2-9 AGOSTO 1999
informazioni Paese che vai...usanze che trovi...

cartina della Tunisia

La costa centrale della Tunisia che gli abitanti del luogo chiamano "Sahel" (litorale), possiede spiagge bellissime e di conseguenza è fornita di attrezzature turistiche. I centri principali di questa regione sono Sousse e Monastir, ma poco più a sud, fuori dai percorsi battuti dai turisti, si trova il bel villaggio di Mahdia. E' proprio qui che trascorriamo la nostra vacanza.




Il nostro hotel

Dopo un paio di giorni trascorsi in albergo affrontiamo la nostra prima escursione che ci porta a Kairouan.

Kairouan è situata quasi al centro del Paese ed è il centro religioso più importante di tutto l'Islam dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme.
Una credenza popolare vuole che sette pellegrinaggi a Kairouan sostituiscano il pellegrinaggio alla Mecca. Benchè situata in una delle regioni più aride del Paese (quella delle steppe centrali), la città conobbe una florida vita economica, poichè occupò il punto nodale di incontro di tutte le rotte carovaniere, che dal sud desertico si dirigevano a settentrione e al mare.
La città vive essenzialmente di commercio, ma pure di pellegrinaggi, di turismo "straniero" e non da ultimo, di artigianato. Qui si tessono infatti i tappeti più prestigiosi della Tunisia.

La cartina della prima escursione

PRIMA TAPPA: I BACINI DEGLI AGHLABITI
I bacini degli Aghlabiti

Queste due cisterne furono costruite nel IX secolo ed erano rifornite da un acquedotto che attingeva l'acqua da una sorgente situata a circa 30 km. di distanza. Erano due delle molte cisterne da cui la città traeva l'acqua che le era necessaria. La più grande ha un diametro di 130 m.. Nel centro vi sono dei pilastri che in passato reggevano un padiglione che i governanti potevano usare come luogo per rilassarsi al fresco nelle serate estive. Entrambe le cisterne sono state restaurate circa 20 anni fa.


Lasciati i Bacini degli Aghlabiti ci dirigiamo alla Grande Moschea.

SECONDA TAPPA: LA GRANDE MOSCHEA
La Grande Moschea o Djamma Sidi Okba si trova nella parte nord-orientale della Medina e ne è il monumento principale. La Grande Moschea L'edificio che si vede oggi risale al 670 d.C., ma da allora è stato restaurato più di una volta. L'esterno della Moschea è estremamente semplice e privo di qualsiasi tipo di decorazione: essa sembra piuttosto un forte. Vi sono otto porte, ma per i non musulmani ne è aperta solo una. Il cortile ha il pavimento di marmo; è circondato da un colonnato ad arco ed è dominato dal minareto quadrato situato sul lato settentrionale. Esso è alto 35 m. e la sua parte inferiore sembra risalire all'VIII secolo, il che ne fa il minareto più antico esistente al mondo. Il pavimento di marmo converge in lieve pendenza verso il centro, dove si trova un buco di scarico decorato che convoglia l'acqua piovana nelle cisterne sottostanti che risalgono al IX secolo. Nel cortile vi sono anche un paio di pozzi: col passare dei secoli le corde usate per tirare su i secchi d'acqua hanno scavato le scanalature che si vedono sui bordi. La Grande Moschea L'ingresso principale che conduce alla sala delle preghiere si trova sotto il portico con la cupola. Essa è occupata da 414 colonne che provengono da diverse località romane di tutto il paese, comprese Cartagine e Sousse. La Grande Moschea Una curiosità: nel lato destro della sala ci sono 5 colonne molto vicine tra loro. Si dice che servano a misurare se si è abbastanza magri per andare in Paradiso. Infatti le persone grasse che non riescono a passare attraverso i loro angusti spazi non possono sperare di entrare nel Regno dei Cieli, a meno di robuste penitenze e digiuni che li riportino ad una linea più affusolata.
Per le persone che non sono vestite in modo adatto vi sono delle tuniche in affitto vicino all' ingresso.



