico sull’immigrazione che i singoli hanno disatteso e di verificare se, nel contempo, per le medesime illegalità, gli espulsi non avessero presentato domanda di regolarizzazione del soggiorno, ai sensi del DPCM 16 ottobre 1998 ;

che sia verificata, per quanto concerne i minori Rom espulsi, l’effettiva applicazione dell’art. 19 comma 2 lettera A del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.° 286 (Divieti di espulsione e di respingimento) e che, analogamente, per tutti gli espulsi vada verificata l’effettiva applicazione del dettato dell’art. 19, con particolare riferimento al comma 1, riguardante il divieto di espulsione verso uno "Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione", e al comma 2 lettera D, riguardante il divieto di espulsione "delle donne in stato di gravidanza o nei mesi successivi alla nascita del figlio cui provvedono" ;

infine, premesso che in una simile iniziativa può ravvisarsi un grave atto di irresponsabilità, considerando che i destinatari dei provvedimenti di espulsione per direttissima sono persone Rom provenienti dai territori della Bosnia e della Jugoslavia,

si impegna l’Assessore competente

accertate le numerose prove che rivelano l’illegalità dell’espulsione :

ad avviare tutte le procedure idonee alla verifica dei casi di cui sopra e di predisporre le iniziative necessarie al rientro dei profughi espulsi e di fornire un’immediata assistenza umanitaria, in collaborazione con le strutture ICS e UNCHUR, agli espulsi per il periodo che li separa dal loro rientro in Italia ;

a ripristinare una puntuale collaborazione con il CIR e con l’ACNUR per quanto riguarda l’assistenza e le informazioni riguardanti la tutela, giuridica ed umanitaria, degli stranieri in status di profughi o rifugiati.


Approvato con 23 voti favorevoli e 3 contrari.