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Giovedì, 7 Dicembre 2000

BETTIN REPLICA A ZAIA
«Se l'A28 è in ritardo non è colpa dei Verdi»
Treviso

«Se la A 28 non è ancora stata realizzata, se si sono accumulati ritardi nello stesso iter decisionale e progettuale la responsabilità va attribuita senza ombra di dubbio a chi ha voluto ideare il tracciato senza alcuna precauzione verso il territorio e anzi ha voluto provare a distruggere il paesaggio delle risorgive, uno dei luoghi costitutivi della città veneta. Era fatale che, essendo il nostro ancora un paese civile, qualcuno si opponesse». Ad affermarlo è Gianfranco Bettin, consigliere regionale dei Verdi, che replica a Luca Zaia.

«Per forzare ogni ovvia e sacrosanta resistenza si è anche provato - continua - ad aggirare le norme, a procedere in modo illegale, trasformando semplici riunioni di alcune fra le parti in causa in vere e proprie "conferenze di servizio" dalle quali escludere ad esempio il Ministero dell'Ambiente e quello dei Beni culturali. Era fatale che questo atteggiamento, insieme prepotente e stolto, provocasse ritardi, ricorsi, arresti dell'intero iter. Di fronte al nuovo stop oggi imposto al percorso, c'è ancora chi, invece di ripensare alle procedure e alle scelte sbagliate che l'hanno causato, rilancia con la stessa arroganza di sempre sullo stesso inaccettabile tracciato».

«La A 28 - prosegue Bettin - si deve fare, e si può fare, si può concludere rapidamente se la ragione prevale, come sta prevalendo nella vicenda della Pedemontana (ora trasformata in superstrada a pagamento, dopo che questa richiesta, avanzata da tutti i comuni e dagli ambientalisti, era stata dichiarata "assurda" dai soliti noti). Esiste una proposta di tracciato, per la A 28, che consente di salvare le risorgive e di concludere il collegamento da Sacile, spostando l'autostrada più a nord, rendendola così ancor più capace di intercettare il traffico locale e di attraversamento. Chi si ostina su tracciati diversi non solo dimostra di voler distruggere uno degli ambienti più belli del Veneto ma è destinato a complicare ulteriormente le cose».


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