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Martedì, 6 Marzo 2001

LA REGIONE
Galan: «Un blocco di pochi contro gli interessi di tutti»
Venezia

Le ruspe possono finalmente riprendere i lavori sull'A28 . La Regione Veneto ha vinto il giudizio al Tar intentato dal Wwf ed è naturale che il presidente Giancarlo Galan e l'assessore Renato Chisso siano soddisfatti. «Sì, abbiamo vinto ed è una vittoria importante - commenta il presidente del Veneto - ma il tempo che è stato perduto è un costo enorme che Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno sopportato in termini di ritardato sviluppo, di minore concorrenzialità, di minore produttività. E questo ricorso è anche l'ulteriore palese dimostrazione di come pochissime persone, qualche fanatico, qualche funzionario che ha vinto un concorso, possano ritardare enormemente quella che era l'idea giusta che la Regione aveva avuto».

«Un'idea - prosegue Galan - che avevano approvato molto tempo prima rappresentanti eletti con migliaia, decine di migliaia di voti. Ebbene, rispettando le posizioni di tutela di interessi privati, tutto questo è stato fermato per anni dalla parte più abbietta della politica, quella che si dedica al non fare piuttosto che al fare: poche persone che volevano non fare sono riuscite a bloccare per anni chi invece voleva fare e che su questo voler fare sarà sottoposto al vaglio dei cittadini».

«Abbiamo finalmente delle certezze - ha commentato dal canto suo l'assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso - rispetto ad un'opera importantissima bloccata in termini che non riuscivamo a comprendere, dal momento che le procedure erano state rispettate e che chi aveva il compito di formulare la Valutazione d'impatto ambientale aveva dato parere positivo».

«Si tratterà ora - prosegue Chisso - di avviare velocemente i lavori e di definire il lotto 29, il tratto terminale del completamento che rappresenta il punto di massima tensione. Cercheremo di farlo con l'accordo di tutti, però con la consapevolezza che è elemento fondamentale, senza il quale anche il lotto 28 risulta inutile. L'opera verrà dunque fatta, sapendo che qualche Ministero non ci credeva; ricordo le polemiche di alcuni mesi fa quando per iniziativa di Regione ed Enti locali il Ministro dei beni culturali aveva dovuto riconoscere che tutto era a posto, smentendo di fatto alcune posizioni espresse dai funzionari».La pronuncia del Tar è tuttavia impugnabile dagli sconfitti avanti il Consiglio di Stato, a Roma. E poi c'è sempre l'ultimo lotto, che deve superare ancora gli scogli burocratici. Intanto le imprese venete e friulane sono in coda sulla Pontebbana, da oltre vent'anni.

Alvise Fontanella


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