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Sabato, 18 Novembre 2000

RICONFERMA A AUTOVIE VENETE
Valori: siamo pronti per il nodo di Mestre
Trieste

NOSTRO INVIATO

Pochi giorni fa, l'affronto imprevisto. La giunta delle nomine, l'ultimo ostacolo politico alla riconquista di Autovie Venete, intima il provvisorio altolà: «Il curriculum è incompleto, il programma è vecchio, mancano documenti essenziali». Ieri, l'esame e la promozione: Giancarlo Elia Valori ottiene il via libera e si avvia così a una scontata riconferma ai vertici della società autostradale. Non c'è neppure un voto contrario al mandato bis che l'assemblea dei soci, fissata al 22 novembre, adesso può finalmente approvare: dicono sì Polo e Lega, si astiene il centrosinistra.

Ma il presidente, "convocato" nel palazzo regionale del Friuli-Venezia Giulia, deve sottoporsi a una raffica di domande prima di ricevere l'indispensabile benestare. Non solo: non sa, nemmeno adesso, se e quando i "suoi" uomini come Baldassarre o Fossa potranno affiancarlo nel nuovo consiglio d'amministrazione. Lui, pubblicamente, fa spallucce: «Non ho chiesto io l'allargamento. Né sta a me decidere». Non si sbottona troppo, neppure quando gli chiedono della privatizzazione "parziale" di Autovie, giacché il Friuli-Venezia Giulia vuol cedere una fetta cospicua del suo 86\% di azioni, ma non il controllo. «Sono perfettamente d'accordo. Il processo di dismissione ci è imposto dalla legislazione comunitaria, e sembra imprescindibile se si vogliono creare condizioni di reali concorrenzialità» risponde. Aggiungendo solo che «ben vengano i migliori azionisti europei». Qualcosa di più rivela su Autovie Servizi, il "braccio tecnico" della società autostradale, avviato ad una privatizzazione più spedita: «Stiamo per nominare l'advisor e c'è un interesse del gruppo americano Lucent Technologies Bell».Meglio, però, parlare di opere e investimenti. E soprattutto di quel passante di Mestre che è «la priorità delle priorità»: a giorni, annuncia Valori, il ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi convocherà a Roma le tre società Autostrade, Autovie e Padova-Venezia. Ma il presidente si guarda bene dall'indicare la sua preferenza tra le ipotesi al tappeto e, nonostante Roma abbia già sposato l'ipotesi del tunnel, si ostina a parlare del «nodo di Mestre»: «La soluzione tecnica - ripete - spetta al governo. Ci atterremo alle sue disposizioni. Se il ministro mi dice di partire subito, io parto ieri».Bersagliato di domande, il presidente - quantificato in 7-800 miliardi il "valore" della società - delinea intanto le altre grandi priorità di Autovie: ed ecco, allora, il corridoio 5. Ed ecco, ancora, la Pedemontana Veneta. Ma come dimenticare la terza corsia? Valori, liquidando l'ipotesi di una realizzazione a... tappe, definisce prioritario l'allargamento dell'autostrada da San Donà sino a Palmanova. E la grande incompiuta dell'A28 , incalza qualcuno? Autovie è pronta, risponde Valori: «I lavori del completamento richiedono due anni». Ma, certo, i problemi non mancano: il penultimo lotto che unisce Sacile a San Fior è appeso al Tar Veneto «ma se vinciamo, potremo partire entro i primi mesi del 2001». L'ultimo lotto che va da San Fior a Conegliano è invece affidato a una conferenza dei servizi che, rivela adesso Valori, sarà veloce e soprattutto conclusiva. Oggi ci sono quattro tracciati possibili: ebbene, quella conferenza sceglierà il migliore «anche a maggioranza dei presenti» e soprattutto darà subito tutte le autorizzazioni. Qualcuno, ancora, solleva il nodo del telepass: ci sono cinque caselli, sulla rete di Autovie, che ne sono ancora sprovvisti. Valori lo sa bene ma assicura che, a San Stino, Cessalto, Villesse, Latisana e San Donà, le piste ad hoc arriveranno entro l'estate.

Roberta Giani


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