CONEGLIANO
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«A/28, quel casello non s'ha da fare» A Godega proteste
e ricorsi al Tar
GODEGA. A Godega di Sant'Urbano il
viaggio lungo il tracciato dell' incompiuta A/28 non può fare a meno di
allargarsi a immaginare gli interventi sulla viabilità secondaria con
direzione nord-sud tra la Pontebbana e Codognè. Due bretelle (sulle
provinciali 43 al confine tra Orsago e Godega e 41 tra Godega e San Fior)
per dirottare il traffico dalle zone industriali di Colle Umberto, San
Fior, Godega di Sant'Urbano, Cordignano e dalla Pontebbana sull'autostrada
28. E altrettante varianti a sud che collegano gli svincoli
autostradali di Sacile Ovest e Godega, alla Provinciale 126 per Gaiarine e
ad una nuova strada che baipasserà Codognè prolungandosi fino alla
Cadore-Mare. Un costo di 79 miliardi al quale il concessionario
dell'A/28 Autovie Venete partecipa con 32. I sindaci ci scommettono e
la Provincia annuncia un vicino accordo per un contributo regionale. Ma
intorno al casello di Godega-Pianzano, posizionato tra le località di
Baver e Levada, parallelo alla Provinciale 41, si concentra l'unico
focolaio di protesta popolare nei due ultimi lotti di A/28. «Il nostro
ricorso al Tar - spiega Pietro Pin del comitato di Levada- è contro il
casello, devastante e sproporzionato per il nostro territorio, inutile
perchè a soli 4 chilometri da quello di San Vendemiano e lontano cinque e
mezzo dalla Pontebbana. Non è conveniente venire qui a prendere
l'autostrada». Ma il presidente della Provincia Luca Zaia assicura: «La
bretella, variante della Provinciale 41 fuori dal centro di Pianzano, sarà
realizzata dal casello alla Pontebbana direttamente da Autovie e drenerà
il traffico delle zone industriali a nord, gli interventi a sud verso
Gaiarine e Codognè faranno convergere quello di Oderzo e
Brugnera». L'attraversamento della bretella con sottopasso sulla
Pontebbana, qualche decina di metri dall'incrocio delle Quattro Strade,
demolirà la casa di Giancarlo Cauz. In via Levada c'è chi puntualizza
lo scontro del comitato. «Chiedevamo soltanto di spostare il casello 50
metri più a ovest, lontano dalle case e in una zona di terreni incolti
poco fertili - sottolinea Paolo Bazzo, residente in via Marchesin a poche
decine di metri dal futuro casello - sono un artigiano e riconosco la
necessità di strade percorribili. In centro a Godega, all'incrocio delle
Quattro Strade non è possibile circolare». L'amarezza è ancora di chi
deve cedere i propri campi all'asfalto. «Il casello si estende proprio
qui dove finisce il cortile e termina in una enorme rotatoria che prosegue
con la bretella e si collega ad angolo retto con la provinciale 41 - dice
Marchesin indicando un orizzonte aperto sui campi brumosi circondati da
siepi e canali- non riesco a immaginare cento metri cementificati qui
davanti, dove ora c'è il vigneto vecchio di 80 anni che ho ereditato da
mio padre e di là solo campi e siepi. Il Pandin, un campo chiuso da un
canale su tre lati, come la navata di una chiesa, mantiene la forma delle
bonifiche realizzate nel medioevo dai frati agostiniani». Il territorio
è attraversato dalla linea delle risorgive, si infittiscono i canali e uno
dei problemi dell'autostrada è il pericolo di bloccare il deflusso delle
acque. «Qui i canali quando piove si ingrossano e straripano - spiega
Pietro Giusti che si ritroverà la villetta chiusa tra l'autostrada su
terrapieno e il cavalcavia della provinciale 126 per Gaiarine, via Stort -
per assicurare il deflusso non basta un tombino. In questo punto ci
troviamo in una specie di diga». Giusti indica la fossa Zigana che già
straripa regolarmente, ma poco distante c'è anche il Fossalon.
«Nell'ultimo progetto è stato allargato il ponte sulla Zigana, ma qui
l'autostrada dovrebbe essere costruita alta - aggiunge Giusti - così non
servirebbe la deviazione della Provinciale e per noi sarebbe più facile
raggiungere le campagne o muoverci lungo le carrabili bianche». Il sindaco
Andreino Peruch assicura che questo secondo progetto esecutivo del lotto
28 ha migliorato gli accorgimenti ambientali provvedendo ad allargare i
ponti e a raccogliere gli scoli inquinati. Invocano i cantieri nonostante
tutto in via Belcorvo. «L'autostrada deve passare sopra un mio terreno da
dieci anni - protesta Egidio Gava- ho aspettato tanto e adesso che ho
comprato i diritti di reimpianto delle viti sono venuti i tecnici a
verificare lo stato di consistenza per l'esproprio. Non c'è nessuno in
grado di dirmi cosa succederà tra due mesi. E' una vergogna, siamo stanchi
di aspettare, qui le aziende agricole devono riorganizzare le
coltivazioni. Sulla campagna si lavora con mesi di anticipo». Domenico
Cigana ha restaurato la casa colonica vicino al cavalcavia. «Noi
proprietari accettiamo la strada, ma gli amministratori si decidano e ci
diano il risarcimento giusto per danni a vita che subiamo».
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Il sindaco Peruch e a destra Egidio
Gava. A sinistra: Pietro Giusti (fc)
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