ZINGARI: ESSERI UMANI DI SERIE "B"

Ieri, 3/03/2000 alle ore 01.30 di notte, è iniziata un'imponente operazione di polizia nei confronti del popolo ROM abitante a TOR DE' CENCI, nel campo "attrezzato" del Comune di Roma.
Gli abitanti in questione dovevano essere spostati temporaneamente, in collaborazione con l'ARCI Solidarietà del Lazio, per permettere alcune migliorie e la tanto attesa installazione dei container al posto delle roulotte ormai fatiscenti. Non erano previste espulsioni fino al rientro al campo finalmente riattrezzato (?) di Tor de' Cenci.
Alle ore 7.30, all'inizio del turno di accompagno scolastico, gli operatori dell'ARCI, arrivati al campo, si sono trovati la sorpresa: un numero sconsiderato di forze dell'ordine, tante ruspe che demolivano tutto ciò che c'era al campo e nessun abitante.
Gli operatori si sono subito diretti nel luogo individuato in precedenza, dalla XII circoscrizione, per l'eventuale spostamento ma anche lì le sorprese non sono mancate: non hanno trovato un campo accogliente, con luce, acqua e roulotte dignitose come promesso, ma un piccolo lager contenente un pugno di roulotte con dentro topi morti, 8 bagni chimici, un'autocisterna e 114 persone mancavano all'appello (38 maggiorenni, 76 minorenni di cui 24 iscritti e frequentanti per l'anno scolastico in corso).
Per tutto il giorno sono corse voci terrorizzanti di deportazioni in massa verso la Bosnia.
La polizia smentiva la possibilità di rimpatrio immediato ma dichiarava che tutti i fermati (50 secondo la questura), senza permesso di soggiorno o con reati, sarebbero stati espulsi.
Venivano espulse e deportate 37 persone (13 maggiorenni, 24 minorenni di cui 6 iscritti e frequentanti per l'anno scolastico in corso, 4 iscritti alle scuole elementari e materne per l'anno scolastico 2000/2001, 15 nati a Roma e 1 a Parigi). Deportate in Bosnia, loro "terra natale", in realtà terra di origine solo dei più anziani. Ora le loro case, in un paese di montagna a nord di Saraijevo, sono occupate dai Serbi in base agli accordi di DAYTON (dove la Bosnia venne divisa "etnicamente").
Esulta il Sindaco Rutelli, esultano le destre forcaiole e razziste per l'espulsione di pericolosi criminali.
Piangono i bambini senza colpa, si disperano uomini e donne ai quali a fatica si stava aprendo una strada dignitosa (scuola, palestra, lavoro in cooperative), scacciati là da dove sono stati già scacciati, dove non hanno più nulla se non il terrore della persecuzione.
E' l'Italia del centrosinistra (la destra farebbe peggio?), dove si costruiscono lager per stranieri, dove sindaci, prefetti e questori hanno la licenza di riconsegnare ai boia chi li fugge.
E' la Roma del Giubileo, la capitale di uno dei 7 paesi più ricchi del mondo che non trova pochi spiccioli per un'accoglienza dignitosa a chi fugge guerra, miseria, e persecuzione ma si abbellisce per l'evento eliminando, senza "differenziarla", la spazzatura.

SONO ZINGARI, BRUTTI, SPORCHI E LADRI, A CHI IMPORTA?

Gli educatori e gli accompagnatori dell'ARCI e i volontari A.G.E.S.C.I. del campo ROM di Tor de' Cenci

 


Appello per i diritti delle bambine e dei bambini rom

Al Ministro degli Interni
Enzo Bianco

Al Prefetto di Roma
Enzo Mosino

Al Sindaco di Roma
Francesco Rutelli

All’Assessore alle Politiche sociali
Amedeo Piva

All’Assessore alle Politiche educative
Fiorella Farinelli

Al Questore di Roma
Arnaldo La Barbera

     Lo scorso 3 marzo 2000 trentasette persone abitanti nel campo nomadi di Tor de’ Cenci, sono state espulse dall’Italia. Altre espulsioni sono avvenute nel campo nomadi di Casilino 700. Sono stati mandati in Bosnia numerosi bambini e ragazzi minorenni. Fra questi Serbo Hrustic, un ragazzo di quattordici anni, inserito e frequentante la scuola media Respighi ed iscritto al circolo sportivo delle Fiamme Gialle di Spinaceto per le sue doti di atleta. Serbo è stato mandato a Vlasenica, in Bosnia, senza i suoi genitori, senza parenti che lo possano aiutare. In Bosnia non conosce nessuno e conosce a stento la lingua che si parla in quella nazione. Nelle case di Vlasenica vivono oggi altri profughi scacciati dalle loro città. Serbo quindi non ha una casa.
       Serbo è vissuto da sempre in Italica come la larghissima maggioranza dei bambini Rom. Molti di questi bambini sono addirittura nati nelle nostre città, parlano la nostra lingua, frequentano le nostre scuole, vengono assistiti dai nostri servizi sociali e sanitari.
Questo ragazzo può essere considerato un esempio emblematico di inserimento nella nostra società. Il suo percorso di crescita è stato però brutalmente interrotto.
       La maggioranza dei bambini e delle bambine rom che vivono oggi a Roma e frequentano la scuola, rischiano di seguire la setta sorte.
       Molte famiglie Rom, dopo questi fatti, non vogliono separarsi dai loro figli: i bambini non stanno andando a scuola, di notte dormono nella macchine, fuori dai campi in condizioni di estremo disagio.
       Tali fatti devono suscitare l’indignazione di ognuno di noi, ed ognuno deve provare a compiere un atto di responsabilità per chiedere che tutto ciò non debba accadere di nuovo.
Per questi motivi vi chiediamo di firmare questo appello:

- Perché Serbo ritorni a casa
- Perché vengano rispettati i diritti internazionali dell’infanzia
- Perché i Rom possano realmente inserirsi nelle nostre città
- Perché venga rispettata la cultura dei Rom

Appello promosso da: Arci Solidarietà Lazio

Via Goito 35/B 00185 Roma tel 06-44701008 -E-mail: lazio.arci@tin.it
Le firme possono essere inviate al seguente numero di fax: 06-44701017
Contributi possono essere inviati tramite il CCP n. 52129004 intestato a:
ARCI COMITATO TERRITORIALE DI ROMA - Causale "Campagna per il ritorno di Serbo Hrustic"