Da qui ci spostiamo alla Moschea del Barbiere.

TERZA TAPPA: LA MOSCHEA DEL BARBIERE

La Moschea del Barbiere o Zaouia Sidi Sahab è nel suo piccolo un vero e proprio gioiello: stucchi, intarsi, maioliche ed eleganti colonnati adornano i due cortili interni. essa è dedicata al Santo Abu Djamal el Balauy che, di professione barbiere, accompagnò il profeta Maometto durante il pellegrinare degli ultimi anni, lavorando di rasoio e pennello sulle gote dell'inviato di Allah. Fu fedele servitore e alla morte del profeta strappò tre peli della barba che portò con sè fino alla fine. Ora i resti del barbiere riposano in questa moschea, mentre nella sala attigua sono ancora conservati i tre peli della barba del profeta. Essi sono diventati oggetto di culto e ragione di pellegrinaggio ed è obbligo tassativo per tutti i fedeli che vengono a Kairouan fare almeno una visita a questa moschea. Anche per il turista ne vale veramente la pena! In una delle sale della moschea si svolge la circoncisione dei bambini musulmani e durante la nostra visita abbiamo assistito alla festa che segue questo evento, vissuto con grande gioia da tutti i partecipanti meno il malcapitato bimbo.
La moschea del Barbiere
La moschea del Barbiere
La moschea del Barbiere
Sulla strada del ritorno facciamo una sosta alla Medina.

QUARTA TAPPA: LA MEDINA
La Medina, circondata da mura, si trova proprio nel centro della città. La via principale è costeggiata interamente da negozi di souvenir che vendono di tutto, dai cammelli di stoffa ai tappeti. Non comprare qualcosa è veramente impossibile!



Tra bagni di sole e tuffi nel mare trascorriamo la giornata che ci separa dalla seconda escursione.
la spiaggia
la spiaggia

La cartina della seconda escursione

Puntuali come sempre all'orario di ritrovo, partiamo alla volta di Port el Kantaoui, Sousse e Monastir. Intrattenuti da una guida molto "snervata" dal gran caldo (50° C), dai ritardatari e da chi osa distrarsi durante le sue spiegazioni, ma comunque molto simpatica e preparata, arriviamo a destinazione.


PRIMA TAPPA: PORT EL KANTAOUI
Port El Kantaoui
Port El Kantaoui

Port El Kantaoui si trova a 2 km. a nord di Sousse ed è una "città di alberghi e servizi turistici" creata dal nulla a metà degli anni settanta. Port El Kantaoui Essa ha l'aspetto di una cittadina vera e propria con edifici alti al massimo due piani, pitturati di bianco e con portali e balconate in azzurro.
La capacità ricettiva globale è di 13000 posti letto. Nonostante si configuri come un centro di divertimento, nella "cittadina artificiale" la parola d'ordine è silenzio e quiete.
All'ora stabilita per ripartire, i soliti ritardatari non si presentano mettendo a dura prova la pazienza della guida, sempre più seccata, sconsolata e costretta a girare per quasi un'ora sotto il sole a picco alla loro ricerca, ma anche la nostra che sia sul pullman, che nonostante l'aria condizionata era una vera fornace, che fuori, dove soffiava un vento caldo e l'ombra era pressochè inesistente, non riuscivamo a trovare pace.

Port El Kantaoui
Una volta riusciti a ricomporre il gruppo partiamo alla volta di Sousse.

