Ventidue sì, dieci
no e un astenuto. Sono appena scoccate le due del mattino
quando il Consiglio comunale di Treviso, riunito in assemblea
per discutere otto punti all'ordine del giorno tra cui il
programma triennale delle Opere pubbliche e il Bilancio di
previsione 2001, si pronuncia, approvandolo, sul documento
programmatico.
L'atmosfera, nel salone di Palazzo dei Trecento, è - come
da copione - incandescente, con la maggioranza leghista
schierata compatta a fianco dell'esecutivo guidato da
Gianfranco Gentilini, e le opposizioni di centrosinistra e
centrodestra unite, con l'eccezione di Forza Italia, che ha
sposato la linea dell'astensionismo "fiducioso", nella critica
alla politica economica di Ca' Sugana.
Le undici ore della snervante seduta-fiume, del resto,
erano trascorse fra incessanti botta e risposta e battibecchi
fra le minoranze e la Giunta, per la quale ha tenuto banco
l'assessore al Bilancio Liviana Scattolon, che ha
energicamente difeso le scelte sull'addizionale Irpef ("lo
Stato riduce i trasferimenti, a malincuore abbiamo dovuto
aumentare l'aliquota") e sui criteri di assegnazione dei
finanziamenti ai vari capitoli di spesa.
Il dibattito è stato inevitabilmente condizionato dal Piano
urbano del traffico e dai 2 miliardi e mezzo stanziati dal
Comune per la costruzione delle nuove aiuole spartitraffico,
destinate a subentrare ai "new jersey" provvisoriamente
installati in luglio per incanalare i flussi veicolari.
«Una vera follia - ha attaccato Germano Zanetti dei Ds - il
Put, in questo modo, perderà ogni flessibilità organizzativa.
Le scelte adottate non potranno più essere modificate. Vi
chiedo di fermarvi e di destinare i fondi ad altre e ben più
importanti opere, come il completamento della tangenziale
Ovest e il cavalcavia di San Giuseppe». Per manifestare il
proprio dissenso dal Put, il centrosinistra ha presentato in
aula un albero di Natale addobbato con le cartoline stampate
dall'Ulivo e sottoscritte da numerosi trevigiani per lamentare
i disagi provocati dalla nuova pianificazione del traffico.
Forza Italia, tuttavia, si è dissociata : «Perché non portate
l'albero sull'A28 per
conoscere l'opinione degli automobilisti sul mancato
completamento dell'autostrada a causa dell'opposizione dei
Verdi, oppure sulla tangenziale di Mestre dove il governo
Amato è riuscito a farsi bocciare finanziariamente il tunnel?»
ha domandato Giancarlo Iannicelli.
Per il resto, le critiche hanno riguardato sia le opere
pubbliche - «una marmellata irrealizzabile», le hanno
definite, a turno, Giampaolo Sbarra dei Ds, Nicola Atalmi dei
Comunisti Italiani, Anna Mirra dei Verdi, Luigi Zoccarato del
Ppi e Giuseppe Dalla Torre dell'Italia dei valori - sia il
Bilancio stesso, accusato «di un'inarrestabile ascesa della
pressione tributaria». «Poche novità e previsioni d'introito
inattendibili», ha affermato Bruno Cipolla di An, mentre
Sbarra ha proposto una completa revisione delle funzioni delle
Circoscrizioni, da dotare, a suo avviso, «di un presidio di
Polizia Municipale e di servizi sociali».
Stefano Bensa