Pordenone
"Che sia la volta buona?". Era questo il commento che
andava per la maggiore ieri mattina nella sede della Regione a
Pordenone dopo che il Tar del Veneto aveva depositato la
sentenza con la quale si respingono i ricorsi contro la
realizzazione dei nove chilometri (il lotto 28) di quella che
è stata ribattezzata l'autostrada dei sospiri.
Con la sentenza - il Wwf però ha già annunciato ricorso al
Consiglio di Stato - si dà il definitivo via libera all'avvio
dei lavori del tratto di A-28 da Sacile a Godega Sant'Urbano.
Con gli ultimi, ulteriori, quattro chilometri (per i quali
però resta ancora da scegliere il tracciato) l'asse
autostradale dovrebbe consentire l'innesto, a Conegliano,
nell'A-27 Venezia-Belluno.
«A giorni - ha annunciato Walter Santarossa, assessore
regionale alla Viabilità - il consiglio di amministrazione di
Autovie Venete si riunirà per affidare subito i lavori. I
cantieri potrebbero partire entro marzo. I tempi previsti per
la realizzazione del primo lotto (9 chilometri, 160 miliardi
di spesa,ndr) sono di due anni e mezzo». Sull'inizio dei
lavori pende infatti la "spada di Damocle" del decreto
"sblocca-cantieri" firmato sette mesi fa dal commissario di
governo nominato dal Consiglio dei ministri. Il decreto
fissava come termine massimo per l'inizio dell'opera il 30
marzo di quest'anno. Ma l'assessore Santarossa è possibilista:
«Faremo tutto il possibile per cantierare l'opera entro il
mese. Ma se ci sarà un breve ritardo tecnico non vedo alcun
problema: il termine del decreto è soltanto indicativo».
Insomma, questa ha tutta l'ara di essere la volta buona. Le
imprese pronte al via sono Cotea di Roma, Siderbeton e il
Consorzio cooperative costruttori. E per accelerare i tempi
nei contratti di appalto sarà inserita una clausola che
prevede un premio per ogni mese che le imprese risparmieranno
nell'esecuzione del tratto d'asfalto. Ad assicurarlo è stato
il direttore generale di Autovie Pierantonio Visentin.
E gli ultimi quattro chilometri che dovrebbero attraversare
l'area dei Palù? «Gli enti locali - ha detto Santarossa -
hanno chiesto di cercare un tracciato meno impattante per il
territorio. Le ipotesi sono quattro. Il tracciato preferito
dagli ambientalisti è quello parallelo alla ferrovia. La
decisione sarà comunque presa nella conferenza dei servizi che
il ministro Nevio Nesi convocherà
presto».