SECONDA TAPPA: SOUSSE
Per la verità questa tappa non ce la siamo goduta molto dal momento che, una volta sbarcati dal pullman, su suggerimento della guida (visto che era mezzogiorno), ci siamo rifugiati tutti in un grande magazzino dotato di aria condizionata.
Dopo aver fatto qualche acquisto, qui dove i prezzi non devono essere contrattati ma sono fissi, troviamo il coraggio di avventurarci all'esterno.
La moschea di Sousse La Grande Moschea è il primo grandioso monumento che incontriamo sulla sinistra entrando nella medina. Essa è circondata da mura costruite in arenaria perfettamente levigata color ocra. Non ha minareto, ma soltanto due torrioni cilindrici che terminano con un tamburo sormontato da una cupola. Di fronte alla Grande Moschea si trova il ribat, tipico esempio di monastero-fortezza a pianta perfettamente quadrata con torri cilindriche agli angoli e a metà dei lati delle mura. La rotonda torre di vedetta, o nador, alta 27 m., offre un punto di osservazione panoramico formidabile ed è diventata il simbolo di Sousse. Il ribat di Sousse
Con il tempo il ribat perse il suo ruolo di avamposto militare e si trasformò in cenobio per monaci-guerrieri che trascorrevano il loro tempo in meditazione e in preghiera, ma che all'occorrenza si trasformavano in coraggiosissimi uomini d'armi per la difesa o l'espansione dell'Islam.
Visto il gran caldo non ce la sentiamo proprio di visitare la kasba che si trova nel punto più alto della medina, dalla parte opposta rispetto alla Grande Moschea e al ribat. Sul pullman la guida ci dice che la kasba, come concetto, corrisponde un po' ai nostri castelli medievali: è l'edificio fortificato in cui si rifugiava la popolazione in caso di attacchi e in cui venivano custoditi durante tutto l'anno quantitativi di armi e di viveri, in modo che si fosse sempre pronti a far fronte ad assedi improvvisi. Tra una spiegazione e l'altra, la nostra guida ritrova la sua serenità (forse perchè sfiniti dal caldo, nessuno osa più fiatare) e giungiamo così a Monastir.

TERZA TAPPA: MONASTIR
Monastir si trova sul promontorio che chiude a meridione il vasto golfo di Hammamet. Qui è nato Bourguiba (3 Agosto 1903) il "padre della patria" che ha sempre guardato con occhio di riguardo alla sua città d'origine e ha fatto sì che essa si sviluppasse nel modo migliore possibile.
Una volta arrivati al mausoleo di Bourguiba solo pochi temerari, noi compresi, hanno il coraggio di scendere dal pullman.
Il Mausoleo di Bourguiba

Il mausoleo fu iniziato al principio degli anni sessanta e venne completato nel 1978. E' una costruzione molto raffinata sulla cui pietra grezza spiccano le ceramiche azzurre e i marmi di carrara. Il complesso è dominato da una grande cupola dorata e il corpo centrale dell'edificio è abbellito da due minareti gemelli finemente adornati.

Sulla piazza davanti al mausoleo si trova il Monumento ai martiri, un'elegante costruzione ottagonale a forma di chiosco la cui grande cupola bianca poggia direttamente sul colonnato perimetrale. Il monumento è stato dedicato alla memoria di coloro che sono caduti durante le sollevazioni contro la dominazione francese. All'altro lato della piazza sorge un altro "chiosco" gemello.

Il Monumento ai martiri
Il Ribat di Harthema

Sulla stessa piazza si affaccia anche il ribat di Harthema, il monastero-fortezza forse più celebrato della Tunisia e simbolo stesso di Monastir.


Sulla via del ritorno la nostra guida "Abdul", ci racconta che grazie all'opera di Bourguiba la Tunisia conquistò l'indipendenza nel 1956 e per tutto il periodo che governò il Paese (fino al 1987) lo ammodernò vincendo l'analfabetismo ed estendendo a tutti i cittadini l'assistenza sanitaria. Fece molto anche a favore della donna, introducendo leggi che la tutelano in caso di divorzio e l'obbligo della monogamia.
Tornati in hotel, sfatti dal caldo, ci "ingozziamo" di anguria e trascorriamo quello che resta della nostra vacanza a sollazzarci in spiaggia.


Anche questa vacanza, pur se breve, ci ha permesso di apprezzare le bellezze di questo Paese che, oltre al bel mare e alle lunghe spiagge sabbiose, è ricco di storia, tradizioni e cultura e che per questo merita sicuramente di essere visitato.





ARRIVEDERCI