Venezia
Le ruspe possono finalmente riprendere i lavori sull'A28 . La Regione Veneto ha vinto
il giudizio al Tar intentato dal Wwf ed è naturale che il
presidente Giancarlo Galan e l'assessore Renato Chisso siano
soddisfatti. «Sì, abbiamo vinto ed è una vittoria importante -
commenta il presidente del Veneto - ma il tempo che è stato
perduto è un costo enorme che Veneto e Friuli Venezia Giulia
hanno sopportato in termini di ritardato sviluppo, di minore
concorrenzialità, di minore produttività. E questo ricorso è
anche l'ulteriore palese dimostrazione di come pochissime
persone, qualche fanatico, qualche funzionario che ha vinto un
concorso, possano ritardare enormemente quella che era l'idea
giusta che la Regione aveva avuto».
«Un'idea - prosegue Galan - che avevano approvato molto
tempo prima rappresentanti eletti con migliaia, decine di
migliaia di voti. Ebbene, rispettando le posizioni di tutela
di interessi privati, tutto questo è stato fermato per anni
dalla parte più abbietta della politica, quella che si dedica
al non fare piuttosto che al fare: poche persone che volevano
non fare sono riuscite a bloccare per anni chi invece voleva
fare e che su questo voler fare sarà sottoposto al vaglio dei
cittadini».
«Abbiamo finalmente delle certezze - ha commentato dal
canto suo l'assessore alle politiche della mobilità Renato
Chisso - rispetto ad un'opera importantissima bloccata in
termini che non riuscivamo a comprendere, dal momento che le
procedure erano state rispettate e che chi aveva il compito di
formulare la Valutazione d'impatto ambientale aveva dato
parere positivo».
«Si tratterà ora - prosegue Chisso - di avviare velocemente
i lavori e di definire il lotto 29, il tratto terminale del
completamento che rappresenta il punto di massima tensione.
Cercheremo di farlo con l'accordo di tutti, però con la
consapevolezza che è elemento fondamentale, senza il quale
anche il lotto 28 risulta inutile. L'opera verrà dunque fatta,
sapendo che qualche Ministero non ci credeva; ricordo le
polemiche di alcuni mesi fa quando per iniziativa di Regione
ed Enti locali il Ministro dei beni culturali aveva dovuto
riconoscere che tutto era a posto, smentendo di fatto alcune
posizioni espresse dai funzionari».La pronuncia del Tar è
tuttavia impugnabile dagli sconfitti avanti il Consiglio di
Stato, a Roma. E poi c'è sempre l'ultimo lotto, che deve
superare ancora gli scogli burocratici. Intanto le imprese
venete e friulane sono in coda sulla Pontebbana, da oltre
vent'anni.
Alvise
Fontanella