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Martedì, 6 Marzo 2001

L'assessore del Friuli-VG Santarossa: «I lavori riprendono entro marzo»
Conegliano

NOSTRA REDAZIONE

La rotta degli ambientalisti davanti al Tar spiana la strada dell'A28 : la decisione del Tribunale amministrativo regionale di respingere il ricorso del Wwf legittima le speranze degli enti pubblici che i cantieri dell'autostrada lumaca si riaprano in tempi brevissimi (forse già entro marzo, annuncia baldanzosa la società concessionaria), dopo due lustri e più d'attesa.

Il Tar infatti si è pronunciato in maniera netta, respingendo le istanze ambientaliste e ribadendo la piena validità della Conferenza dei servizi che aveva dato il via libera al lotto 28, cioè ai nove chilometri dei 13 che restano per completare l'A28 tra Sacile e Conegliano (il lotto 29 insiste sugli ultimi quattro chilometri). In questi anni i mass media sono stati testimoni di una sorta di fiera degli annunci sulla ripresa dei lavori per l'A28 , ma stavolta Wwf e ambientalisti sembrano aver esaurito le cartucce: il ricorso al Tar - con la contestazione che il Ministero dei Beni Ambientali non era presente alla Conferenza dei servizi decisiva - era un tentativo in extremis di troncare l'iter verso la riapertura dei cantieri, e adesso l'ipotesi di un ricorso al Consiglio di Stato appare più che altro un'arma virtuale.

Sul fronte istituzionale poco ci manca che si stappi lo spumante: le Regioni Veneto e Friuli, le Province di Treviso e Pordenone e una decina di comuni della Sinistra Piave hanno una posizione quasi monolitica sull'urgenza di realizzare l'opera utilizzando il cosiddetto tracciato storico, quello contestato dagli ambientalisti per l'impatto dell'infrastruttura su un'area di risorgive (quella dei Palù) di grande pregio naturalistico. Luca Zaia, presidente della Provincia di Treviso, usa toni da bollettino della vittoria: «Un successo storico, la spallata che ci voleva per chiudere questa storia infinita. L'ambiente sta a cuore anche a noi ma bisogna fare una mediazione e pensare anche a chi muore di smog e di incidenti stradali. E poi non esiste che dei privati dicano quali sono gli interessi pubblici, è un compito che spetta agli enti sul territorio; sotto questo aspetto è una sentenza storica. Ora mi aspetto che Autovie Venete cantieri i lavori per il lotto 28 in tempi brevissimi, come si può e si deve fare, e che come chiedono la Provincia di Treviso e tutti i comuni interessati sia convocata la Conferenza dei servizi per gli ultimi quattro chilometri del lotto 29 prima dell'inizio dell'estate».

Sul probabile ricorso al Consiglio di Stato del Wwf Zaia si imbizzarrisce: «Si sono rivolti a un giudice e il tribunale ha dato loro torto; il fatto che pensino di rivolgersi al Consiglio di Stato denota che il loro è solo un fuoco di sbarramento per evitare che l'opera si faccia, altro che interessi pubblici». Intanto da Trieste Autovie Venete, società concessionaria dei lavori per l'A28 , fa sapere che il Consiglio di Amministrazione si riunirà a giorni per affidare i lavori. «Come dire che i cantieri - gongola l'assessore regionale del Friuli Walter Santarossa - potrebbero riaprirsi addirittura entro marzo. Per completare i lavori ci vorranno due anni e mezzo, ma ora abbiamo un altro compito: creare le condizioni per chiudere presto e con la soluzione più condivisa per il lotto 29». Su questo punto i rappresentanti delle istituzioni sono determinati a muoversi come un pacchetto di mischia, sfruttando anche l'effetto della nuova legge sulla Conferenza dei servizi che ha di fatto cancellato la necessità di arrivare a decisioni prese all'unanimità. «Avanti tutta - sintetizza il deputato Guido Dussin, sindaco di San Vendemiano, uno dei comuni direttamente interessati all'opera - archiviata questa vittoria bisogna puntare a chiudere la partita. È necessaria una convocazione in tempi stretti della Conferenza dei servizi per il lotto 29, dove la maggioranza degli enti confermerà la richiesta per il via libera al tracciato storico». Ma il pensiero che la partita sia chiusa non sfiora nemmeno gli ambientalisti, che pure faticano a dissimulare l'amarezza per la botta arrivata dal Tar. «E' una battaglia - spiega Luigino Ghedin responsabile del Settore Territorio del Wwf Veneto - che portiamo avanti da 20 anni, figuriamoci se ci fermiamo davanti a una sentenza, anche se è contraria alle nostre aspettative. Vediamo se un altro giudizio amministrativo (quello del Consiglio di Stato, ndr) è diverso da quello Veneto, come spesso succede. Ciò che è strano è che al Tar in mezza giornata lavorativa hanno emesso un giudizio per il quale normalmente ci vuol mese o due».

Tiziano Graziottin


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