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TREVISO |
Viabilità ed ecopunti sono le palle al piede dei
2500 autotrasportatori del Veneto |
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Treviso
NOSTRO SERVIZIO
"Ricorderemo il Duemila come l'anno "del fermo", in
riferimento alle due giornate di sciopero generale indette il
19 e il 20 giugno scorsi". Franco Lucchetta, presidente
provinciale e vice presidente nazionale della Fita-Cna, una
delle principali organizzazioni di categoria del settore, ne è
convinto: quella appena trascorsa è stata una stagione di
crisi per l'autotrasporto. Una crisi provocata dalla
concomitanza di fattori negativi quali il rincaro dei
carburanti, le tensioni sulla Carbon Tax e la lamentata non
applicazione di parte degli accordi sottoscritti nell'autunno
del 1999 con l'allora presidente del Consiglio D'Alema, fino
alle polemiche sui cosiddetti "ecopunti" - le "quote" relative
ai camion ammessi sulle strade di un determinato paese - e
sull'entità delle accise, le tasse sul gasolio. Riuniti ieri
mattina presso la sede trevigiana della Confederazione
Nazionale dell'Artigianato alla presenza del numero uno "in
pectore" della Fita, Maurizio Longo, per l'assemblea regionale
della categoria, gli iscritti all'associazione hanno rinnovato
gli organi dirigenti - al cui vertice provinciale è stato
riconfermato Lucchetta, mentre alla presidenza regionale si è
insediata la padovana Maria Letizia Thiene - e nominato i
delegati all'assemblea nazionale del 2, 3 e 4 febbraio, ma
soprattutto hanno discusso delle problematiche che afflliggono
la categoria. Dal dibattito sono emersi numerosi elementi
negativi. "Non è un periodo facile per i 2500
autotrasportatori della Marca", ammette Lucchetta. "Oltre alle
vicende di carattere nazionale, i nostri operatori sono
penalizzati da quell'autentica palla al piede che è la
viabilità: basti pensare ai nodi non ancora sciolti
dell'autostrada A28 , della
Pedemontana veneta e della tangenziale di Mestre", afferma il
dirigente Fita. "Il nostro sistema economico - ribatte il
responsabile provinciale del sindacato di categoria, Sandro
Martin - è strozzato dalla questione viaria, con gravi
ripercussioni sulla salute di un comparto nevralgico per la
movimentazione delle merci". Un comparto, hanno sottolineato
gli esponenti dell'associazione, sul quale, oltretutto, è
calata anche la scure della Legge Finanziaria, che ha tagliato
i contributi Artigiancassa per l'acquisto di automezzi
destinati al trasporto merci. Tra i fronti sui quali la Fita
intende intervenire con vigore, comunque, non mancano i
controlli - "per evitare la concorrenza sleale fra operatori
in regola e abusivi", sostiene Martin - e neppure una vertenza
squisitamente trevigiana: i rapporti di lavoro in essere fra
produttori e trasportatori di mobili, al momento privi di una
disciplina specifica. Infine gli ecopunti. "In Italia - dice
Lucchetta - le regole vangono solo per gli autotrasportatori
italiani. Anche l'estero ci penalizza assegnandoci pochi
ecopunti. In pratica, ovunque ci muoviamo incontriamo
ostacoli, al contrario del nostri colleghi stranieri, ai quali
tutto è consentito in Paese considerato un terreno di
conquista. Questa situazione - spiega - condizionerà la
mobilità delle merci italiane anche nei paesi dell'est
europeo".
Stefano Bensa |
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